RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 15 passibile sper:mentatore, (povero Leonardo!) ricerea convenevole alloggio al suo « Atteso ». * * Buon conforto ai moderni studiosi del vero è stato il fatto che, anche nei veramente privilegiati ambienti <ii sana e alta cultura, i migliori parteggiassero per l'allegria scettica di quei pagani; tutti poi plaudissero 3. quell'onda di sdegno sincero che s'abbattè contro l'ideale estetico-letterario-civile di quell'essere bruto di Claudio Cantclmo. Gli è che giudicavano giustamente l'opera letteraria del signor D'Annunzio in base a quella stessa opera interiore ed esteriore, morale e sociale, politica ed estetica, così completamente e con tanta. ingenua solennità, raccontata dal signore medesimo di Asturara. · Questo criterio che, nello stretto apprezzamento di un'opera letteraria, potrebbe apparire, a prima vista, il più partigiano e incompleto, ne è invece, se si riflette bene; il più largo e completo dirò meglio: è il solo giusto e completo. li nuovo concetto della persona morale e sociale di fronte al destino proprio e a quello delle cose; il nuovo concetto della complessa universa Vita, sintesi di quella catena maravigliosa di portati della scienza e della conscienza di oggi; questo spirito nuovo e gigante del mondo moderno, nudri'to delle midolle della scienza che ne irradia l'anima alta e invitta non è egli completam'ente opposto, dirò anzi, estraneo al barbarismo elegante e raffinato di Claudio Cantelmo, al punto che questi si direbbe quasi un rampollo di antichi selvaggi risorto a caso nel secolo nostro, per mostruosa degenerazione di parenti? Ebbene questi due modi antagonistici di intendere la missione e i fini dell'uomo in sè e nei suoi rapporti, sono anche interi e completi ciascuno per sè. Lì sono due razze, due mondi, due anime, due cervelli e anché due Arti. Come è ciò possibile nella società attuale? Non starò a dirvelo ora. 'l'ant'è; se non mancano oggi gli ammiratori e partigiani sinceri di codesto prodotto di atavismo, bisogna pur constatare che non scarseggino anche altri che quella turpe idealità (turpe per sè e pel suo fine) - più turpe ancora rendono, non per altro facendone pompa che per uno scicche sportivo, - etichetta di ambiziose distinzioni. * * È inutile nasconderlo. Si tenta oggi, a mezzo dei più eleganti lenocinii del!' Arte, e della perfetta inconscienza che la massima parte degli artisti hanno dei I.oro tempi, di far rifiorire il tipo dei signorotti medievali buone e belle Vergini Rocce invero, ma baluardi troppo primitivi al Demos animato dallo spirito nuovo. E questo tentativo non pare attecchito male, opportunamente coltivato com'è in certe classi di gente ehe vi sono poi iµeglio atte per la ragione stessa de' loro -perversi isterismi, della mancanza di vera cultura -e di vere altezze d'anima e d' intelletto, per la nota miopia che lor toglie di veder cosa mai succeda al di là della vuota camera del proprio cervello, e infine .... per altre ragioni che sapete. Questa esumazione di un - ahimè I - troppo noto tipo di folle morale non è dunque a scopo di studio, di osservazione dal vero non è, dirò, un documento umano, nell'intendimento dell'Autore: è precisamente una vera e propria glorificazione di un ideale carezzato nell'anima. Or bene di questi folli morali, io e voi ne conosciamo, vivi e al naturale (che sanno anche il greco e molte più cose di Cantelmo) delle buone centinaia. O come va che l'A1·te dei « prerafaeliti » sia. stata proclamata un'Idealizzazione dòlla vita? .... Idealizzazione come? in che? perchè ?.... Sarà meglio 1•iparlarne in altra occasione. .. * * Badate: io non sono di quelli che affeLtano di misconoscere il valore lette1•ario del sig. D'Annunzio; o che si maravigliano ancora che egli sia entrato in quell'Olimpo delle celebrità, dove stanno a sorbire il néttare pur molti che, a paragone dell'autore delle « Vergini», non son altro che dei fichi secchi. Io intendo differentemente l'ufficio, il fine, i mezzi. ... infine, l'anima, la vita complessa dell'Arte; io intendo diffe. rentemente l'ufficio e la materia della letteratura: - ecco tutto. Più sincera e più largamente compn,nsiva, più alta che prima non fosse è oggi, e dev' essere, per vh-tù stessa del tempo, la funzione di ogni energia psichica; e più in alto quindi dev'essere riposta la funzione dell'Arte, razzo brillante o poema d'intelletto, manifestazione varia rappresentativa di quelle stesse energie. Poichè quest'Arte anche per lo scettico studioso è gioco anco1· oggi gradito, buona sorgente ancora di godimenti agli uomini, buona molla ancora di slanci belli e generosi, buona dispensiera ancora d' amore e di pietà, di pensiero e di fede, dei più belli fra i suoi fiori, dei più delicati fra i suoi profumi all'umanità sempre più avida nel dolore; quest'Arte è ancor oggi buona scorta al vero nel viatico delle anime 1·itardatarie o cap.arbie, e fiaccola ancor atta a rischiarare le vie sovrane del progresso. Ma gli artisti si dilettano ancora di affa.nnarsi dietro vecchi idoli, ignoranti e sprezzanti il sole nuovo non curanti i più belli e puri benefici dell'Arte. Pur si lusingano di signoròggiare gloriosi il loro tempo : - no, son finiti ormai i tempi dell'Arte sovrana; e, se pure, per il suo carattere di coscienza più compreensiva, essa permane ancora tale, non o~ino sperare di accostarla quest'arte sovrana i ciechi artisti che non vedono, i sordi artisti che non odono le mille facce e le mille voci di qne:;;ta conscienza. EBsi imponendosi, ambiziosi di gloria, alle loro clientele, non fanno altro che imporsi, di rimando, solo a se stessi: il mond<>, il mondo della umanità e della storia nuova. non più popolata di esseri provvidenziali e delle loro pompose esteriorità, il mondo che lavora al laboratorio della civiltà d'oggi e di domani, questo mùndo non si cura di Claudio Cantelmo e dei suoi.. .. soggetti d'esperienze. .. * * Era .... bella (e ne rimpiangono tuttora la poesia. non pochi poeti) la luce ad olio : oggi, la luce elettrica è cosa borghese per quello stesso sventurato che si estasia alle inattese eccelse combinazioni di
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