14 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI di Ferney, quelle parole d'oro del gran Plutarco: non esser permesso alla gente volgare di prender diletto coi ... begli uomini, poi che questo sia godimento riserbato unicamento ai Grandi Reggitori di popoli. Nonpertanto, il libro delle « Vergini delle Rocce» valse a metter buon fuoco, in Italia, a quella rumorosa discussione sull'ufficio e i fini sia del!'Arte così detta aristocratica, che di quell'altra; nonchè a rimettere, come si dice, sul tappeto la vecchia quistione del plagio, del!' imitazione, dell' originalità, e di tante altre cose simili e dissimili. Ed é appunto di queste belle cose che io vorrei intrattenermi coi lettori della « Rivista Popolare », in questo stesso fascicolo o in qualche altro. Parrebbe che codesti argomenti tanto discussi gta (e se ne discute ancora qua e là, sebbene a fugaci guizzi ormai, come di lampada cui venga meno l'olio) si prestino, oggi, assai male a una nuova messa in tavola. Ebb.ene, cari miei; vi ripeterò che tutto è vecchio e si ripete nel mondo : la vita è fatta così: - tanto ciò è vero che v'è della gente che se ne annoia e si diverte a mutarla in una più vecchia. E tutto è nuovo, anche quello che si ripete ; così vero che c'è della gente che non chiude più la bocca dalla maraviglia, rivedendo appunto le medesime cose. Anche noi non siamo che un'esatta copia dei nostri avi; eppure, quale crgoglio di sentircene diversi! - Vi dirò io che la lotta finora non è stata combattuta che fra dissidenti di uno stesso partito, che, come sapete, accaniscono e sofisticano su tante cose, ognuno per difesa flOla di sè e tutti per offesa dell'altro ; e finiscono sempre col lasciare intatto il principio in discussione - il meglio del midollo1 Difatti - eccetto qualche voce aspra ed alta nella foga. di una indignazione giusta, e molte altre non meno buone e giudiziose ma affatto inascoltate (forse perchè non autorizzate da un qualche partito in vista) - quale altra luce, in fondo, ricevette la quistione cosi complessa dell'Arte nella ardente polemica impegnata attorno le «Vergini» fra .... D'Annunziofobi e D'Annunziofili? La polemica aperta con bella foga dovette trascinarsi poi subito in malo modo, anche per quella benedetta. natura dell' italiano che non soffre la più innocente puntura all'esaltato suo amor proprio, - per quel viziacelo particolare agli scrittori di ritenere ingiuria e pettegolezzo ogni parola, ogni critica che non sia di ammirazione. (Però è forse che le nostre riviste si danno, in generale, quasi aria di non accorgersi degli autori recenti, ove non sia, se mai, che per lodarli; e i critici seri studiano ancora il Torrismondo, fino a. far saltai• la mosca. al naso ai lettori francesi). I grandi letterati e, in genere, scrittori nostri - la più gran parte - se ne stettero, se pure, a vedere. Lo sapete: parecchi di questi Grandi temono di perdere il loro centro di gravità a immischiarsi di codeste miserie della giornata. Hanno ragione. Di simili miserie non è già abbastanza intessuta tutta quanta la storia letteraria ch'essi insegnano con gran prosopopea sia dalla cattedra alla disgraziata scolaresca., sia da.i libri alle genti tutte? Con queste stesse miserie d'oggi non sarà forse costruita la. storia letteraria. di domani? Intanto non vi consiglierei di giurare che questa dotta gente che insegna in vario modo e in varie salse Arte e Letteratura, abLia mai riflettuto a. quel che dice. Ricordo - a proposito del rumore fatto intorno al Piacere dello stesso Sig. D'Annunzio - di aver domandato a un modesto quanto studioso professore di Ginnasio se avesse letto quel romanzo. Mi rispose: « Io non leggo altro che l'Ome1·0, il romanzo dei ro• manzi! » E quel buon professore non leggeva altro, non s'interessava d'altro, non viveva in altro mondo a.Il' infuori del classico; e insegnava Lettere ai giovinetti I Povere scuole ! povera educazione ! ma più povera gioventù accusata, con poca giustizia distributiva, di buona a. nulla, e, più tardi, anche di fantasticamente inculta ! * * * La così detta polemica d' Annunziana mancò, dunque, almeno appa.rentamente, dell'illuminata e prudente direzione delle autorità consacrate; ragion per cui fu combattuta con un certo nuovo e baldo furor bellicoso, che, per un po', potè anche ingannare il più astuto fra. quei piagnucolanti Geremia che tanto si aflliggono « sull'apatica sonnolenza italiana ». Classico Geremia! Dovette aprire gli occhi attorno a sè - raro caso -, o la candida messaggera celeste andò forse a spiegargli il natural meccanismo delle molle misteriose? Il gioco era in massimo grado interessante, non pertanto. Ve ne ricordate ? Là, un giovine e brillante scrittore di indiscutibile talento artistico, tenuto al fonte battesimale della celebrità da una eletta 1i bei signori stranieri; qui, i parroci e sagrestani degl'innumerevoli battisteri italici a gridare contro la forestiera soperchieria. E tutti i campanili delle chiese e chiesuole nostre erano scossi dalle fondamenta, al furioso dimenar dei batacchi nei vasti calici bronzei ·avventati all'aria. In fretta e furia gli amici credenti del nuovo Santo, fabbricano il nuovo tempio di rito simbolico, impiantano alla meglio la Brotherhood della P. . B. (Pura e Kobìle Bellezza) accendono dei ceri sotto l'effigie del loro Venerabile, ne incensano genuflessi la Maestà della Perfezione impeccabile, e leggono estatici il ruovo Vangelo di Claudio, il « Superuomo. » Mentre dalle logge della torre dove si parlan tutte le lingue, da quella d'Orazi0 a quella del Sa.r Péladan, alcuni degnano annunciare alle plebi indotte il prossimo ar-rivo del Messia, del!'« Unico» atteso; e altri ministri cacciano a pedate dalle porte sante i borghesi e fanno largo, invece, con musicali strette di mano jeratiche, ai nuovi « intellettuati » muniti di biglietto. Fuori da.i tempi, grosse risatone dei pagani. Quei pagani lì non s'eran lasciati turlupinare dalle accuse partite da certe parrocchie il cui incenso e le cui ostie non sono certamente più bella merce di quella. spacciata dalla P. N. B. B. Così pure non avevan preso sul serio nè quel mattacchione di Cantelmo, nè quelle sventurate Vergini isteriche, miseri corpi morti, entro il c_uibacino tranquillamente l'Eroe, discepolo di un qualche im-
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