RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LJ<,'l'TERE E SCIIt'NZE SOCIALI 13 logie nuove morali che ne derivano. Chi voglia persuadersene riguardi ad alcuni autori di romanzi di drammi di novelle: in \lorvegia, in Russia, in Germania, in F1 ancia ... Codesta arte è la pit1 pura e umana fioritura del pensiero contemporaneo. Infatti, l'arte vive dalle passioni e dalle attività umane, e se l'uomo e la natura sono - come disse un critico - eternamente in eguale condizione di attesa di speranze di rimpianti di commovimenti di debolezze di lotte, le condizioni sociali e il sapere di un'epoca infondono come la caratteristica alle pa5sioni e alle attività, infondono all'opera d'arte la vivente espressione della verità nelle impressioni, nella riproduzione, nell'interpretazione del perpetuo divenire delle cose e delle idee. O che fame di un arte che sia manierata continuazione d'una realtà sorpassata? E quando mai l'arte rimase chi usa nel vecchio tra le sopravvenienti fortune di una grand'epoca? Il Taine rileva come nella pittura dei Paesi Bassi si trovino quattro periodi distinti_ rispondenti per coincidenza notevole a distinti pe1·iodi storici: il primo periodo, per esempio, dal Yan Eyck al Massys, è originato da un grande sviluppo di commerci di ricchezza di prosperità di cultura. E chi ignora da quale alteo sviluppo di ricchezza e di cultura sia germinata la gloriosa Hinascenza italiana? Or noi viviamo appunto in un secolo che per i p!'Ogressi della tecnica e le scoperte della scienza sarà certamente più fecondo di quanto non ci riesca d'immaginare. E il rinnovamento, a mille indizi si compie, pur lentamente, sotto il calore intenso che spinge a' i grandi problemi umani, tra la costante ricerca scientifica. Scrisse il Taine: « la scienza apporta con essa un'arte, una morale, una politica, una religione nuova». E alla scienza molti de' più giovani artisti attingono larghi motivi cl' inspirazione, perchè, la fecondità della scienza - a dirla co' il Bourget - inebria i giovani così com'essa consola i vecchi dopo le forti travesie ». La nostea critica, non sara biasimo o lode fatta alla stregua del nostro particolare gradimento. Intendiamo la critica quale indagine de' motivi e del significato dell'opera. È il concetto della critica che impone la scienza, la quale avendo in sè la realtà nei suoi mutamenti incessanti, il fatto nelle sue relazioni complesse. à singolarmente allargato il pensiero, à reso singolarmente acuto il pensiero, permettendo al c1·itico d'essere quel che il Sainte Beuve voleva che fosse: un uomo il cui orologio avanzi, anche solo di cinque minuti, sul tempo degli altri. 13. S/.LE~ll. La''Sacrfamiglia ,,-deiCantelmo. In verità- all'infuori del fatto di un ((prerafaelismo>> letterario mondano (se è permesso dir molte cose in una parola) che si affermò in Italia con un capo riconosciuto - l'ultimo romanzo del Sig. D'Annunzio non rivelò cose nuove nemmeno a quel tal volgo democratico, creato apposta per lo staffile di don Claudio Cantelmo, conte, se non mi sbaglio, di Asturara e d'altri siti. Anzi, direi, ne rivelò meno che meno a quel volgo. L'alto simbolismo composito delle tre Grazie, per quanto rivestito di abiti modernissimi, non poteva riescir nuovo a vecchi e giovani che bazzicarono o bazzicano coi classici. - « Ti conosco mascherina ! » - potevano dire il vecchio bidello e il giovane figlio liceante. Era un simbolismo invecchiato già perfino nei caffè-concerto di fuori porta, dove s'era ristucchi delle .... metamorfosi offembachiane. Anche il Conte di Asturara non era, con rispetto parlando, nuovo di zecca; chè anzi figurava già da un bel po', oltre che nella modernissima letteratura romanzesca francese, nella storia, e nei trattati di patologia mentale: un vecchio e uoto arnese di corte:_ visconteo, mediceo, borgiano e simili - e un folle morale, ve lo dico io. Pure, vi furono e vi sono dei timidi cervelli che credettero o credono ancora - o fingono di credere · - alle insondabili profondità mistagogicho delle ((Vergini delle Rocce», poi che i giovani quanto egregi sacerdoti del Sig. D'Annunzio si furono affrettati a rivelare ... che in quel libro c'e1·a un mistero di profonda ineffabile beltà, difficile a essere inteso dai non iniziati alle supreme raffinatezze della grande Arte Aristocratica, impossibile poi di esòere sospettato dalla plebe borghese. Ricordatevi di quella graziosa favoletta di Criloff. Un tale compra una scatola. Il meccanico filosofo, convinto che quella modesta costruzione di ritagli di conifera doveva avere un segreto, mette in opera i più talentosi mezzi per aprirla: suda. si tormenta dinanzi a quel chiuso e impenetrabile mistero, e non gli riesce, nè anco per sogno, t!i aprir la scatola. La scatola si apri va da sè ! Pure, vi furono e vi sono di quelli che andarono e vanno in brodetto di giuggiole dinanzi alla maestosa concezione dell'aristocratismo teorico-pratico, a uso della gente come si deve: - aristocratismo incarnato in un Eroe per cui dio aveva creato ogni cosa, a servizio di cui dio aveva creato gli uomini, specie l'ignobile plebe, così come pel giovane ... diremo eroe imperiale, marito alla grande Caterina, si erano fabbricati soldatini di piombo, e i vecchi generali si mettevano in movimento al suono della sua trombettina di stagno dorato. Voi mi fate un tal pepato sorrisetto, o vecchio padre Voltaire ?... - Il naso non fu mica appiccicato al viso dell'uomo per sosten~re gli occhiali. - Avete ragione; non forse gli fu dato invece per comodo di don Claudio e figliolanza quando prendesse loro voglia di tirar gli uomini .. pel naso? Nè solo il uaso, cer:tamente, dovette essere stato dato ali' uomo a questo 11obilfine; abbiate presente, o insopportabile patriarca
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