358 RIVISTA. DI POLITICA.E SCIENZE SOCIA.LI tutte le ipotesi possibili sulla condotta del Papa verso l'Italia nel caso della guerra o della pace; in quello della vittoria o della sconfitta della seconda e nell'altro della benevolenza o della ostilità - la neutralità esaminata dall'autore non si capisce ed equivarrebbe sempre a beneYolenza - del 1rimo; e fatta la critica degli scrittori, che dive1 samente pensano, e di cui ha larga conoscenza, ne conclude sempre che l'Italia deve conservare e rispettare la legge delle guarentigie:N è questa legge del 13 Maggio 1871 ha carattere internazionale, come vorrebbe il Palma; nè si conviene all'Italia il tentare di darglielo. Data questa situazione, che attualmente appare immutabile, come può l'Italia provvedere alla sua difesa contro una possibile o!Tesa del papato? L' Edlmann confida nella saggia politica ecclesiastica, ma vorrebbe che gli animi degli italiani vi fossero rivolti molto più che non lo siano; e colla saggia politica ecclesiastica vorrebbe raggiungere questo scopo: « che il Papato non sia nemico dell'Italia una « se non nella forma ufficiale e solo in quanto ciò (( giovi a mantenere la unità nella religione catto- (( Jica ». Su questa politica ecclesiastica bisogna intendersi. Certamente, ammessa la impossibilità della conciliazione, gl' italiani non devono e non possono seguire la politica delle concessioni sul terreno del sillabo. La discussione a questo proposito è superflua. Si può consigliare e seguire una politica di difesa efficace contro il papato quando si pon mente ai mezzi di cui dispone il papato e agli elementi sui quali può agire. I mezzi gli vengono dal clero, più che altro; gli elementi sui quali può agire vengono rappresentati dalle masse popolari. Ei si conviene, a.dunque, procurare, per quanto è possibile, di far ligio il clero all'Italia - come cons:glia l'Edlmann e come tutti coloro, che hanno studiato la quistione riconobbero - aumentandogli le congrue e guarentendogli protezione e sicurezza. Questa difesa può fallire e può il clero in caso di conflitto rimanere più attaccato al suo capo spirituale che allo Stato, che gli assicura i mezzi di sussistenza. La sua influenza, allora, in un modo solo può essere neutralizzata: sottraendo il popolo all'azione del clero; e si deve sottrarvelo assicurandogli l' istruzione. Questi sono i due obbiettivi, che il governo italiano ha perduto completamente di vista da trentacinque anni ed ha generato il risveglio clericale, che venne tratteggiato altra volta in questa stessa Rivista (N.0 6° del 1895) e più ampiamente nella Nouvelle Revuc di Parigi. Epperò accanto alla politica ecclesiastica che deve mirare a rendere il clero amico dell'Italia - scopo che si potrebbe raggiungere tramutando in legge il pro~etto dell'on. Bovio sulle congrue dei parroci - si deve adottare e praticare la politica, la grande politica sociale, che deve intendere a sottrarre il popolo alla influenza del clero. Questa è la politica sana, che permise a Venezia di lottare col papato ai tempi di Fra Paolo Sarpi e che ha, perciò, le sue migliori tradizioni e indicazioni in Italia. Questa politica rese pel passato e renderebbe pel futuro assolutamente inefficace la sobillazione di preti e di frati. Tale politica di8graziatamente non trovò chi la incarnasse nel nostro paese. L'on. Crispi meno degli altri l' ha compresa e l' ha praticata. Egli o si atteggi gesuiticamente ad umiltà verso il Papa invocando l'aiuto di Paolo e Crisostomo e formulando il suo credo nel motto: Dio, il Re, la Patria; o si inspiri alla Dea Ragione e minacci violenze volgari e indegne di uno statista, non ha saputo e voluto mai fare una politica ecclesiastica atta ad avvincere il clero alle sorti d'Italia; nè ha inteso e praticato una politica sociale valida a sottrarre il popolo a.Il' influenza del clero. Egli non ha saputo che minacciare la soppressione della legge delle guarentigie, eh' è il prodotto migliore, in questa fase storica, della sapienza italiana. Così ho semi,re pensato, anche contro il parere di chi come Alberto Mario mi fu amico e maestro carissimo; di chi come Alberto Mario fu girondino in tutto e giacobino soltanto verso il clero; e mai come adesso sono stato tanto convinto di a vnc pensato bene. Riuscirà noli' impresa, o almeno la tenterà l'on. Di Rudinì, che si trova in migliori condizioni per agire essendo stato sempre sinceramente religioso? É ciò che ci dirà l'avvenire. che non può essere che molto prossimo. Dr. NAPOI,EONE CoLAJANNI. L'Alimentazione delcontadino italiano Uno studio sull'alimentazione può farsi oggi con molta precisione. Pesando quel che un individuo mangia e quel ch'espelle, noi possiamo per mezzo della bilancia mettere. insieme un bilancio d'entrata e di uscita così preciso come un ragioniere non potrebue far meglio. Lo studio è facile: bisogna ricordarsi.però di mantenere l'individuo nelle sue identiche ordinarie condizioni di vita. È in tal guisa che si è potuto acquistare un' idea dell'alimentazione di alcuni dei nosti-i contadini. Disgraziatamente mancano tuttora notizie per alcune regioni particolarmente interessanti, come la Sicilia, la Sardegna, le Calabric, le Puglia ! Le notizie che si posseggono, come può vedersi dall'annesso quadro A, risguardano il contadino veneto, emiliano, abLruzzcse, toscano e marchigiano, rispettivamente le alimentazioni di granturco solo o
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