Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 23 - 15 giugno 1896

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 357 e liberaticene che siamo, gettare lungi da noi il fucile e dare ai popoli del1'01'iente non l'esempio del pairiottismo selrnggio e delJa rapi11a, ma quello di una vita fraterna, secondo il C1°isto ci ha insegnato .... Ilo riassunto ed in molti punti letteralmente tradotto lo scritto Tolstoiano per esonerarmi dalla fatica inutile di tentarne una qualsiasi confutazione. Simili idee non si confutano - perchè sono idee che si ramificano da un sentimento religioso - e le religioni - tutte quante - sfuggono alla discussione: esse hanno la loro base nel dogma e si nutrono - per così dire - di se stesse, null1t accettando dal di fuori. La genialità del pensiero tolstoiano è fatta puramente di l0gica: daie le sue premesse ed astraendo dalla Yita nostra umana - egli ha Pagione, asrnlutamente ragione - soltanto la sua ragione « non è di questo mondo» - O il Cristianesimo è il Yero o il Yero è il patriottismo! - Le corna di questo dilemma non possono che pigliare di mezzo un fanatico; il positivista può trornre il vero in tutti e due questi termini ed anche fuori di tutti e due, s'intende sempre un « Yero » umano, te1°reno, relatiYo, contingente. li Yero « assoluto» ò ~olo della fede ed è fuo1·i della scienza, ossia della cl iscussione. Ecco perchè 'l'olstoi Yenne ammirato o Yiluperato, e non discusso. Di ciò egli si lagna, ma a tor-Lo. E1°afatale che così fosse e cosi fu. Noi posiliYisti reclamiamo per lui la libe1'là di pensare - così come gli detta il suo cuore e il suo cervello - e però lo difendiamo contro Federico Spielhagen e gli altri che lo fanno eespon- ~abile del male che pos,ono fare le sue teorie. :\fa discutel'lo, no! Chi non sente, sotto l'ossessione del- !' idea unica, dell'idea assoluta, la diffct·enza morale che passa fra la Yiolenza degli oppressori e la resistenza degli oppressi e tulli ugualmente condanna ed anzi, logicamente del resto, questi più g1'a\·emenle degli altri, costui è fuo1·i delle leggi normali della vita e del pensiern, è fuori della legge universale di conservazione degli esseri, è un fenomeno sti'ano, incomprensibile, che può anche farsi ammirare come una mostruosità o può lasciare indifferenti come qualcosa che è così al cli sopm e lontano di noi da non affettarci in alcuna guisa, ma che in ogni caso sfugge a quella pal'tecipazione o comunione psichica che è il ter·reno o la base comune fra i disputanti in ogni disputa pL'oficua. Pe1·ciò patmi che non l'esti che 1'accoglie1°e da buoJti e zelanti osservatori quest'altro curioso documento della Yita spirituale del tempo nostro per catalogado insieme con gli altri .... Cio fatto, noi ti1'iarno Yia un'altea Yolta alla battaglia quotidiana « per !'umani là » termine universale che comprende il cristianesimo e ben altro ancora, contro l'ingiustizia e la prepotenza. Vita est mititia ... per il bene, il p1°ogresso, la giustizia « la pace » l'amo,·e ... CLAUDIO TREV!l:S. IL PAPATO E L'ITALIA I lettori delle riviste in Italia hanno la cattiva abitudine di non leggere o di leggere con pochissima attenzione le recensioni e le note bibliografiche, che servono a tenere al corrente del movimento iutellet.tuale, ad elevare, nei limiti del possibile, la coltura di coloro che non hanno tempo di leggere le opere di cui si rende conto e a daro opportune indicazioni agli studiosi delle singole discipline. Consci di questo difetto della massa del pubblico italiano, noi spesso alle semplici recensioni sostituiamo d<'gli articoli, per quanto brevi e che non sorpassano i limiti delle prime. Ciò oggi facciamo a proposito di un opuscolo del sig. Francesco Edlmann nel quale si tratta della Relazione dell · Italia col papato in caso cli gue1-ra ( 1). Questo delle relazioni tra il papato e l'Italia è un argomento che conserverà la sua grande importanza ancora per molto tempo; bisogna occuparsene e preoccupar$ene perchè può a, rivare un momento in cui le cose non procedano più lisce come pel passato e che la nazione impegnata in qualche grave conflitto debb:1 guardarsi da un nemico interno, che potrebbe dargli grande molestia. Ora occupandosi della questione, è ovvio che non ci si deve cullare nella sper11.nzadella conciliazione, che non pare possibile. Non è possibile per ragioni di ordine generale, che non occorre qui esaminare; non è possibile per una ragione di interesse particolare del pap~to, che l'Edlmann formula con esattezza e precisione. Infatti il Papato per potere esercitare tutta la sua azione s1,irituale sull'orbe cattolico deve dar garanzia ai fedeli della sua completa indipendenza; e si sospettereLbe dai cattolici che il Pontefice fosse ridotto a semplice primate di Roma, umiliato al grado di funzionario dello Stato il giorno in cui esso accettasse ufficialmente la legge delle guarentigie e si venisse alla coneiliazione tanto vagheggiata dai neo-guelfi contemporanei. Qualunque pontefice intelligente, quindi, se non vuol tradire la grande istituzione che rappresenta, anche nutrendo benevoli sentimenti verso l'Italia nell'intimo dell'animo suo, serberà l'attitudine che sinora hanno tenuto i suoi predecessori. L' Edlmann discute con serenità, senza retorica, con giustezza di vedute e con criterio politico italiano (IJ Firenze. Bernardo Seebor, Librnio Editore, 20, Via Tornabuo• ni 1895. L. 2.

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