• 364 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI prolifico della popolazione, l'A. si propone lo studio di tale elemento, persuaso che soltanto il medesimo possa fruttare alcun~hè di utilmente nuovo e d' importante. Analizza, pertanto, preliminarmente il concetto della popolazione agricola e trova. inesatta, imprecisa ed anzi erronea, la definizione che ordinariamente se ne dà, confondendola con la popolazione rurale, abitante, cioè, i piccoli comuni. Anche nelle città e nei grossi comuni risiedono agricoltori, e, viceversa, nei piccoli, in mezzo a contadini, vivono piccoli commercianti, industriali, capitalisti, professionisti, impiegati etc. Ne risulta che l'unico ed esatto criterio di determinazione è l'accertato esercizio professionale. In base II tale determinazione trova che la Francia dà un contingtn!e di popolazit,ne agricola superiore a quella di molti stati di Europa - tra i quali, noto fra parentisi, l'Italia - . Di que~ti agricoltori (18 milioni) l' 85 °/0 sono anche piccoli proprietari. Passa indi a delineare rapidamente la storia di questa 1,<pc,lazione agricola, i cui mali specifici si rivelano determinati sovra tutto dal militarispio c dalla ferocia dei proprietari fondiari. La grande carestia del 1055, la peste del 1348, la carestia del 1351, ld JacquErie che ne nasce e la tremenda repressione della Contre-Jacquerie, i nuovi sollevamenti del 1412, per cui la Francia, divenuta deserta, si trasforma in teatro di c,rribili fatti, si divorano i bambini, si addenta la scorza degli alberi, si caccia in bocca la terra, mentre i lupi diYorano le carogne degl' infelici morti di fame, sono i fatti più salienti di que,ta storia raccapricciante di dolore e di sangue. Abituati a leggere nelle sedicenti storie generali il ,semplice racconto dei fasti dinastici e del militari,;mo questa qui che perscruta il vero elemento sostanziale delle nazioni, il demos agricolo, 1•iesce in gran parte nuova, almeno come sistematizzazione di fatti, e vi lancia inaspettatamente in un campo che è, senz'altro, leggendariamente lugubre. Nell'epoca moderna le inenarrabili sofferenze dei contadini ca usano la irèmenda Guerra des Pa.ysans la quale nella Gormania e nella Francia del Nord, accomuna te nella sorte del pro· letariato agricolo, costa la vita a ]20mila villani (1525)- La (ìuerra di Religione distrugge gran parte della popolazione agricola, e i vantaggi del saggio governo di Enrico IV e del Richeliou sono menomati dalla Fronda: indi dal Regno di Luigi XIV sino alla Reg· genza, sino a Luigi XV, sino al Poste de famine, sino allo Guerre Napoleoniche, che costano la vita a 950.000 soldati in gran parte agricoltori, è tutto un martirio continuo di questo grande oppresso che è il demos agricolo. Nell'epoca contemporanea il fenomeno più notevole è l'accentramento politico ed amministrativo che causa la. immigrazione urbana a danno della popolazione rurale. Ora se si pon mente che l'unico agente prolifico della popolazione è appunto l'elemento morale, si scorge subito l'importanza assorbonte di questo fenomeno il cui studio isolato invoca il Gufry. Così à fine la prima parte dell'opera che procede rapida, dilettevole, sensazionale. Nella seconda parte l'A. si propone lo studio specifico delle cause della oligantropia agricola. Ne assegna le due principali: la emigrazione e l' impoverimento della vitalità. La prima si divide in suburbana ed estrema, _la quale ultima, perché insignificante in F!'ancia, è trascurabile ai fini demologici. La suburbana, invece, ha effettiva importanza e giova pertanto studiarla nel suo processo causale e nelle sue cognizioni statistiche. Essa è prodotta, più che da. altro, da un prepotente impulso psichico, il desiderio di acqui,;tare una posizione sociale migliore, impulso che il Dumont chiama caratteristicamente capillarità sociale. Tale capillarità - il termine non è usato dal Guéry che sembra sconoscerlo - !)a agito in tutti i tempi e in tutte le società; ma oggi, combinandosi col nuovo elemento dello accentramento politico-amministrativo-sociale, crea un fenomeno quasi interamente nuovo, la enorme emigrazione suburbana. La quale dannosissima demicameoto per la bassa natalità della popolazione cithdina, non semb1•a destinata a scomp1riro nè per naturale evoluzione di cose, nè per virtù di eventuale azione legislativa. L'impoverimento della vit.alità ha due coefficienti: diminuzione dello nascite, aumento della mortalità. Le nascite diminuiscono sovratulto per lo estendersi dei freni genetici pel cui studio classificatore l'A. si richiama alla nostra Teoria della Popolazione, in tale occasione giudicata con troppa indulgenza. L'egoismo più irrefrenato dà origine a questi freni dei quali è imprevedibile lo svilupp') ulteriore e che minacciano di rendere deserta la bella terra francese. Non dissimilmente gli Stati antichi, giunti all'apogeo del loro corso storico, venivano indi consunti dalla depopolazione volontaria, frntto di ci viltà più fino, ma insiemo più corrotta e debole. L' A., dopo un esame accurato dJi rim'.ldi a tanto male, e3ce in una conclusione meramente negativa, cioè che lo leggi sulla successione e il frazionamento conseguenziale della prop1·ietà non hanno influenza sensibile sulla depopolazione agricola, e i proposti sistemi di assoluta libertà testamentaria non avrebboro efficacia maggiore. La emigrar,ione eaterna, se accrescerebbe induùbiamente la pro,perità commerciale del paese, in nessun modo influirebbe sui freni genetici. Forse meglio risponderebbero i rimedii di ordine morale; ma, .... chi pon ma no ad essi? Per la mortalità eccessi va l'A. propone un sistema di leggi igieniche sulla base dell'organizzazione di un servitio di sanità e di assistenza gratuita medica senza preoccuparsi di una facile eccezione d' infecondo empirismo.
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