340 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI ogni caso comuni all'intero gabinetto, solidale con lui e per lui al cospetto del parlamento. :ila intanto è chiaro, che sebbene le due qualità di ministro senza portafoglio e di commissario ciYile siano apparentemente distinte, pure ·sono inseparabili e !''una con l'altra per necessità si completano. La qualità di membro del gabinetto è la garanzia politica dello esercizio di quella di commiss.:u·io civile, che, isolatamente, potrebbe apparire troppo limitata rispetto ai poteri indicati nell'art. 2, eù eccessiva rispetto a quelli dell'art. 4. IV. La assegnazione del termine di un anno alle funzioni del commissario, stabilita nell'art. 1 del decreto 5 aprile, non deve essere tenuta in considerazione. Chi disapprova il concetto animatore di quel decreto, non può trovare nella breYità del tempo una ragione per consentirne l'esperimento. Chi reputa che l'esperienza meriti di essere tentata non può ignorare, o nascçmde1·e a .-è e ad altri, ché in un anno sa1·à appena possibile iniziarla. Il gabinetto ne è convinto; e se nel decreto del 5 aprile volle, con quella limitazione, dare pegno di rispetto alle prerogative del parlamento, nel disegno di legge che ne accompagna la presentazione alla camera dei deputati chiede la facoltà di prorogare per un secondo anno i poteri del commissario. Non vi può essere obbiezione GOntro siffatta domanda; giacchè, se l'esperienza facesse mala prova, il parlamento potrà sempre invitare e anche costringere il governo a mettervi fine, qualunque sia la durata fissa o facoltativa assegnatale. E certamente, se i primi risultati saranno buoni, anche il periodo di due anni apparirà scarso e inadeguato al compimento della bisogna. Ciò che molto importa, nella discussione che Ya ad intraprendersi innanzi al parlamento, è questo: Che la camera dei deputati esamini la questione, e deliberi su di essa, dopo a,·er bene inteso che qui non si tratta cli dare al governo poteri eccezionali, di carattere fiduciario, 1·imetteudolo a farne uso a propria discrezione, tal che il pal'!amento stimi esaurito ogni suo obbligo bel ufficio col Yoto che conferisce tali poteri. Pur troppo, questa comoda via che allevia ai rappresentanti della nazione le fatiche e le responsabilità del loro mandato, è conosciuta a~sai bene dal pa1·Iame11to italiano; il quale, se vuole fare un esame di coscienza spassionato, dern riconoscere di arerla battuta YOlentie1·i, nei momenti più gravi della Yita pubblica, con discapito delle p1·oprie prerogatire e con danno massimo degli internssi nazionali. Non è questo che gli domanda o;gi il gabinetto. Le considerazioni ci~e sono state accennate fin qui dimostrano che con l'istituzione del commissario per la Sicilia si mira a ceeare un nuovo organo di governo, destinato a funzionare normalmente f;Otto il pieno sindacato pa1·larnentare o sotto la comµleta sanzione della ordinaria responsabilità ministeriale. L'effetto, pertanto, della istituzione, e del suo espe1·imento, se dipenderit in gran parte dal buon volere e dalle attitudini degli uomini chiamati ad attuarla, dipenderà in pa1·te non minore dalla contribuzione che sia I er da1·e all'opera loro il parlamento, sYOlgendo assiduamente il proprio ufficio di sindacato sulla medesima, e coadiuvandola col retto e fedele esplicamento del principale suo dovere, quello, vale a dirP, d' essere interprete coscienzioso e diligente dei bisogni e dei sentimenti del popolo. Solo se pot1·à contare sul concorso di quella cooperazione pada:mentare onesta, intelligenie, imparziale, feconda, che esso lealmente ha ora provocata, il goYerno avrà diritto di ripromettersi che il tentatiYO inizi,ìto sia per fruttificare lietamente a vantaggio della car'a isola siciliana, come princi. pio e cont1·ibuto ::lla restaurazione della giustizia e della moralità negli ordinamenti sociali. PrJf. LODOVICO MORTARA LE CONDIZIONDIELL'ERITREA Mentre durano ancora le deplorevoli incertezze sul da fare nella Colonia E1·it1·ea, la Rivista ha creduto opportuno sottoporre ai suoi lettori il parere di due uomini che la conoscono per averla percorsa per lungo e per largo ripetutamente. Percio nei numero precedente abbiamo pubblicato la lettera sulla possibilità della colonizzazione di Achille Hizzoni, ed oggi siamo lieti di poter dare il succoso articolo di Adolfo ]fossi, che quella lettera completa e illustra. Non a ca5o ci siamo riYOlti al Bizzoni ed al Rossi: sono diversi per origine, per temperamento, per colore politico - uno è antico collaboratore del Secolo e l'altro lo è del Cor•riere clella Sem - e non hanno di comune che la conoscenza personale dell' Eeitrea, l'amore vivissimo per la verità, che rifulge sempre nelle corrispondenze ai due giornali, e la sorte che fece loro subire l'on. Crispi, espellendoli brutalmente e illegalmente dalla colonia per punirli del grave reato commesso di aver detto la Yerità. L' impor'tantissimo Diario del capitano Bassi - morto da prc:de ad Abba Carima - che va pubblicando il Resto del Cai·lino, come le lettere del maggiore Toselli pubblicate dal Paronelli in un opuscolo di cui facemmo menzione altra volta, confermano per filo e per segno le cose scritte dal -
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