Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 22 - 30 maggio 1896

346 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIA.LI la razza. A questo riguardo si può applicare all'alcool, ciò che un medico americano, l'I-Taycraft,ha detto del bacillo della tubercolosi che cioè, mentre esso è il nemico degli individui e delle famiglie~ invece l'amico e il protettore della specie. Il dottor Ferè conchiude osservando che se lo sviluppo della civiltà ha qualche influenza sull'aumento delle malattie mentali esso l' ha piuttosto pel fatto che, per effetto d'una soverchia divisione del lavoro e per la sostituzione progressiva dei · processi meccanici al laYoropersonale e cosciente, esso tende a favorire l'intorpidimento intellettuale, la 1·outine, la monotonia e la limitazione eccessiva delle attività individuali e spontanee. Dr. G. V AJLATI. IldefidcietllCeaspsensieodni fiervreoiri I. Fa singola1•0 contrasto alla fiducia sconfinata che uomini politici di parte borghese e filantropi radicali ripongono nell'adozione di alcune forme di mutualità per riparare ai danni più stridenti del sistema economico dominante, il progressivo fallimento cui la esperienza quotidiana ci mostra, vanno incontro r1ueste istituzioni appena se ne tonti r1ualche lar 6 a applicazione. E cErto fra le mag 6 iori di questa specie va segnalata la cassa pensione per gli operai ferrovie1·i, sulle cui varie ma melanconiche avventure fu già attratta l'opinione pubLlica da avvisaglie pa,rlarnentari o da una minaccia di sciopero, poi non vorificatoJi, che nel febbr..tio scorso suscitò tante apprensioni nelle sfere ullìciali. ì\la come quella, minaccia valse a far conoscere un po' meglio lo stato dei fatti e per questo mezzo a far rendere 1111 po' J>i1 di giustizia ai ferrovieri che da dicci anni non ne sper,.vano tanta, sia pur di platonica, oggi d"J o tanto illusioni svanito e speranze naufragate, dopo di aver visto promesse ministeriali restar vacue e tentativi legali cader invano, non pare improbabile a,pettarsi che qualche non piacevole risoluzione dei f, rrovieri convinca poteri pubblici e pubblic.1. opinione che la giustizia resa per sterili declamazioni non è poi cosa dn. garbar koppo a chi di promesse ha piene le tasche. E certo, so gli operoi delle officino ferroviarie e g'i altri impiegati han diritto di domandare che, dopo che si sono imposti di ogni sorta di sacrifici per assicurarsi una pensione per la vecchiaia, si piglino tutto lo misuro che possano proteggere ed assicu1·are questo loro diritto, sarebbero pienamente giustificati, anche dal punto di vista del 1->iùrigido conservatora, se rico"ressoro ad estreme risoluzioni, dopo di aver visto fallire tutti i tentativi legali. Al punto cui noi ci troviamo è perciò una doverosa necessità di pubblicisti radicali richiamare l'attenzione anche di quella parte del pubblico che per solito si disinteressa di certe questioni, sullo stato della cassa pensiono degli impiegati delle frr, ovie. 'ella tornata d, lla camera elettiva dol 13aprilo 1804, !'on. Sar.tcco faceva asc,0 ndere il deficit delle casso a 70 milioni circa, ma secondi) gli studii del Commenda torc Borgnini la passività delle casse ammontava invece alla cifra enorme di 185 milioni. Per Ll sola c.1ss.1 della Mediterranea l' ingC'gnere Crotti ha calcolato che nell'anno 1892 il capitale sia scemato di Vre 80,000. Negli anni consccuti vi fatalmente questo deùito si sarà più che raddoppiato, sia per le nuove pensioni da pagarsi, sia per altre spese. Nel periodo dal 1892 al 1893 si prevede uno sbilancio di 4,840,000 lire. Sorge allora spontanea la domanda : dove si va ? Poichè a voler pure non cedere al pessimismo che quasi a forza si sprigiona da coteste os,ervazioni, appare infinitamente problematico che la cassa possa essere in grado, in un tem1,o prossimo, di corrispondere le pensioni a cui si avrebbe diritto dai ferrovieri nella misura attuale, ed in tratto poco solo più remoto, compier·e, in generale, le sue funzioni. Il fallimento dell.1 cassa pensione non paro deprecabile, se non a, patto di qualche eroico provvedimento a cui si sobbar1 hi la società dell.; ferrovie, sola responsabile, co ne vedremo, dell'enorme vuoto. Calcoli erronei posti a base deìla istiluzione nel rog0l..tro la quota di pensionamento, errato apprezzare dello diffico!tà che assistono lo operazioni di assiouramento, forse auche frodi, Se]'puro queste non constino por niun 1·crso, e siano per altro presumibili, debbono ritenersi come la causa p:ù- o meno remota di riuosto disastroso siato delle casse pensioni. Ma non le sole . .i'i cl ID( ccanismo dei 1·cgolamcnti della rncietà delle fer1·oviC',vi sono certo disposizioni ohe abbandonano all'assoluta balht dei capitalisti tutto il personale impiegato, ma fra lo più sottili e cap:ici di mcra,iglio~o sfruttamento, appare una che pure ha l'aria di grande lil.,eralità usata dalla società ai suoi imi i<'g,1ti. L1rgheggiando di pensioni essa ha potuto disfarsi di un personale che gravava sui propl'i bilai:ci, non sì tosto questo raggiunse l'età strettamente indispensabil0 ad ottener la pensione. A ,:iuesto personale anziano essa sostituiva un personale di molto ridotto in numero e retribuito a pena per la metà di quello che il primo era .. \. tal modo la sode là si veni va assicurando delle l'Oali e fo;·ti economie, pagate dall:i. cns,a di pensione, cioè dagli impiegati stessi. E cosi lar;o era. il margine di economie che la società per c1ueslo mezzo raggiungeva da stimolare con premi di favore la messa a riposo degli impiegati o per tacifaro le pretese di questi, quando non si fossero accomodati alle adottate dispos1z10ni. Si accrebbe por questo verso ed aumentò il numero di quelli cito attingevano alla cassa pon-

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