326 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI pa.rlavano in modo indifferente e svogliato, come iun evento lontano del quale bisognava fra poco occuparsi. Le associazioni politiche erano nel periodo della preparazione, delle incertezze, delle combinazioni sapienti. Per lottare contro i clericali al potere, socialisti e liberisti sembrava non potessero accordarsi, ma si credeva generalmente che tutto si sarebbe poi accomodato. Mentre la borghesia, che fin allora aveil, avuto il privilegio delle preoccupazioni politiche, si disinteressava quasi del tutto, il popolo al contrario, chiamato dalla nuova Costituzione al diritto elettorale, cominciaYa ad appassionarsi all'avvenimento vicino. A Ronelis si vide appunto il primo fermento della massa operaia. Da tutti i villaggi erano venuti degli uomini impazienti di contarsi avidi di notizie; erano minatori dalle gambe deformi e dalle facce segnate di cicatrici bluastre, e vetrai dalle guance che parevano scottanti, e contadini da i gra.ndi gabbani turchini, e operai delle fabbriche e de' laminatoi. Così, senza nessuna parola d'ordine data, contrariamente anche alle promesse pacifiche degli anisi, quella manifestazione del libero pensiero, per la forza delle cose era commossa dalla febbre elettorale che cominciava a impadronirsi di tutta l'anima del popolo. Quante preoccupazioni da sessanta anni, per questo, quanti desideri contenuti, quante speranze rnlta a volta perdute! e il pensiero cli tutti s'orientava verso lo scrutinio futuro con l'impeto ciel vapore che precipita in direzione cli una valvola semi aperta. Gli accordi selvaggi che gli ottoni delle bande lanciavano agli echi, si riassumevano tutti in Marsigliesi che dicevano il generale intendimento: sogno oscuro di battaglia e di rivoluzione,. Passò una settimana, da quel giorno, una settimana snervante, di notizie contradittorie sulle forze su i dissidi sulla posizione elettorale. Ogni giorno si sperava di riescire a comporre qualcosa, e l'indomani patatrà ! tutto pareva compromesso senza rimedio. Per incalzare le cose e non lasciar indovinare nulla agli avver8ari si pubblicò un manifesto. Esso diceva: « Passeggero, che presto sarai chiamato all'esercizio del tuo diritto elettorale, non dimenticare che tu devi votare perchè il voto è obbligatorio, e che tu potrai farlo secondo la tua sola volontà perchè il Yoto è segreto. « Rifletti, perchè la cosa è grave. Pensa a coloro che ti son cari, a' tuoi figli a' quali tu devi preparar l'avvenire. E pensa anche al passato: senza dubbio tu ài patito l' ingiustizia delle nostre leggi; operaio, tu ài penato per un sala1·io di fame, tu ~ii visto massacrati de' tuoi fratelli nella m01·tale battaglia dell'industria, tu ài visto le loro vedove nella miseria e de' vecchi senza pane dopo una vita di lavoro ; commerciante, tu ài sentito il colpo degli scioperi provocati da una concorrenza sfrenata, e quello delle speculazioni finanziarie autorizzate da una leggè eh' è indulgente verso i grandi truffatori ; chiunque tu sia, oppresso dalla mostruosa potenza del denaro, o che aspiri alla giustizia e a ùn avvenire migliore, vieni con noi! « Noi vogliamo sapere i tuoi lamenti e i tuoi dolori per ripeterli là doYe ~i fanno le leggi! Noi andremo in tutti i villaggi per esporre le nostre idee e per conoscere meglio i desideri del popolo. Vieni alle nostre riunioni. « Diffida dei vecchi partiti. Essi ànno avuto il potere e non se ne servirono che per l'interesse egoistico e cruùele del capitale. Anche i clericali vogliono oggi farti pagare pitt caro il tuo caffè e il tuo pane. Diffida! essi ti alletteranno di· belle promesse e calunnieranno le nostre intenzioni. « Noi che non siamo ricchi che di abnegazione e di buona volontà, noi non potremo fare spese elettorali, noi non potremo forse rispondere, come bisognerebbe, alle circolari e a' giornali degli avversari. ma noi contiamo sul tuo buon senso perchè tu sappia discernere. « Se tu ignori il socialismo, impara ciò eh' esso è: non ascoltare le bocche interessate a ingannarti, ma informati con imparzialità, e se tu conosci il nostro programma tu sai ch'esso s'inspira all'amore dei derelitti. « Il socialismo è una dottrina di pace, di carità di giustizia e non può esser temuto che dai priviligiati e dagli sfruttatori. Nel mondo intero gli umili e i generosi ànno messo nel socialismo tutta la loro speranza. Vieni dunque ad aiutarci perchè esso trionfi ». Vedendo questo rosso manifesto su i muri ·neri letto con curiosit~, discusso, commentato, i democratici-sociali si chiedevano aJ11.gosciosamente·sneon avessero agito con molta fretta, e se il momento non sarebbe venute quando questo proclama sarebbe parso una ridicola fanfaronata. Gli individui e i gruppi che la lotta elettorale dovea rav\·icinare così strettamente erano ancora ostili fra loro e sospettosi. Nulla tuttav'ia s'era fatto trapelare, e quando la lista dei candidati, finalmente stabilita, fu pubblicata nel Journal cle Se1·meuse essa fu accettata come la soluzione più naturale e preveduta da tutti della necessaria al: Jeanza dei gruppi democratici E: socialisti. Essa del resto, era composta a seconda dei desideri dei lavoratori del pensiero e degli operai: la coltura dei primi avrebbe completato l'esperienza tecnica degli altri, e ciascuno di questi rappresentava le grandi industrie alimentatrici del paese: il carbone e il ferro.
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