RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 331 tito politico, come ben la rivelano, guardandovi addentro, le vaste associazioni, i numel'osi congressi, i programmi più o meno espliciti, le ultime vittorie amminislr..ttive, l'u.tteggiamento sempre più spavaldamente bellicoso, che stona co!l'antica rassegnazione di collitorti; anzi - meno le lustre ~ocialistiche - a noi pare la prima manifestazione di quella famosa. internazirmale nera - come la battezzò Bismark - la quale figura nei paesi più industriali, ed ora incomincia a far capolino anche nei paesi agricoli, che anch'essi si proletarizzano a vista d'oc.chio, maJg,·ado il poco o nessuno sviluppo industriale. Ad ogni modo non è a noi socialisti che ciò può arrecare sor!"resa, perché nel Belgio, Germania, Austria Ungheria., Francia ed altri paesi tale fenomeno i:;' è v, rifi<-a1o da parecchio tempo, ed in Italia l'abbiamo previsto ed atteso da un· pezzo; ci sorprende solo t lnto ritardo, il quale in linea generale non può SJ>iegarsi altl'imenti che col fatto che in Italia., a: causa del ritardato &vilupi,o industriale, tutto si sYolge con molta lentezza, e in linea particolare non può spiegarsi altrimenti - come bene o:;serva il Niiti - che « per la grande vicinanza del papato» che si adombra di ogni movimento, anche se ad esso favorevole, e che non vuo!e disgustarsi la borghesia cui g1 ida sempre lamentosamente: la religione è la forza più conservatrice, l'ateismo è la forza più dissolvente. Ed ha ragione, perdio ! L'Italia, pur troppo, dev'essere annoverata fra le ultime delle moderne nazioni; al ritarJato sviluppo industriale co,risponde ai,punto la ritardata organizzazione socialista o quindi la clericale, che dovunque la se;;ue con gelosia, come un'ombra. Mentre però la organit.Zazione del partito sociolista è stata subito notata fin dai primi passi, in quanto il soc_ialismo è una dottrina di grande efficacia espansiva, che colla sua audacia intrinseca non può fare a meno di far.si notare dall'osservatore più superficiale, la organizzazione politica del partito cattolico in vece; è meno notata, in quanto il clericalismo - vecchiume! - per sua natura facilmente riesce a confonde1•si col sentimento religioso, col quale può dirsi formi una cosa sola, e che per la innata ipocrisia riesce a dissimulare i suoi secondi fini. Le due organizzazioni ad ogni modo sono il prodotto dei tempi; sono le due forze legittime che si contendono l'indirizzo progressivo o retrivo da imprimere alla società, in un modo o nell'altro liberandola dall'atMa se noi conveniamo coll'anonimo scrittore - e la Rivista nell'accettare queste osservazioni dà prova della sua imparzialità e della sua onestà - che « questa grande efflorescenza clericale fl(\Il è che la espressione genuina del malcontento politico, delle sofferenze ecQnomiche, del disgusto mo1'.a1e, che in trent'anni di mal governo hanno saputo suscitare coloro che banno avuto in mano le redini dello stato », non conveniamo affatto che « la protesta clericale significa i,r...,t~sta ... contro la mancanza. di libertà, contro l'analfabetismo non ancora fugato, contro la corruzione ivadente in alto ed in b~sso, contro la menzogna e la ipocrisia che inquinano e discreditano tutta la vi'ta politica italiana». Il cler:calismo invoca tutt'altro che maggiori libertà, l'attuale sembrandogli già tl'OJpa; odia tutt'al!r,.:, che l'analfabetismo, da esso implorato come rimedio ~infallibile contr,) il p, rvertimento della ragione umana; :sbraita tutt'altro che conlro la corruzione invadente in cui non è stato mai secondo a nessuno; protesta tutt'nllr.:, che contro la me~zogna e l' jpocrisia, di cui è stato sem1•1•emaestro al mondo. Il significato attribuito alla protesta cle1·icale deve al contra.rio attribuirsi alla protesta socialista. È solo il partito socialista che aspira veramente a maggiori li}Jertà; che combatte seriamente, e non per buda, l'analfabetis:no; che sventra crudamente la corruzione; che attacca spietatamente la menzogna e l'ipocrisia con atti .di coraggio e di sacrifizio così el'oici che lrJvano riscontro solo nei momenti più epici deJla storia. Alla protesta clericale, che - a confessione dell'anonimo stesso - « fa suo pro· de1la superstizione delle campagne e doli' ignoranza:., deve attribuirsi solo la intenzione - di cui del re.sto non fa tanto mistero - di disfarsi anche di quel po' di buono che indiscutibilmente c'è nel mondo moderno, per tornare in pieno medioevo, alle corporazioni di arti e mestieri, alla vita claustrale, al santo uffizio, alla teocrazia universale. Da ciò può ar5omentar.si facilmente - ad eterna smentita dei ·maligni e degli ignoranti - che fra l'uno e l'altro un accordo qualsiasi è assurdo; che la vittoria dell'uno so.rà la morte dell'altro. rnvece un accordo che si va facendo coram populo è quello fra bol'ghesia e clericalismo. Ma, a difesa della bor;;hesia italian.i, dobbiamo dire che un tale accordo è generale, e non particolare all'Italia. Per questo motivo non concordiamo coll'anonimo, quando tuale ristagno. attt-ibuisce alla « decadenza del carattere italiano » Così dicendo non è che dubitiamo menomamente • il fatto che i borghesi, atei, volterriani e frammasdell'avvenire. Potrà accadere - l'ammettiamo - qual- soni, vanno più o meno formalmente aderendo al che breve so.>ta, o - sia pu1•e - qualche corto ri- clericalismo. Così vi aderiscono, non in quanto sono torno, ma della vittoria del socialismo sul clerica- atei volterriani e frammassoni ma in quanto sono lismo o ultramontanismo - come anche lo chiamano- bor&hesi, che dall'avverito al potere del partito sonon ci puè essere dubbio alcuno, se l'ammettono cialista vedono leso il loro interesse di classe, sormolti che non sono socialisti. retto sempre dal partito clericale. Essi fanno, nè più Biblioteca Gino Bianco
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