Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 20 - 30 aprile 1896

312 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI I tassinelleBanche DODOlari italiane Di un'a.ccusa, che non a torto i sinceri amatori del credito a vera base popolare, fanno alle b1.1nohe tedesche ed italiane, s'occupa il Luzzatti, industriandosi semprc1 a suo modo di difenderle e scagionarle. 1t noto ohe il tasso, ohe esse impongono ai lol'Odebitori - comprendendovi lo spese che nel caso di piccoli ammontari a brevi e quindi ripetuto scadenze, risultano non indifferenti - varia nei casi più comuni ed ordinari, da un minimo del 6 °lo fino ad un massimo del 10 °loIn mancanza di dati statistici dobbiamo, pur in tJuesto delicato argomento, accontentarci di quello ohe oi consta dall'esperienza nostra personale, ohe però abbraccia o largamente tutto il trentennio. E del resto cho le banche medesime giungano al tasso del 9 e del 10 °/o comprese le provigioni, oe lo dicJ lo stesso Luzzatti nella sua relazione da r.oi cornpulsata. E sebbene egli assuma che questi tassi eccessivi, che a nostro avviso rasentano l'usura, non Yengono applicati altro che in via eoceziomt!e; non avendosi dati statistici per apprezzare in modo esalto e preciso tale eccezionalità; e poiché ogli stl's;o stabilisce la massima del tutto antidemocratica, cioè eminentemente borghese e capitalistica, che: « a parità di condizioni, più povero è lo stato del debitore e maggiore dev'essere il premio di assicurazione confuso nella ragione dell' interesse a guarentigia del credito» - massima comr ben si vede non solo borghese ma addirittura usuraia - ne segue all'evidenza che il tasso massimo oscillante fra l' 8 e il 10 °lo, le banche popolari con solenne ingiustizia lo impongono ai più poveri. Abbiamo così nuova o chiara occasiono per oonvincer.:i, che le ~tesse banoho nella diffusione del crtldito fanno proprio ciò olie con acume di filosofo verista, 1,arlando degli uomini in generale, ebbe ad osservare il Leopardi, ne' suoi mirabili pensieri: « S' invita a pranzo chi non ne ha di bisogno ». Questa deduzione, anche senrn la sicurezza e la i:,rova fornite dai dati, é confortata in modo assolutamente indubbio dalle stesse ingenue confessioni del Luzzatti, che cioè l'uso del tasso massimo d'interesso delle somme prostate ò eccezionale, e va con sapienza borghese appiopp.ltO ai più pO\'C,ri, fra i clienti delle banche. D'onde segue con innegabile certezza che al !aut-i banchetto dello sovvC'nzioni e anticipazioni a fido personale si assidono, come a noi consta realmente, in prima linea, oioé ai posti di onore, i proprietari i capitalisti e i grossi industriali o commercianti, i r1uali sia puro in via eccezionale, quanto è maggioro la somma e lunga la · scadenza, a facilo sebbene intera e poriodioa rinnovazione, fruiscono del cradito verso le b:inohe popolari al tasso minimo del (3 °/o o anclto del 5 °lo- Tra il 6 e il 7 per cento, o loco più, ~i aiuta del pari con uguale e larga misura la mezzana borghesia, che come si ò veduto rappresenta por le banche popolari italiane circa il 90 °/0 della intera clientela azionista, senza contare la 111Onazionista che a maggior ragione dove presentare garanzie di solvibilità materiale. Lo bl'icciole ai pochi lavoratori, ohe come Lazzari, stanno a carponi sotto la tavola, e pur codeste poche povere briociole loro concesse per grazia, è d'uopo che essi le paghino a caro p1·ezzo sotto ogni riguardo. * * Pare che lo stesso Luzzatti senta la vergogna r.he ricade sugli Istituti da lui caldeggiati e strombazzati coi titoli di moralizzatori M educatori ddle masse, poichè egli por isousarli del loro peccato originale di concedere in via eccezionale, ma soltanto ai poveri, sovvenz'oni piccolissimo al tasso del 10 °lo, osserva ohe altrimenti yuei poveri sa1·ebbero costretti a rivolgersi ad usurai molto più avidi delle banche, i quali in denaro o in genere sogliono al 20 o al 30 per cento, prestare alla povera gente. Ma poichè i poveri, che col benefico tasso del 10 °lo possono essere sovvenuti dalle banche popolari, in grazia dell'accennata cccozional. tà di sim;li oasi, non sono che pochi, simi, ne viene che pure coli' istituzione democrntioa del credito creato ed organizzato dalla borghesia con tanta e mal simulata ostentazione, la gran massa dei lavoratori della campagna e della città, rimano dolorosamente in balia dell'usura privata, e non di rado come avviene in Sicilia (1) per i disgraziati carusi delle zolfata1·e, per opera degli inumani loro padroni e sfruttatori. 1'iè è bello, né ha va.lor serio e sicuro, ciò ohe dopo tutto questo viene di bel nuovo a sentenziare il Luzzatti allo stesso p~oposito dei tassi. « Dd 1vsto in questa materia ogni paese ha l' interesse ohe si merita e l'economia na.zionale coi suoi particolari fattori prevale sull'economia universale ». Pet· quanto oscura, o per lo meno non bene enunciata sifatta pretesa legge, del resto non iscoperta dall'apostolo della cooperazione italiana, ma ammessa o pronunciata da tempo da tutti gli economisti ortodo,si suoi pari, noi anco una volta non possiamo esimerci dall'osservare cito pur qui col consueto ritornello si fa un circolo vizioso dei più tristi od imperdonabili. Come ! le classi dirigenti, cioè borghesi, quelle che coi loro mezzi e con la sapiente astuzia creano le banche popolari e ne godono larga.mente i benefici ànno le sovvenzioni persino al 5 °lo, e poi il paese ha il tasso che si merita, cioè quello del 10 °I°? Ma di ohi è la colpa se ciò ha luogo: delle classi dirigenti o del paese? Poichè lo stesso Luzzatti non tarda ad osservare con cuore giubilante, ohe pure in Italia le burme cambiali si scon- (I) Vcgfasi a questo Jll'Oposito il bel libro dcll'on. Colajanni: • Gli avvenimenti di Sicila e le loro cause•· Palen11O, 1895.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==