306 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI Uno di questi conflitti è stato quello, che ha cagionato la dimissione del gabinetto Bourgtois; e ciò perchè il Senato si è attribuito una funzione pit1 che moderatrice creando una situazione assai imbrogliata. Stando alla logica ed anche allo spirito di una repubblica a base cli suffragio universale il Senato francese ha esorbitato. Con ragione il Goblet nella discussione sulle dimissioni del ministero l3ourgeois ha osserrnto che all'alta Camera se si può riconoscere il diritto cli opporsi alle riì'orme non le si può accordare quello di rovesciare i ministeri; poichè con questo diritto si arrivel'ebbe al seguente dilemma: o si subordina la Camera eletta dal suffragio diretto ed universale al Senato o si rende impossibile il funzionamento della costituzione, perchè alla Camera non si potrebbe negare la facoltà di abbattere un ministero, che godrebbe della fiducia del Senato. In questo ca o, e scoppiato un conflitto, si scorge· chiaramente che nessun goYerno si potrebbe reggere perchè avrebbe contro tli se la Camera o il Senato con eguale diritto ad abbatterlo. L'attuale costituzione francese non indica i modi di uscire dati' imbarazzo del genere di quello che ha costretto il Bourgeois a dimettersi; e si capisce che gli autori non avevano alcun interesse di provvedere. Essi erano monarchici e colla costituzione del 1875 intesero stabilire una monarchia, nella quale il Capo dello Stato ern una caeicatura di Re costituzionale i cui poteri durano pe1· sette anni; lo spirito che la informa è tanto sinceramente 1·epubblicano quanto fu leale l'esperimento della repubblica che i monarchici dichiararono di voler fare. Le riYelazioni fatte dal Generale Da Burrai], che fu ministro della Guerra nel Ministero del Sedici Maggio oramai hanno messo fuori discussione che il :Maresciallo Mac ~Jahon - il preteso caYaliere senza macchia e senza paura - cospirava sfacciatamente cogli altri ministri pee ammazzare la repubblica e ricondurrn sul teono il Conte di Chambord. Date le lacune della Costituzione, che cosa poteva fare il ministero Bourgeois di fronte al contegno del Senato? Ricorrere ad una specie di colpo di stato non tenendo alcun conto dei rnti contrari ricen1ti dalla seconda Camera? A noi sembra che questa condotta sarebbe stata imprudente e incostituzionale e che perciò le dimissioni non meritino il biasimo irato dei socialisti, che chiamano il suo riti1·0 d<1l ministero pii'.1che una abdicazione un tradimento. Ha fatto bene il Bourgeoi5 a dimettersi facilitando la soluzione costituzionale del conflitto; ed alla soluzione si verrà o per la prudenza cui si vedrà indotto il Senato che non vorrà spingere ad estremi pericolosi il suo ostruzionismo o per la revisione della Costituzione; revisione che dovrebbe riuscire ad uno dei due tipi di vera repubblica, che attualmente esistono: o al sistema presidenziale degli Stati Uniti o alla forma più democratica, a base di referend·um, che vige in Isvezzera. Per quanto ci riesca sgradito l'esito finale della crisi francese, non possiamo che ammirare il contegno della Camera dei Deputati. La quale allo annunzio dello dimissioni del Gabinetto Bourgeois riaffermò solennemente i propri diritti, che sono i diritti del suffragio universale, e la intenzione di proseguire nella politica delle riforme democratiche. E ciò riaffermo rntando la mozione Ricard nonostante le manovre dei reazionari, che per bocca di Lebon - cui rispose splendidamente Jaurés - sostennero che la Camera non arnva il diritto di votare nell'assenza del Gabinetto. In questo incidente finale della seduta emozionante il Presidente della Came1'a Brisson fu cot'· retto ed enel'gico nel difendere i diritti dell'assemblea; il suo contegno costituisce il rimpt'OYero più severo e pit1 meritatato verso quei Presidenti della Camera italiana che in casi simili si chiarirono complici dei ministeri in fuga e non custodi della dignità e dei diritti a loro confidati dai colleghi. Noi attendiamo sereni gli avvenimenti convinti che il ministero Mèline non potrà arrestarli e siamo sicuri che si arriverà alla democratizzazione e al consolidamento cleila repubblica. Ad ogni modo gTimba1·azzi attuali della vicina nazione insegnano che poco di buono c'è da sperare da una contraffazione di repubblica, eia una repubblica organizzata dai monarchici. LA RIVISTA. PRIMO MAGGIO 1896 La celebl'aziono della festa del lavoro del 1 ° maggio va sempre pit1 acquistando carattere universale e pacifico come più si va formando la sicura coscenza socialista. S'intende oramai che la nuova idea sociale abb1·accia tutte le varie correnti della vita collettiva umana, la quale da sè stessa si va trasformando. Ciò che talvolta turba questa evoluzione di cose è solamente l'ignoranza o la mala fede dei gove!'lli. Per una g1·ande illusione dello spirito umano si attribuiscono ancora gli avvenimenti sociali alrarbitrio umano. ~elle nazioni, così dette civili, impe1·ano tuttora uomini che c1'edono sia dato ad essi art·eslare una cor1'ente storica, agendo sop1'a una particolare classe di uomini con leggi restrittive delle libertà pubbliche. Tra Serse che battern l'Ellesportto e mozzava il capo all"ingegnere perchè la burrasca aveva di-
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