Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 19 - 15 aprile 1896

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 295 ossia il numero dogli abitanti è in rngione inversa di quello delle stanze. Di guisa che applicando allo caserme operaie di ì\lilano che hanno una popolazione superiore ai 500 inquilini e che tocca perfino il migliaio questo criterio desunto da mdagini fatte all'estero, si può presumere che esse alloggiano quel numero stragrande di persone in una superficie eccessivamente limitata e in appartamenti composti di 1 o 2 camere. La questione delle case operaie è da oltre 50 anni che è sul tappeto, dopo che nel •~7 nel Belgio cominciò un' agitazione in proposito, e senza essere pessimisti bisogna riconoscere che non ha fatto apprezzabili progressi verso una sicura ed ampia soluzione: nè può essere altrimenti. Non si dica che gli operai che stanno fuori di casa tutto il giomo e le donne che passano la giornata alla fabbrica, non amano arnre una casa pulita, arieggiata, sana: come non si narri ·di salariati che risparmiando possono fabbricarsi la casa e avere il giardino per coltivare la domenica. Sono storie ormai fallite o liquidate. La quest.ione delle abitazioni non è che una pal'ie della questione sociale, e non sarà sciolta so non con questa e pe1' opem dei lavoratori stessi. Ora solo vogliamo indicare come da un lato la slossa ~pecular.iono cap:talistica sia i11le1·ossata a po1·petuare lutte quello circoslame che rendono co!:-Ìmalsane lo abitazioni opeeaie, e dall'altra come tutti i tentatiri fatti pe1· creare comode e sane case operaie non siano riesciti nè riesciranno. L'Inchiesta ag1·a1·ia italiana axeva già con~tatato come le pessime condizioni delle abitazioni pei braccianti. pigionanti e sala1·iati agricoli in genere nell'Alta Italia dipendesse,·o dai proprietarii di case, i quali, essendo pochissimi quelli che si danno alla lucrosa speculazione di affittai· case a giornalieri di campagna, non hanno interesse a moltiplicare le case che deprezzerebbero le e ·istenti: e così mentre cresce il numero dei salariati agl'icoli che non hanno nè terra nè tetto proprii, resta stazionario il numero delle case, e aumenta singolatmente il fitto: e così ogni proprietario <li catapecchie cadenti, malsane, luride è sicuro di fittarle e ad alto prezzo. Lo stesso an,iene nelle città. La popolazione operaia cresce continuamente alimentata anche dalle immigrazioni campagnole, e nou sono cresciute le abitazioni pP1' essa. ~e può allontanarsi dai punti centeali orn offre la sua me1·ce, il lavoro, nè da quelli ove sO1·gono le fabbriche da cui dipende e intorno a cui ,·ive, come nell'antichità <' nel medio ern i .se1·,·i e i coloni virnrnno attorno alla l'illa del sig1101·C'.Le fahb1·iche sono i cenl1·i che l,anno una determinata perifc1·ia, dalla quale gli operai non po. sono soverchiamente allontanal''i. Entl'O questa i p1·op1·ieta1·ii di casa dettano la l<'gge, innalzando gli afntli o diminuendo l'ampiezza degli appartamenti, nè hanno alcuna ragione di tornaconto a fare miglioramenti e riparazioni, nè hanno a temere concorrenza perchè la loro posizione è p1·ivilegiata. .\gli operai non 1'esta che subire le condizioni, contentarsi di qualunque spazio e calcolar<' l'ampiezza della casa non dal numero di metri cubi d'aria di cui ogni uomo ha necessità per respirare, ma dal numero di persone che si possono stendere su un giaciglio per riposare. Rapporto di proprietà, privata rnlutazione della proprietà fondiaria, e speculazione sono gli ostacoli ad ogni miglioramento delle abitazioni operaie. Engel, il direttore della statistica tedesca, e il prof. Schmoller no1ano come queste caserme operaie pecchino tutte piu o meno per poca solidità: il che non toglie che siano sempre affittate e rendano più delle case ben costruite. Il proprietario è armato dai codici delle migliori prerogati rn, privilegio su tutti i crediti, facoltà di esigere il pagamento anticipalo e di imporre condizioni Yes,atorie, regolamenti a1·bitrari. Imboscato diet1·0 una legalità complice, egli usa ed abusa del suo diritto, che è il summimi JUS summa iniuria. r,· Engel, citato, calcola che le clas i operaie pagano per fitto 2J!l del salario a Berlino, l 1:1 a Yienna, ] 1l a Parigi. Le1·0.,·-Beaulieu con!-;(ala che i fitti nelle case ope1·aie aumentano sempre, senza che vi co1·1·isponda un miglio1·amento: si ha invece sollanto un semplice incremento nei benefizi del proprielat·io. Il prezzo dei piccoli alloggi è pii, elernto ptoporzionalmente che quello dei grnndi. Ciò dipende dal fallo che le case operaie sono poche, nè si posrnno di ·centrare gli operni se non mettendo a 101·0disposizione mezzi quasi gratuiti di traspol'lo. l capitalisti che amano la loro iranquillilà, p1'eferiscono costl'llire un bel palazzo abitalo da pochi mquilini con lunghi contratti, che inoalza1·e tre o quatto ca e popolate da :30 o 40 famiglie con contratti ti·imest1'ali: per queste si richiede un'ammini t1·azione; poi le procedure, i pignoramenti, le liti! Tutto ciò non è piacevole, e co~ì a pochi vampiri resta il monopolio delle abitazioni operaie. La fìlanl1'opia patronale ha tentato pit1 volte rn1·ie Yie p0t· 1·imediarn pron-edendo case sane, pulite, pe1· sf'ollare i centri e seminare nelle campa• gne modeste palar.zinc p<'r gli operai. Jla quali 1·i.ulti.ti m<';;chini e insufficiC'niis imi? Quali miglioramenti parziali e localiz,ati? I~ laddorn si è voluto crea1·e delle città opo1·aie o rende1·e il la- ,·O1·atoi-e]'l'Op1·ietal'iOdi una ca!'a pagala a rate, al che solo l'aristoc1·azia opel'aia potern aspirare, si è vislo che ciò ~i 1·isolr0ra piutlo~to in un ,,antaggio pel capitale che per le clas~i operaie e che cii> non c1·a che un espediente poi· il pad1·011edi grnrnl'O Yi< 1pp1i1 il giogo sul ala1·ialo. che l1·alte-

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