Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 19 - 15 aprile 1896

RIVISTA Dl PùLI'rlùA E SCIENZE SOùIALl tere con ogni mezzo violento e disonesto, perchè così 01•dinava il governo; e soggiunsero tra un malizioso sorriso ed una s1rizzatina d'occhi: Quando lei sarà al governo saprà appre::zare la mia devozione e la mia attività spiegala a suo beneficio! È necessario che i dipendenti del governo abbiano un concetto adeguato della propria responsabilità e che sappia~o. perciò, che gli atti illegali, anche se ordinati dai superiori, non vanno esenti da punizione. Bisogna far sì che ritornino quei buoni tempi, nei quali un Prefetto nel 1870 rifiÙtavasi di eseguire l'ordine dato da Lanza di arrestar.i Mazzini, perchè lo arresto lo riteneva illegale; e un Procuratore Generale Nelli ed un Procuratore del Re Borgniui prciferivano sdegnosamente dimette, si anzichè ottemperare agli ordini del ministro Pi1·onti di procodere contro Cristiano Lobbia. Il nuovo governo ha fatto qualche cosa che possa fare bene sperare di sè per l'avvenire prossimo? Ha sospeso il Prefetto Acanfora; è pur poca cosa quando si pensa che altri Prefetti dei quali si ebbe ad occupare il Parlamento, la stampa ed anche la magistratura sono stati semplicamente traslocati, eù alcuni migliorati di posizione, altri non molestati in modo alcuno; e citiamo tra i ]Jiù celel.,ri il Ferrari e il Celli. Ne si può lodare la circolare telegrafica diramata dall'on. Di Rudinì ai Pr.cifetti, appena insediatosi a Palazzo Braschi, nella quale esprimernsi una fiducia in loro che egli per il primo sa che non meritano. L'onorevole Ministro ha seguito l'uso e la sua circolare può considerar~i come una semplice formalità; ma questa fo1•.nalità nasconde una menzogna biasimevole in chi deve assumersi il compito di mor.1liZlar.i l'amministrazione. Nel quale compito non si può riuscire col cosidetto movimento dei prefetti; ma con un bravo decreto che dica: tanti prefetti destituid, tanti altri collocati a riposo. E il consiglio coraggioso e onesto è venuto all'on. Di Rudinì da un giornale, che in suo favore ha fatto e fa una brillante campagna: dal Don Chisciot:e. Non far sentire l'alito vivificatore nell'amministrazione nel senso su esposto equivale a lasciare intatti gli or 6 ani della illegalità e della immoralità, che potranno rimanere inerti sino a tanto che al centro staranno uomini rispettosi delle leggi; ma gli organi ritorneranno fatalmente alla funzione appena tolta l'azione dei centl'i inibitori. Se presso di noi esistesse la vera autonomia dei corpi locali ci sarebbe poco da fare e da dire sull'azione benefica del governo a loro riguardo; ma la tanto desidel'ata autonomia non c'è e siccome tutto il male economico o morale che sinora si è perpetrato nelle amministrazioni dei Comuni e delle Provincie lo si è fatto collo intervento diretto del governo e dei suoi rappresentanti o colla loro tolleranza, sosì sarà logico ed opportuno che nella misura consentita dalle leggi e per mezzo dei suoi rappresentanti che sono responsabili in gran parte del male fatto il governo operi il bene. Ci vorrebbero paNcchi numeri della Rivista per esporre sommariamente il guasto che c' è nelle amministrazioni comunali e provinciali - con particolarità nel mezzogiorno; ma è tanto conosciuto, che ci dispensiamo dall'intrattenercene. Del resto nelle sue attinenze colla. politica e sempre pel mezzogiorno da recente ne discorse in queste stesse colonne il nostro Sergio De Pilato (1). Limitiamoci a rico1•dare qualche caso per mettere in sull'avviso il governo attuale. In Sicilia conosciamo qualche titolato camorrista, che fu promotore attivo di disordini sanguinosamente repressi nel Decembre 1893 per afft:rrare l'amministrazione municipale; questo stesso signore che avrebbe dovuto es,ere trascinato, con più giusta ragione di tanti altri, innanzi ai tribunali militari invece seppe accaparrarsi la protezione delle autorità politiche e fece da testimone_ contro i socialisti e fu dopo tra gli ardenti cl'ispini; ora ha pubblicato un manifesto esultante per la caduta.... di Crispi e spera trovare appoggio e protezione nel!' on. Di Rudinì - sempr.i per ragioni municipali. Conosciamo una i,rovincia della Sicilia dove i caporioni, riuniti in vera as,ociazione di malfattori, per trent'anni cil'0a si sono trasmesso il potere e il poterè hanno usato per dilapidarla miserevolmente, intendendosela sempre con i vari prefetti, che vi si sono succeduti con vertiginosa rapidità. li consiglio comunale di una g1•ande città della stessa iso'.a è stato sciolto ripetutamente in omaggio ad un'accolta di così detti uomini di ordine - tra i quali sono senatori, deputati, professori - invisi alla imme-nsa maggioranza del popolo; e il governo, complici>, non solo ha accondisc< so alle voglie illecite di questa accolta di uomini di ordine, ma con sufl('ema viltà ha sacrificato ad essa molti pr.ifotti in pochi anni perchè non furono trovati abbastanza sfacciati e feroci per.secutori dei così detti sovversivi - tra i quali militano i gentiluomini più colti e più intemel'dti della città - che hanno avuto il torto di scavalcarli dal potere per sola volontà di popolo manifestata nei modi più corretti e più legali. Questi casi abbiamo voluto ricordare perché non sono singoli, ma tipici, e su di es~i su per giù si modellano ce1,tinaia di altri casi. Ess,i servono di avvertimento ad un governo che vogÌia liber.usi dalle strette disonoranti di uo.nini senza fede, senza principi, senza dLcoro, che strisciano come serpi e che sono pronti a tutti i servizi pm•chè siano lasciati dal governo avviticchiati alle greppie dei municipi e delle provin<:ie. ( 1) Coloro che anin~sero maggiori dettag-li lel!'gano: I crmtm/ini in Sicilia di S Sonnino; Le com/i.:ioni po/i. tiche e/ella Sicilia nel 187v di Fl'a1,chet1i; Le istituzioni municipali del Dr. Napoleone Col~janni. Queste opere non sono recenti; ma nulla è mutato in meglio, molto in peggio. E ciò eh' è detto. poi dei municipi e delle provincie della ~i~ilia si adalla a cappello ai municipi e alle provincie del continc11te mer idionalc. Si leggeran:io pure con mollo prolitlo: La rela:::ionee/ella tommis.tione (l'inchiesta pai·lamentare sulla Sicilia di R. Bonfadini e La relaziune C,,nti sulla pr,,vincia di 1\'apoli (1889). Pei casi recenliss'mi si lrgs-a: Gli avvenimenti lii Sicilia e le loro cause del Dr. N. Co!aj,inni, Paler,no 1895. Remo San- <lrou.

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