Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 19 - 15 aprile 1896

302 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZESOCIALI politica in simil genere d' imprese e servirsi dei nostri fantaccini, non bastandole i suoi. In seguito al nostro rifiuto, r;corse alle sue trnppe d' India, accettò un soccorso australiano. Rivolgendosi ali' Italia, intese di associarsi questa sua pupilla, farsele tutrice, finchè però le fosse convenuto a sfruttarla. Sai vo però a non fare per lei un sacrificio una concessione alcuna, che non ridondasse a suo sicuro vantaggio, Cosi essa seguita senza deb )lczze e senza sentimento di sorta, il preciso e serio andare della sua politica inflessibile fatale. E faceva bene. Così. · dovremmo imparare a far noi ». « Quindi se qualcuno doveva dimostraròi grato, era l'Inghilterra verso di noi. Invece, gJttati sulle aride arene massuine da un lato, di fronte ali' imper vio altipiano abissino, abitato dal popolo più guerriero d'Africa, e dall'altro dinanzi alle sabbie infocate del deserto, solcate dalle dense colonne dei ferventi dervisci coll'animo pieno del più esaltato spirito religioso, fummo noi che ci sentimmo grati alla donatrice di tanto interessato consenso, fummo noi che nutrimmo per lei, inesperti, il sentimento di una gratitudine non dovuta ». Poscia dopo avere esposte le trattative per la occupazione di Cassala, nelle quali l' Inghilterra mo!\trò tutto il proprio maltalento e la propria arroganza, il Generale Galdolfi così conclude al primo capitolo del suo importante e profetico studio della nostra politica africana: « Ora dinnanzi a questo modo imperativo e se vogliamo sotto un certo riguardo, anche poco giusto di trattare, quale poteva chiamarsi il negar credito alle stipulazioni nostre fatte cogli Abab e colle tribù del Barca, noi ci andiamo chiedendo come possa essersi formato in Italia il romanzo che l' Inghiltena ci avesse chiamati nel 1885 a Massaua per agire di concerto su Cartum, per dare a noi la nostra parte del Sudan e come se ciò non bastasse, per farci trovare le chiavi del Mediterraneo; come la finzione poetica che nel 1882 avesse offerto all' Italia d' intervenira in E 6 itto per dividerne il condominio, colla relativa parte d'influenza sul canale di Suez, del quale non possedevamo una sola azione. « La recente storia diplomatica di ChisimRjo insegni. Posto a guardia dell'entrata del Giuba che ci fu assegnato come delimitazione meridionale della nostra zona di influenza nella penisola dei Somali, non vi era dubbio che ce ne spettasse il condominio. Nessuno ne aveva mai dubitato. Ciò non di meno Chisimajo è dominio britannico. Chi vorrà da quel lato cnfl'Jl'il nel continente nerv, dovrà ave1•e il permesso dell'Inghilterra». « L' essere stati sempre amici dell' Inghilterra non vale. - Si sa che i deboli si appoggiano e sono volentieri gli amici dei forti, ma è altrettanto vero che i forti cercano spesso di sfruttare le ingenuità dei deboli -. Il giorno nel quale l'Italia si fa1•à temibile, anch'essa sarà per l'Inghilterra una rivale; vi sono dei sinto:ni e cieco chi non li vedo ». «Dunque? .... in Africa dobbiamo considerarci fin da ora abbandanati alle nosti-e fone, soli contro gli indigeni, e rivali dolle potenze europee che vi hanno interessi o ve li cercano. Questo è conforme all'ordine naturale delle cose e questo è sempre avvenuto da che vi sono colonie, da che mondo è mondo. Tutto il resto è ingenuità ». Ed ora s' inganni c!Ji vuole sul significato dell'azione parallela del!' Italia e dell'Inghilterra in Africa e sull'accessiono temporanea della seconda alla Triplice, noi abbiamo fatto il dover nostro dicendo la verità; e la verità è chiara: l'Italia ha speso e spende in Africa il donaro e il sangue dd suoi figli per comodo del!' Inghilterra; l' Italia colla T,·ip!ice ha fatto gl' intere~si dei due Imperi centrali in Europa e farà quelli dell'Inghilterra in Africa colla Quatruplice alleanza. Nulla di più e nulla di meglio. X. Repubblicani, socialeis.t..i.criminalisti Caro Colajarmi, :,;'ell'ultimo numero della tua Rivista (30 marzo) vedo cortesemente citato piì1 volte il mio nome. Ne sono grato agli scrittori di quegli articoli (Per l'economia cli una sommossa e recensione sul libro ultimo dello Scarabelli); ma mi preme di rilevare che non sussistono affatto i due cambiamenti di opinione, che ivi mi s.mo attribiuti. Mi,ntre tu stesso parlando del mio vecchio libl'O sul socialismo e cri?ninalità (1883) riconoscevi sin da allora che io mi dimostravo assai più socialista di altri; tuttavia v' è sempre chi, o in mala fede (come non è il ca~o ora) o per abitudine mentale. si compiace di far vedere che la mia adesione aperta lll socialismo nel 1893 sia stata un cambiamento di opinione, anzichè l'ultimo passo di una evoluzione mentale, sempre nello stesso ordine di idee scientifiche e politiche. Nel primo di quegli articoli, a proposito delle mie recenti dichiarazioni anti-monarchiche in Parlamento, fatte a nome del gruppo socialista, si dice che io, invece, « appena eletto deputato nel 1886 misi in burletta la repubblica polemizzando vi vace mente con ~- Colajanni nell'Epoca di Genova, bud<listicamente dichiarando che l'avvenire stava sulle ginocchia di Giove». Ebbene, io continuo a pensare proprio quello che sostenni contro di te nel 1886 e più tardi nel1' !tal.a dei gwva11i, pubblicata in Bologna da Guglielmo Fer1·ero, che è pure entr.,to nel partito socialista, mentre allora sosteneva la propaganda repubblicana. Io pensavo allora e penso adesso, che la questione della repubblica ha un' importanza infinitamente minore della questione sociale. Che il regime borghese abbia veste azzurra o rossa, io pensavo allora e penso adesso, d'accordo con i socialisti di tutto il mondo, che è perfettamente lo stesso. Pen~ayo però anche allora, e dis~i, che il passaggio dalla monarchia assoluta alla monarchia ·costituzionale alla repubblica è una legge storica fatale e, in questo rnnso dicevo allor,i che <.< l'aYvenire siede sulle ginocchia cli GioYe »; e in questo senso ho detlo or ora alla Camera che il compito di questo passaggio i socialisti lo la. ciano ad altri partiti « politicamente radicali ed economicamente conservatori » quali sono appunto i repubblicani. Intendo i 1·epubùlicani, senz'altro agget-

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