RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 277 camente dichial'ava che l'avrnnire staYa sulle ginocchia di GioYe. Non interessa molto sapere quali furono i fattori della evoluzione del partito socialista italiano, che lo rese più veggente sulla importanza della /'orma politica; forse esso s'avvide ch'era solo in Europa a pensarla in quel modo, perchè i socialisti belgi, francesi e tedesch; - chi non ricorda la lettera di Engels a G. BoYio? - non tralasciavano mai di dirsi repubblicani e non si credette tanta forza da creare una eresia nel seno del socialismo militante. ì\Ia il fatto della trasformazione avvenuta è tanto innegabile quanto confortante. Questa trasformazione autorizza a pensare che oramai i socialisti italiani pu1·i ecl 01·toclossi ritengono che forma e sostanza si compenetrano o che almeno la fase della repubblica è una fase utile e che si deve necessariamente attraversare prima di arrivare al collettivismo. Se così è: chi deve preparare ed affrettare lo avvento della repubblica? I repubblicani dello stampo antico? A giudizio della Critica sono paralizzati, non sono buoni che a smaltù·e qualche la boriosa cligeslionC'; sono morti e seppelliti. Dunque a meno che i piwi, gli ortodossi non attendano la proclamazione della repubblica .. dai monarchici, che si dovrebbero prendere la briga di rendere loro il servizio di preparare ed affrettare la fase utile e necessaria, bisogna che essi si decidano a cimentare la pelle per ottenerla e che guardino di buon occhio, anzichè disprezzare, gli avanzi del partito repubblicano che conservano ancora la volontà di combattere per l'antico loro programma. ln certi casi gli aiuti non guastano mai! Questa sembra a me la ·condotta logica e saYiamente politica di uomini e di partiti che volendo raggiungere dati fini dernno preoccuparsi dei niezzi opportuni. Ritenendo che questa logica abbia guidato il partito socialista italiano a Milano, come da per tutto, cli fronte alle dimostrazioni aVYenute in seguito al disastro di Abba Garima io credo che esso non abbia favorito un tentativo insurrezionale per prudenza bene inte,a e facendo tesoro di quelli ammonimenti, che Engels ha dato nella prefazione all'opuscolo: Le lotte cli classe in Francia dal 18°18 al 1850 del Marx, di cui si è occupata la Ririsla. Se questa p1·uclenza, che ci ha risparmiato una sommossa inutile e che sarebbe stata repressa nel sangue a lutto benefizio della reazione, fu lodevole nei socialisti lo fu del pari nei repubblicani, che sapevano e sannÒ di non poter contare fin oggi sulla fratellanza d'armi dei p1·imi,e la cui disfatta, quindi, sarebbe stata pii1 facile e più rapida. Ora se la pn1denza ci rispa1'miò una sommossa dannosa alla causa per la quale avrebbe dovuto promuoYersi, da quanti guardano serenamente agli uomini e agli avvenimenti non si potrà lodarla nei socialisti e biasimarla nei repubblicani. Sarebbe un'applicazione del sistema dei due pesi e delle due misure, e fa pena vederlo praticato dalla r:ritica Sociale. UN SOCIALISTOIDE. NIETZSCHE E D'AN~UNZTO Continuazione e fine, vedi N. precedente II. Il parallelo tra D'Annunzio e Nietzsche come scl'ittori non pnò essere meglio completato, che da quache cenno sui due uomini. Per qnanto non ·siano pochi coloro che vogliono esaminare l'opera d'arte indipendentemente dal suo autore, come separano l'arte da ogni concetto morale e sociale in omaggio alla formula: l'arte per l'arte, pure essi stessi quando possono trovare un caso in cni il concetto dell'artista venga illustrato dalla vila dell'uomo, con armonica unità, essi se ne compiacciono come di una rarità, che aggiunge pregio singolare e valore morale altissimo all'opera d'a,rte. Per lo meno anche ai loro occhi la vita dell'uomo rappresenta una cornice magnifica e adatta al quadro dell'artista. La corrispondenza tra l'uomo e l'artista, l'armonia tra la vita dell'uno e la, r,roduzione dell'altro contdbui non poco a circondare lo srnnturato Nietzsche di un' au1·eola che abbagliava anche gli avversari suoi. . Predomina negli scritti di Nietzsche la sincerità, il disprezzo della gloria e della ricerca del consenso dei contemporanei; egli ci teneva ad essere inattuale, cioè a non essere del suo tempo; visse sconosciuto tra i ·suoi contemporanei e con l'amarezza profonda di sapersi sconosciuto ; ebbe fede nd suo ideale e continuò a propugnarlo sino a qu11ndo non gli si chiusero dietro le porte del manicomio. « La vita << spirituale di Niet.zsche, dice una donna, che lo co- « nobbe da vicino - la signora Lou Andreas-Sa,10- « mé - dipendeva esclusivamente dalla sua vita af- « fettiva. Dove lo spingeva il suo istinto, il s110 spi- « rito si spandeva a pNfusione. « On tende, aggiunge l'Albert, à fairc croirc que « l' interèt essentiel du philosophe rèside dans sa po- « lemique contre la morale altruiste. Gomme psycho- « logue et comme moraliste, immoraliste, disait-il, sa « valeur est incomparable. Mais qtte l'on jette un « coup d'oeil su1' sa vie et l'on verra, qu'clle est do- « mince tout enticre per un idée unirJue, l'idée du « sacri(i,ce, la joié dii sacri(i,ce, vertu cssontiellement « chretienne ».
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