... RIVISTA Di PòLITWA E SÙIÈN'ZE SOCIAU 275 Presidente del Consiglio dei ministri, la spedizione di Massaua, e chi impedì a Crispi P!'esidente del Consiglio ed a Mocenni ministro della guerra di richiamare Barattieri e di risparmiare ali' Italia il disastro di Amba Garima, risponderemo - diamine! - che fu un altro ... Come no? Che fu un misterioso Innominato, che aveva ed ha -la forza diabolica di suggestionare i ministri del regno d' Italia. Infine, a scanso di disturbo all'Ufficio d'istruzione del Tribunale penale di Roma e di danni alla nostra amministrazione e di ritardo nello invio della Rivista agli abbonati, dichiariamo al sig. Procuratore del Re, che siamo pronti a sottoporre alla sua censura preventiva gli articoli da pubblicare. Torneremo così ai metodi del regime borbonico-papale, ma essi avevano almeno il pregio della sincerità. LA RIVISTA, ~~-"../'-./'../ PERLAECONOMIA DIUNASOMMOSSA La C1·itica Sociale (16 Marzo 1896) in un articolo smagliante per lo stile - come sono tutti quelli dovuti alla penna di Filippo Turati - ha fatto della filosofia su Abba Garima e sui tumulti che il suo annunzio proyocò, ed ha costatato che nell'Alta Italia e in parte dell'Italia Centrale è l'arena della rivoluzione futura; che nel mezzodì è ancora il campo delle sommosse .. Consento nella distinzione e, tralasciando tutte le altre considerazioni che essa mi potrebbe suggerire, aggiungo che la rivolurione futura del settentrione verrà ritardata dai grado di evoluzione del mezzogiorno. Da quella distinzione, fondata sulla dolorosa realtà, si dovrebbe dedurre - e da tutto l'articolo della Critica bene esaminato si può dedurre - che la sommossa sia un evento da evitare; non si capisce perciò come lo scrittore della valorosa co~sorella milanese - di ordinario tanto buon loico - abbia potuto trarre argomento dalla mancata sommossa in Italia per infliggere un biasimo al partito repubblicano alla cui impotenza attribuisce il fatto. Riproduco integralmente alcuni brani dello scritto del Turati perchè meglio emerga il suo concetto e non si suppongano arbitrarie le mie induzioni. Egli, tra le constatazioni che gli suggeriscono gli ultimi avvenimenti pone queste due - che sarebbero la terza e la quarta-: « Terza: deficienza « assoluta di un partito repubblicano vitale, orga- « nizzato ed organico, in Parlamento e nel paese. « In Parlamento; dove gl' irreparabili cinque mi- « nuti del Mussi passavano mentre l'Estrema aiz- « zava e la Destra attendeva, senza l'atto risoluto « che in quel momento avrebbe affrettato di anni « l'evoluzione politica d'Italia. Nel paese; dove in- « vano ai repubblicani furono chiesti cinque uomini « conosciuti ed autorevoli che assumessero, in te- .« sta di colonna, la responsabilità della situazione. « C'erano anc01·a lab01·iose digestioni cla smal- « lire. E queste cose notiamo non per dispetto, « anzi con amara tristezza : chè fummo insieme a « fremerne con qualcuno dei répubbÌicani, che non « meritan di trovarsi in quella compagnia. Ma la « verità non gioYa dissimulare. La dinastia fu « so1·1·ettadai radicali e dai 1·epubblicani. Ciò « nulla muterà al corso e alle grandi linee della « storia, ma insegna su chi e fin dove sia da con- « tare. « Quarta e ultima constatazione : la testa fredda « e la chiara coscienza dei mezzi e del fine nei « socialisti. DJl mo1Jimento essi i propulsori, « essi il nucleo; senza essi cascava come un « sacco vuoto. Seppero gio1Jarsi del momento: « senti?·ono .che i fini futuri non li dispensa- « vano dal dovere pi·esente; diede1·0 all'agita- « zione il pensiero animatore e avrebbero dato, « occorregdo, le carni alle fucilate. Ma nè l'orga- « smo dell'ora, nè la paura di essere sospettati « di viltd, li spinse oltre i segni certi entro i « quali stava l'interesse, nettamente apprezzato, del « loro partito. A Milano, il sabato in cui l'agita- « zione pel funerale della vittima Osnaghi ripro- « duceva, come ricalco, quella pel fuaerale di Vie- « tor Noir a Parigi, dopo un breve C(llloquio col « prefetto, il cui divieto birresco li faceva, essi « soli, arbitri della guerra civile, essi si raduna- « rono e librarono il da farsi. Il movimento pa- « reva omai incoercibile, ma il prefetto scher- « mendo la legge che citava, aveva decretato « il piccolo stato di assedio, gua1'nigioni fre- « sche e sicitre empivano i quarti"eri poc'anzi « deserti e agli sbocchi della città si dissimu- « lavano i cannoni. Il corteo dell'indomani sa- « rebbe stato la legalità, ma sarebbe stato il «massacro; e con quali e(Tetti? a pro di chi « e di che cosa? La risposta a tali quesiti fu il « manifesto dei socialisti, che diffuso la sera, a « diecine di migliaia nella città e nei sobborghi, « percosse il movimento di sincope. Virtì1 meravi- « gliosa di una salda organizzazione, di una chiara « visione dei fatti e di un sentimento virile della disciplina ,, . * * * Leggendo queste due constatazioni della C1·itica Sociale ho provato un vivo rammarico perchè esse mi hanno fatto questa impressione: l'autore per procurarsi la voluttà cli scagliare delle eleganti invettive ai repubblicani è andato incontl'o a molte contraddizioni, a giudizi erronei su cli alcuni uo-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==