284 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALE porzione tra le bocche affamate e le cose esistenti e indispensabili per sfamarle essa non si prese molta pena per scioglierlo e il Dottor Malthus saltò a dire ingenua.mente : La terra non è più capace a nutrire la massa della popolazione, bisogna quindi diminuire questa massa. E predicò la non procreazione ma solo per i poveri. Poco mancò che ei consigliasse senza scrupoli, come il buon Aristotele, l'astinenza con la donna e godersi i bambini per sfogare la libidine, ò addirittura proponesse la castrazione di ogni nato senza rendite o la riforma della società umana prendendo a modello l'associazione delle formiche o delle api, in cui alcuni individui soltanto ànno il privilegio della procreazione, mentre tutti gli altri non ànno sesso e sono obligati a lavorare per gli individui integralmente sviluppati. Il cennato dottore adunque afferma che è necessario provvedere in modo che l'aumento di popolazione corrisponda all'aumento dei mezzi di sussistenza; ma cerchi egli quanto vuole la soluzione del grave problema, non la troverà certamente nelle presenti condizioni sociali, nell'odierno ordinamento capitalistico industriale. Malthus però trascura l' elemento del rapporto testè accenr{ato e si preoccupa più d'ogni altro anzi esclusivamente dello accrescimento della popolazione, il cui timore lo fa trascendere a delle esagerazioni o meglio a delle al,berra~ioni. Giacchè niente altro che una abberrazione è il freno preventivo nel quale egli ritrova, Leato lui! il sa natotum, il rimedio a tutti i mali a tutti gli inconvenienti. E bandisce questa ere· sia che bisogna porre un freno alla tendenza generativa dell'uomo, che bisogna attutire in esso i sentim~nti di famiglia, perchè in tal guisa la popolazione cresca di meno e si mantenga nei limiti corrispondenti al lento crescere dei mezzi di vivere. Quindi l'umanità si trova fatalmente nella necessita di scegliere fra queste due vie: o dare ampia espansione alla popolazione nel qual caso la lotta determinerà chi dovra partecipare al banchetto della vita e chi esserne vittima, con un processo continuo di selezione, ovvero frenare nell'uomo la potenza generativa in modo che la popolazione rimanga stazionaria. E questo freno preventivo ragion vuole, continua Malthus, che si applici alla numerosa classe proletaria perchè essa manca dei mezzi a sostentare e ad assicurare l'esistenza alla sua prole. Volete voi quindi, io chiedo, per questa supposta esuberanza di popolazione condannare al celibato chi sente maggior bisogno della famiglia, perchè in essa soltanto rattrova la quiete, in essa le ineffabili gioie, il conforto ai suoi dolori, e volete offrire un incentivo maggiore e una pietosa giustificazione alla prostituzione J erchè sterile e improduttiva? Vorreste frenare i sentimenti spontanei, l' innate tendenze a tan·ti milioni di individui solo perchè privi di rendite e costretti a vivere col proprio lavoro? attutire in essi i bisogni più innati, gli istinti della carne e togliere loro questo ideale, questa santa meta della costituzione di una famiglia che offre le gioie della patèrnità? Non vi accorgete che in tal modo volendo porre un rimedio alla infermità, date l'ultimo colpo perchè l'ammalato se ne muoia; non vi accorgete che in tal guisa ragionando verreste a consacrare questo odioso dualismo, riconoscere come istituzione legittima la prostituzione e a demoralizzare ancor più la società facendo scomparire l' istituto che fra tutti rimane il meno intaccato: quello della famiglia? Questa morale borghese informata allo egoismo più feroce e che viene così bene rappresentata dal Malthus non può nè deve seguirsi, giacchè il socialismo, questa bandiera di pace e di amore, questo nuovo orizzonte che sempre più irradia e s'avanza trionfante contrappone la parola della scienza vera e indica la via sicura i mezzi efficaci a che tutti gli uomini abbiano il diritto e la possibilita di partecipare al banchetto della vita senza che si richiedano salassi , che si consacrino privilegi o si decretino privazioni òd astinenze contrarie alla natura umana. Col ragionamento malthusiano il problema della vita non avrebbe dovuto apparire in tempi QJ.Oltolontani dai nostri, in cui la popolazione mantenevasi in propor• r.ioni assai ristrette, quando non se ne lamentava la esuberanza di oggidì, eppure anche allora, la storia ci insegna, sorgeva come spettro la miseria dei più di fronte alla ricchezza smodata dei meno, anche allora, preoccupava la mento dei filosofi dei politici il desiderio di migliorare )J condizioni misere delle /classi infime. Lo esquilibrio tra i mezzi di sussistenza e la popolaz.ione esi.;te Ìn fatto, non già però quelli considerati assolutamente e nella loro potenzialità, bensì relativamente alla organizzazione sociale, giacchè i mezzi di sussistenza non crescono come dovrebbero e potrebbero crescere e subordinatamente non sono distribuiti equamente, essendolo piuttosto in modo che ciò che è destinato a soddisfare i bisogni di un solo individuo basterebbe a so_stenerne centinaia. Quindi fratta.si di distribuzione molto diseguale di questi mezzi, di inerzia in coloro che pur avendoli in esuberanza r.o'.l li dirigono, nè li impiegano pel bene dell'um~nità, e infine di sperpero inutile e dannoso di essi. Vediamo infatti ovunque immense estensioni di terre deserte ed incolte, latifondi sterminati, paludi-e maremme non ancora asciugate, boschi non dissodati e senza andar tanto lontano tra noi ben quasi un quarto di territorio inattivato, eppure centinaia di !31igliaia di contadini ed operai emi'grano per mancanza di lavoro e di impiego. A tal p1·oposito Nordau nota che se tutto il suolo Europeo fosso coltivato co:ne quello del Belgio invece di nutrire 316 milioni di bisognosi potrebbe offrire lautamente i mezzi di sussistenza a ben 1950 milioni di individui cioè un numero maggiore di
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