Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 18 - 30 marzo 1896

RIVISTA Dl POLITICA E SCIENZE SOCIALI 283 cilmente può, per questo lato, afferrare il nesso intimo tra l'etiologia dei reati e la distribuzione dei prodotti sociali. · !\fa un altro lato non a tutti noto rivela la colleganza tra la criminologia e lo scambio delle ricchezze. * * * È ormai risaputo che le ricchezze con i rJ!ativi mezzi di produzione s'accentrano sempre più in poche mani; permettendo a chi le possiede di gavazzare nell'abbondanza senza lavorare. Nei tempi antichi o nel medio evo la ricchezza, accompagnata quasi sempr-e dalle cariche pubbliche e dall'uso delle armi, dava agli ottimati, ai beniamini della fortuna, modi vari con cui esercitare le loro facoltà riuscenti spesso a reali benefici per le comunità; ma oggi la ricchezza scompagnata da meriti e da funzioni sociali, non permette che l'inerzia beata e le raffinate corruzioni. Tutte le psico-patio : il morboso sentimentalismo, l'incessante brama di nuovi e strani 1iaceri e di voluttà pasmodiche che nascondono veri e propri delitti, sono dati in gran parte dall'ozio, assicurato da una opulenza che vive degli altrui sfruttamenti permessi dall' inumana ripartizione della materia sociale. Max Nordau ha scritto un bel libro sulle degenerazioni conducentici alla decadenza in arte e ad altre miserie sociali, ma non s'è notato come quest11. arte è dovufa. ai gusti depravati d' una classe che potendo comprare tele, statue e libri, cérca nello \ strano ~ nell'assurJo la soddisfazione di bisogni e sentimenti artificiali ripugnanti alla media moralità ed al sano concetto della vita. Solo il lavoro proficuo che stancando corpo e mente riconduce l'uomo alla semplicità e normali ti dei gusti e delle abitudini, può rigenerue tante miserie e tanti pe1•vcrti01enti. Però esso non ~ possibile eh~ là ove un bisogno l'impone eu il bisogno può nascere da quell'organizzazione della produzione e dcli~ scambio la quale richiede ad ogni uomo l'utile impiego delle sue attitudini per vi vere. Finchè ciò non sarà, i delitti provenienti dalla corruzione delle classi ricche non spariranno come non sparirà la disperata protesta dei bassi strati sociali, appellantesi mafia, camorra, brigantaggio. Ecco come i postulati della Scienza Economica si intrecciano con le ricerche positive della Scienza Penale. * * * Già da Morsclli da Colajanni e da altri furono Tilevati le decadenze cd i delittuosi pervertimenti delle aristocrazie e delle dinastie imputridite nell'accidia e nelle orgie godute pe1• un ingiusto sistema sociale che vieta agli opulenti la rinnovatrice gara per il predominio civile. Ma la Scienza Penale, completata dalle investigazioni della psicologia e della psichiatria deve ancora approfondire di pili questo tema dell'influenza della ricchezza dissipatrice ed oziosa su i gusti e le abitudini dei grandi degener.1ti perpetr.,1,nti delitti, che si circondano di raflinatezze artistiche e di elevatezze. mentali. La Scienza Penale evolventesi a seconda le nuove esigenze della società e svelante con l'aiuto della psicologia quanti bassi sentimenti e quanti turpi fatti sono collegati con l' eccesso della povertà e della ricchezza, mosti-erà che la civiltà vera non può aversi che con una relativa uguaglianza delle condizioni economiche; la quale equilibra passioni e ragione, e ci spiega perchè il medio ceto è sempre alla testa - almeno degli ultimi tempi - delle ardite e benefiche innovazioni. In tal modo questa disciplina dei delitti e delle pene concorrerà anche essa a quella trasformazione radicale che è reclamata dal socialismo e che rige. nererà il mondo: poggiata essa su i fatti, non sarà. più una casistica, ove cadono i gonzi e da cui sfuggono i matricolati birboni, ma sarà una vera scienza che con l'evoluzione dei 1·eati finirà per esserii un capitolo dell'Etica Sociale. Un'ultima parola. Se diamo uno sguardo ai cultori italiani dti!la sociologia Criminale vediamo che essi come Colajanni, Ferri, Berenini, Zerboglio, etc .... sono socialisti, vogliono cioè, una trasformazione nelle teorie economiche e nel relativo sistema sociale. È ciò un caso, o lo studio della criminalità eondusse costoro, per la stretta connessione dei fenomeni a chiedere radicali rifot•me economiche in pro' degli 01,pressi? FRANCESCO DE LucA. ~~/'\,.,/"\ ✓, /",r--../"../"'""'-./"'-./"._ /"'\. ,-.,.._,,,,.....,__r---.~ LAMORABLOERGHESE: ILMALTHUSIANISMO La soluzione del problema sociale è l'incubo del secolo che muore, come lo fu dei secoli trascorsi, perchè esso s' impone in nome della umanità. Ma l'opera individuale di pochi volenterosi o anche di molti, senza concorde cooperazione, senza unicità di obbiettivo, senza identità di rimcdii è come l'opera dissennata di un uomo che lotta a capo perduto contro la bufera che imperversa o che vuol fermare l'impeto di una fiumana che invade minacciosa straripando dalle sue dighe. Donde questo stato ano1·- male, questo disagio economico, que~to incubo feroce, questo nemico che ci sopraffà nella lotta della vita? Donde questo continuo arrabbattarci, questo triste avvicendarsi di odii, di persecuzioni, di vendette; donde questo disquilibrio ognor crescente, questa lotta per l'esistenza divenuta ancor più disastrosa che reclama sempre delle vittime? Quando alla morale capitalistica si affacciò il problema della spro-

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