RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 265 di scambio. Quell'autonomia pertanto è un anacronismo il quale perpetua il contrasto fra il sistema legisla,tivo e la unità della vita economica. Il Codice di commercio deve dunque compenetrarsi nel civile e il diritto privato assumere forme e contenuto nuovi per modo da non far subire ai consumatori una legge che è fattà ad esclusivo favore dei commercianti, espressione di una vera lotta di classe a rovescio, lotta dei contraenti commercianti contro i contraenti non commercianti, lotta del grande capitale contro il piccolo capitale. Impossibile dunque ritardare la riforma dei codici, la quale, prendendo le mosse dall'ultima fase della evoluzione, deve reintegrare l'elemento individuale nell'elemento sociale spostando il diritto privato dalla unità individuale alla unità sociale; dalla proprietà, al lavoro.~ . Oggi non è più possibile nè un codice civile che è la legge di quella piccola parte della società che ha nelle sue mani il possesso fondiario, nè un codice commerciale, legge di classe, che offre in olocausto a certe pretese esigenze mercantili gli interessi dei consumatori e che arma contro il pubblico quel capitale improduttivo commerciale che poi compie o vere spoliazioni, o genera perturbazioni economiche, come le crisi e i fallimenti. Oggi si deve parlare di un codice privato sociale, il qm,le adatti gli istituti fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente a' postulati del socialismo scientifico alla mercè di una maggiore limitazione sociale ddla liberlà e di un correlativo aggravamento sociale anche maggiore della responsabilità individuale, sia ne' riguardi dell'attività genesiaca, (eqitiparazione della prole illegittima alla prole legittima - ricerca della paternità - rinnovamento delle istituzioni pupillari e della pati·ia podestà - istituzione dei beni di famiglia - riduzione del grado sitccessorio ecc), sia ne' riguardi deL l'attività procacciatrice (coordinamento a un comune principio delle varie forme di prop,·ietà individuale - ampliamento delle modificazioni ond' è suscettibile la teoria delle se1·vitù a vantaggio sociale - adattamento del principio giuridico della Comunione alla proprietà della terra e alla socializzazione mercè una forma socialmente perfetta di collettivismo - revisione del sistema contrattuale e, in ispecie, del contratto di locazione- di opere e di servizio ecc.). Già, governanti e legislatori, conservatori per istinto e individualisti per nascita, per forza di leggi o di consuetudini, si piegano lentamente a socializzare istituzioni e diritti. Strade, fer1ovie, poste, telegrafi, telefoni, musei, pinatocoteche, biblioteche che prima erano proprietà e funzioni individuali, sonò diventati proprietà e funzioni sociali, alla stessa guisa che la illuminazione pubblica, i pubblici giardini, gli · acquedotti e le fontane, i presepi per l'allattamento, le case di correzione, gli asili per l'infanzia, l'istruzione primaria, e, in parte, anche l'istruzione secondaria, sono esempi dì collettivizzazione o socializzazione dei ~ezzi di godimento e di produzione. Una serie di leggi speciali, addiettive o estravaganti ànno allargato ampiamente la sfora del diritto privato, e, accanto a queste, altre leggi dette sociali crearono instituti nuovi diretti a consacrare la esistenza e il funz,onamento, i rapporti e la tutela di persone, beni attinenze nuovi, rappresentando altrettante deroghe ed eccezioni ai canoni indi vidualistici dei codici che rispecchiano le condizioni economiche, sociali e giur~diche di un periodo oltre passato. Deroghe ed eccezioni che, allargandosi con crescente rapidità, finiranno per esautorare del tutto i vecchi codici. Di qui la necessità di codificare il diritto privato quale è venuto evolvendosi dalle nuove relazioni economiche e s0ciali per modo che la legislazione organizzi e coordini intorno ad un unico principio scientifico il vecchio e il nuovo, sulla base dei bisogni manifestatisi nella vita sociale contemporanea. * *. Questo il contenuto, questo il fine dell'opera coraggiosa e geniale del Tortori. Arduo e paziente lavoro di analisi, di critica e di ricostruzione il quale non avrà l'effetto che sembra vagheggiato dall'autore, di ammorzare, cioè, la lotta fra capitale e lavoro, ma, al contrario, quello di rendere anche più manifesto e stridente l'antagonismo fra proletariato e borghesia segnalando le graduali conquiste che il primo ha fatto e stà facendo ai danni di questa, cui l'azione incalzante del proletariato cosciente costringe ad ap1,licare, a vantaggio dei diseredati, que' principi di c 6 uaglianza e di libertà in nome dei quali essa è surta a combattere e sopprimere ogni forma di privilegio. Avv. VI'l'T0RIOOLIVIERI. -/'-../". /'-..,~/ /,./"'-..../~/',.._/'\,,/"~~ ELOQUENZA DELLE CIFRE · L'ultimo numero dell' ottima Revue Socialiste (1) ha una rassegna del Thur0w sul partito socialista tedesco nel 1895, dalla quale to 6 1iamo alcune cifre che e' inspirano una forte malinconia pel confronto coli' Italia eh' esse ci suggeriscono. Vogliamo occuparci delle sole cifre, ma sentiamo il dovere di constatare, di volo, che in quella Germania che da noi ancora si chiama feudale, e che inoltre ha per imperatore un pazzo non privo di simpatiche qualità ed infervorato pel diritto divino, i deputati socialisti godono in Parlamento di una libertà di parola e di condotta eh' è assolutamente sconosciuta in questa Italia così detta democr..itica, eh' è una umiliante cario,,tura di quello che dovrebbe essere una nazione. A questa conclusione veniamo riflettendo a due noti incidenti svoltisi nel Reichsta/ (I) Febbraio 18%.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==