RIVISTADI POLITICAE SCIENZESOCIALI 259 tutti i sofismi immaginabili quella quintessenza di basso -utilitarismo condensato nell' ordine del giorno Torrigiani? Quello fu l'atto - unico negli annali p:1rlamentari , e sfidiamo formalmente chicchessia a citarcene uno simile io tutti, anzi nei peggiori parlamenti del mondo - che innalzò la bandiera dell'ittilitari~11io basso e turpr, Con quell'ordine del giorno si calpestarono I~ leggi 11iorali e il parlamento e il paese oggi scontano il delitto di averle lasciate calpestare, Senza quell'o1·dine del giorno l'on Crispi sarebbe stato deferito ai tribunali per reati comuni; l'on. Barattieri sarebbe rimasto a godersi i suoi ozi di Capua ; r Italia non avreLbe fatto annunziare nell'almanacco di Gotha l'annessione del Tigrè ! Oh ! non si violano impunemente le leggi morali: lo insegna inesorabile la storia. L' Italia in preda al più basso utilitarismo, personificato e glorificato dal Guicciardini, in altri tempi violò e lasciò violare le leggi morali e fu vilipesa, saccheggiata, squartata dallo straniero, La Francia sacrificò per Yenti anni al vitello d'oro calpestando e lasciando calpestare ogni legge m01·ale e fu invas11,vinta, umiliata, smembrata nell' année te1·- 1·ible. L'Italia risorta volle di nuovo prendere a suo criterio direttivo il basso utilita1·ismo - a base di, mise1·iae non di 1-icchezza - ed ha avuto il dolore e l'onta di Amba Alagi, di Makallè, di Abba Garima. SEQUESTRATO LA RIVISTA. ~ In questo momento in cui si parla tanto del1' Africa, il volume del Dr. Napoleone Colajanni - POLITICA AFRICANA - è di grandissima attualità. Gli abbonati che chiedano il volume alla direzione della " Rivista ,, lo avranno al prezzo di L. 1,50. Dr. Napoleone Colajanni - CONSULE CRISPI :- Auto-Difesa (fu sequestrato durante il periodo elettorale). L. 1,25. L'alcoolismo: Sue conseguenze morali e sue cause. L. 3. La Sociologia Criminale: Due volumi di 1300 pagine con una grande tavola. L. 13,50. La politica coloniale: Un volume di 320 pagine L. 1,50. Gli abbonati della Rivista godranno dello sconto del 25 010. RIFORMAUNIVERSITARIAC 1 ) Nel numero 14 di questa Rivista fu scritto della riforma universitaria in gestazione, esaminando le nuove e non buone condizioni che essa proporrebbe di fare alla libera docènza. Le considel'azioni dell'anonimo collega mi sembrano molto assennate e a gran parte di esse sottoscrirn. Qualche riserva vorrei fare sulla fiducia speciale che gli ispil·a il vedere presieduta dall'on. Bovio la Commissione parlamentare di cui fu testè rèlutore ]'on. Fusinato, e sulla speranza (o meglio direbbesi, non· à·i.;piranza) che l'on. Baccelli permetta qualche libertà alla discussione ed al voto del parlamento. Quanto alla presidenza del Bovio, s' io non erro, i frutti che da un simile fatto poteano attendersi sono già venuti. In che altro può esplicarsi, o per quando si riserba di esplicarsi, l'autorevole influenza e l'opera del presidente di una commissione parlamentare, allorchè i lavori della commissìone sono compiuti, e la relazione, con le proposte nuove, da questi lavori uscite, è già stampata e ufficialmente distribuita? Da ora in là, l'on. Bovio, anzi, ha ben minore libertà di discussione e di voto, di quella che avrebbe come semplice deputato. Ma su di ciò non conviene insistere, chè si tratta di un punto affatto secondario. Ben più grave è il considerare che la event,ialità di un qualsiasi miglioramento della legge sia legata al beneplacito del governo e che da questo beneplacito si faccia dipendere la libertà della discussione e del voto dei rappresentanti del popolo. Pur troppo, l'anonimo collega, esprimendo quel suo augurio tanto dubitativo, aveva la mente alle dolorose condizioni odierne della nostra vita pubblica e parlamentare. Appunto per questo, però, io penso, che chi nutre nel petto viva fiamma d'amore per la scienza e per la libertà, chi sinceramente vuole che una legge di riforma universitaria sia stromento alla g1•andezza civile della patria, non all'amor proprio d'un ministro, e che non subisca, il malo influsso della decadenza, anzi della paralisi, che ha colpito l'organismo della nazionale sovranità nelle più essenziali e caratteristiche sue funzioni, è condotto a desiderare per ora non si parli di riforme. L'Università italiana ha vissuto, non senza qualche gloria, più di trentacinque anni, col regime attuale; le riforme testè annunziate, a mio avviso, e a credenza di molti le minaccerebbero nuovi guai, lungi dallo alleggerire il fardello dei mali e dei vizi -presenti. A miglior tempo, e a migliore parlamento, dunque il discutere e deliberare sulla rifo1•,na degli studi supedori. Questo è il voto che io faccio; e sarei sicuro, che il grandissimo numero dei miei colleghi (I) li progelto di legge Baccelli sulla riforma universitaria è ora morto e !,:epo1to ! Però il probema resta intatto e s'impone urgenteme11te a qua]unque ministero, (N, d, R,)
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