Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 17 - 15 marzo 189 6

258 RIVIS'l'A DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI per una guerra scellerata. È guerra scellerata qùesta d'Africa perchè prende le mosse da ingiusta aggressione contro un popolo che difende la propria libertà e la propria indipendenza·; perchè toglie a pretesto il trattato di Uccialli falsificato dall'on. Crispi ed un protettorato che secondo la stessa T1·ibuna (18 Aprile 1891) non è mai esistito. Meno male d'altronde, se la guerra iniqua fosse utile; ma essa giova soltanto a coloro che in borsa giuocano al ribasso conoscendo con anticipazione le notizie sinistre ; giova ai mezzani ed alle mezzane emerite di muli e di grani guasti; giova ai venditori di scarpe e di cappelli inservibili. D'altra parte sacrifica la vita della migliore gioventù, assottiglia lo scarso pane ai lavoratori e prepara, se continuata, la rovina definitiva della patria. Nè il popolo può più oltre ingannarsi col bagliore e coll' inebbriamento della vittoria p1'omessa e tramutatasi nella triste realtà della sconfitta. Nè si può sperare che la vittoria arrida alle armi italiane perchè a parte la superiorità che al nemico viene dal numero, dalla conoscenza dei luoghi, dalle abitudini ed attitudini dei suoi soldati, dalla coscienza del proprio diritto e della propria forza, manca alle nostre truppe l'elemento precipuo della vittoria: la fo1·za morale. La credete una sciocchezza questa for:a m01·ale? Ebbene, senz:::r.icol'rere a Federico Il, a Napoleone I, che sono morti e che non disponevano delle forze distruttive odierne; senza citare il Von der Goltz eh' è uno straniero, sentite ciò che dice un generale italiano, il Goiran: « L'ene1·gia psichica è il fondamento più impor- « tante del valore militare di una nazione. L'edu- « cazione del sentimento e della volontà equivale « al massimo accumulamento di forza. I fucili più « perfetti, i cannoni più potenti, le navi pit1 Ye- « loci diverranno strumenti inservibili, se i cuori « dei cittadini e dei soldati saranno tiepidi nell'ora « del pericolo, ed anzi accresceranno l'onta della « sconfitta nella doppia ragione della loro perfec zione e dello splendore, che arrecheranno ai tro- « fei del nemico ». « « Il più piccolo incidente, che influisce sul « mo1·ale condU1rebbe ad un disastro >) (1). Potrà esserci mai la enci·gia psichica negli italiani combattenti in Africa? Potranno essere caldi i cuori dei soldati? E in questa pagina scritta da un generale molti mesi or sono non e' è la spiegazione profetica della condotta dei nostri ad Alequà e ad Abba Garima? * * C'è chi si leva contro la viltà odierna e chiama vi{ td la decisa volontà di abbattere un governo incarnato in un delinquente comune. Ben altre viltà, pur troppo, l'Italia ha visto ed ha tollerato. Furono viltà senza pari indimenticabili e imperdonabili i massacri in Sicilia dei contadini sempre e da pertutto inermi .... Si protesta sdegnati contro colo1·0, che fanno dimostrazioni in favore della cessazione deila guerra Africana e c' è chi se la prende cogli studenti, i quali, specialmente a Napoli, concordi e risoluti chiesero la punizione dei colpevoli. Contro questi (1) Le i1tituzioni militari oditrne e il loro avvenire. Ron::a '95. f;d. Voghera p. 55 • 56. grandi colpevoli, la cui impreparazione materiale, mc1y,le e intellettuale fu enorme - sono parole testuali della 1hbuna, aUra volta da noi citate, che non a caso preferiamo di continuare a chiamare in nostro aiuto - perchè non si leva la voce? Appena appena si denunzia - e tardivamente - il 1·ammollimento ùel generale Barattieri, il quale fu a tempo debito dalla democrazia aYversato per la sua ben nota insufficienza, ma non si invoca la punizione del peggiore e maggio1e responsabile: Crispi. * * * Si riprovano ancora le madri d'Italia, che non hanno fatt.0 mostra di eroismo coll'offrire in olocausto la carne della loro carne e non danno esempio di abnegazione ai loro figli. Ma perchè mai esse, che vantarono tra loro una Cairoli, e non mancarono di essere veramente eroiche ai tempi di Roma, di Venezia, di Varese, di S. Fermo, di Calatafimi, del Volturno, di Bezzecca, dovrebbero essel'lo ora? Forse la patria è in pericolo? Tedeschi o francesi sono alle porte di Roma? Si pugna forse per la libertà o per il benessere ? Forse si deve lavare nel sangue l' ingiusta offesa all'onore della nazione? No, no, no! Si tratta di guerra non voluta dal popolo, quantunque ingannato sulla utilità e facilità della medesima ; non voluta mai esplicitamente dal Parlamento. SEQUESTRATO Si dice che coloro i quali vogliono vedei· cessata la guerra d'Africa non hanno nè Dio, nè patria, nè famiglia ; che vengono da partiti di cui si compiace lo straniero e specul;rnti sulla ingenuità giovanile sulla fe?"Ociadel delitto, sui dolori della 1n2seria, sulla rovina della patria. :\la ham10 essi un Dio questi sostenitori della gue1Ta a fondo? e se lo hanno - senza averlo mutato per calcoli benintesi - lo altare che gli hanno innalr.ato non ha sede nel loro stomaco ? E gli stolti parlano di delitti, di miseria e di rovina della patria dimenticando che essi, essi soli, all'Italia hanno saputo assicurare il tristissimo primato nella miseria e nel delitto! lnfi11e,con imprudenza che confina con la cecità si grida contro il cinismo e il basso utilitai'ismo di coloro che detestano la guerra d'Africa. Ah! questo non ce l'aspettavamo. Ma non sono stati questi sostenitori della guerra a fondo precisamente coloro che hanno strenuamente sostt,nuto il cinismo t1·ionfante nel periodo della degringolade della Banca Romana ? Ma non sono stati essi che hanno difeso con tutta la loro abilità, con tutto il loro coraggio, con tutta la tenacia possibile, con

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