RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 24!) Non è senza utilità chiamar l'attenzione su questi ese1 cizi docla.mafori a' quali gli antichi da vano tanta importanza. Ciò che distingue gli orato1·i latini dagli antichi oratori greci, è elio malgr.1do il parere di Cicerone, un certo numero di oratori latini si ~ostravano poco diligenti della preparazione scritta. Hortensio, il rivale se non il maestro di Cicerone, dotato di una memoria prodigiosa componeva mentalmente i suoi discorsi o li leggeva mentalmente quando li pronunziava avanti ai giudici: la memoria gli bastava e non rico1 reva a preparazione grafica, come ad Atene non vi ricorrevano Charmada e Metrodo. Anche prima, Galba impiegava un modo bizarro: la vigilia del giorno in cui doveva pronunciare una orazione egli si chiudeva con i suoi schiavi e declamava loro le suo 1,r.:lparazioni. Usciva l'indomani in uno stato di eccitazione straordinaria, gli occhi scintillanti, e andava al Foro. Da Cicerone a Quintiliano l'arte oratoria aveva subito un'evoluzione. Il periodo ciceroniano aveva perJuto L1 sua ampiezza e i giudici imponevano agli oratori dei limiti e li richiamavano alla questiono. Quintiliano persisto a farsi l'apostolo del grafismo; secondo lui soltanto a forza di scrivere si perviene a parlare con abbondanza. Non bisogna c1·edore però che por il predominio accordato in tutta l'antichità al metodo grafico gli antichi abbiano recitato le loro orazioni a mod'>di attori. Essi come dice il Fcnelon di Cicerone, si limitwano a 01dinaro tutto lo parti del discorso, a r,remodi ta r.i lo figure o le principali CSjJrcssioni da adopcrartl. Opinione tanto piì1 notcrnlo questa del Fénelon in quanto che il suo secolo, tutto il secolo XVl[ era lontano dal condividerla. Un piccolo tratt ..to di rettorica del 1G75 non fa distinzione tra l'arte di p1rlare e quella. di seri vere. Infatti i discorsi del XVII seco!o paiono costruzioni massicce e posanti o, in ogni caso, laboriosa monte edificate. Nel settecento lo 01·.izioni continuano ad essere lette, e si viderJ avvocati celebri chiedere il r;nvio a otto gior.1i per prcparar..i una replica! Intanto si accenna un cambiamento: col Gerbier la preparazione grafica resta la base del procedimento or ..torio, ma si comincia a intendere nettamente che le qualità che fanno lo scrittore non hanno niente da vedere con quPlle dell'oratore: che c'è ben altro che una diversità di stile, perchè lo stile oratorio forse non esiste. La Rivoluziono precipitò lo rovine dei vecchi metodi dell'arte di parlare. L'eloquenza politica di questa epoca tormentata non permetteva le lento preparazioni <lolla penna e gli avvocati furono costt·etti ad improv visaro. Sarebbe tutta via falso erodere che il· mutamento sia avvenuto i:;tantaneo: nella seconda metà del secolo XVIII l'influenza cli Gerbier s'erc1 già fatta senti re e moltissimi, assai tempo a vanti il Danton, a vevano cominciato a parlare su semplici note. * * * li metodo razionale di preparazione di un discorso deve appoggiarai su <JIIC'Stoduo proposizioni: - La preparazione grafica sottometto il cervello dell'oratore a una serie di lavori- inutili; essa esigo un dispordimento di forze. - La preparazione puramente mentale è la 1,iù coi ta, la più logica, la più adeguata allo scopo. Si impara a imvrovvis.ire per mozzo di atti reiterati: non è difficile attendere ogni giorno a sviluppare per un p:>' anche il più banale de' luoghi comuni; e in ogni caso il provare per tre o quattro mesi non costa. Tutti gli oratori parlano con l'aiuto di un c.ipitale composto di parole e di formule e di locuzioni: tutto ciò più o meno laboriosamente acquistato e conservato in centri nervosi speciali; in conclusione, l'uomo che pensa vive su due ca pitali : il capitale delle parole udite, e il capitale ddle parole viste. Chi vuol diventare un oratore profc~siunalo deve attaccarsi al capitale delle p,rJle udite. La premeditazione dev'essor fatta con la più grande cura, perché fatta in modo vago e impreciso non varrà gran che. Bisogna che ogni idoa abbia i suoi contorni ben chiari, e che le 1arole del discorso a venire siano pronunciate nel cervello d'una maniera così pp1•ft:tta che davanti al pubolico stesso. Nella meditazione contentarsi del pt•esso a poco è cattivo metodo. La fissazione dello immagini che for.neranno il discorso sarà tanto miglioro ']uanto mag_;iore e tonaco s..irà stato lo sforw di fbs ... rle. E bisogna pensare cho la forma ha un pt'dgio incalcolabile: chi non ha meditato la forma, rifchia di r.istare fra i mcd·ocri. Le noto sono di gr,tnde utilità por assicurare i passaggi da una idda all'altra, ciò ch'è stato semp1·e segnalato da i r.itori co·ne il grande scoglio cieli' oratoria. Sopratutto, bisC'gna a.vero dell'.1uJc1cia. La modestia è per l'or<1toro la virtu più funesta, mentre la presunzione ò il più prezioso do' suoi dii"etti. La parola in pubblico non può avero ohe un solo scopo lo6ico: far penetrare il pensiero dell'oratore nell'intelligenza dell'uditorio, e di volo; dunque bisogna sforzar:;i d'essere semplici, di non impiegare uessuna parola nessuna ospressiono che sia fuori del linguaggio cor-ronto. Tutta l'arte oratoria sta nella chiarezza. Disse il Thicrs: Io ho vissuto nelle assemblee e una c')sa mi ha sempre colpito: quando un oratore faceva ciò che si di~e una frase, l'uditor:o sorrideva e cessava di ascoltare. NòCCIOLO. "-~ ~ '-./'\....,/""'-/ '-".,/"'\../~'\../,~/"-""'-/V In questo ·momento in cui si parla tanto dell'Africa, il volume del Dr. Napoleone Colajanni - POLITICA AFRICANA - è di grandissima attualità. Gli abbonati che chiedano il volume alla direzione della " Rivista ,, lo avranno al prezzo di L, 1,50. Dr. Napoleone ColaJanni - CONSOLE CRISPI - Auto-Difesa (fu sequestrato durante il periodo elettorale). L. 1,25.
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