RIVISTA DI POLITICAE SCIENZE SOCIALI 247 Banche popolari italiane piccoli agricoltori . piccoli industriali o commercianti impiegati e professionisti operai giornalieri . contadini giornalieri d' ignota categoria Banche popolari tedesche piccoli agricoltori, giardinieri, forestali, pescatori contadini giornalieri • . piccoli artigiani e industi-iali indipendenti . operai giornalieri . fabbricanti, proprietari negozianti . commessi di negozio . fattorini postali, impiegati telegrafici o postali carrettieri, boscaioli . persone di servizio . . modici, farmacisti, insegnanti, sacerdoti, impiegati. . redditieri e persone senza speciale professione . * .. 21,0 °/0 22,9 17,1 7,3 4,2 9,2 82,6 31,5¼ 3,0 26,0 5,6 3,1 8,7 0,7 2,3 4,8 0,9 6,0 7,4 100,4 Prima d'istituire confronti categorici fra i due prospetti giova osservare, per amore del vero, che quello dello banche italiano, che noi abbiamo desunto mediante calcoli esatti di proporiionalità percentuale, dalli stessi dati offertl dal Luzzatti, cioè tolti dalla Statistica Ulliciale, oltrechè essere fatto con minor numero e specificazione di categorie, il che certo non giova alla chiarezia e solidità della interpretazione conclusionale, contiene errori materiali. Perchè mentre quello delle banche tedesche soddisfa al controllo che sommati i tanti per cento, si ottiene appunto 100, ciò non ha luo;;o nel prospetto italiano, in cui si ha la somma co:nvlessiva delle percentuali eguale a 82,6, che si differenzia non poco da 100. li gravissimo errore si spiega os,ervando che noi prospetto delle banche italiane le percentuali hanno origine dai numeri di cinque categorie che, come vengono appunto offerti dal Luzzatti, danno ins,ieme la somma di 208,218, da cui risulta che ne vennero trascurati, pur fra quelli di cui è detto che si conosce la professione, nientemeno che 69,981. Ricavando sulle stesse basi la percentuale da questo numoro si ottiene 17,5, che insieme a 82,6 completa il 100. È cosi ad u11 tempo messo in evidenza l'errore materiale del Luzzatti, e prornta l'esattezza de' nostri computi. Ma crescono le meraviglie, ove si considerino le percentuali offerte dal Luzzatti, il quale esimendosi dal dare nn prospetto, come abbiamo fatto noi, colla sua solita disinrnltura riassumendo, non si comprende con quali cl'iteri, ossel'va. « Ben leggendo in queste cifre si trae che il numero dei piccoli agricoltori ,·a crescendo (come e perché vada crescendo non si capisco in virtù dei dati prima oflerti) e poi si arresta intorno al 24 per cento. Quello dei piccoli industriali oscilla intomo al 23 e 27 per cento; è crescente quello dei contadini giornalieri battendo ora intorno al 4,66 per cento. » Come si spiega questo nuo,·o cumulo di inesattezze e di orrori? E dopo ciò !'on. Luzzatti trae nullameno la conclusione, che fra la clientela nostra e quella delle banche tedesche, ha luogo grande somiglianza. Ora pur ammettendo questa somiglianza, non devesi dimenticare che i clienti delle Banche popolari non sono i soli azionisti. Esse usano infatti favorire anche non pochi non azionisti a condizione che s'abbiano !'a vallo d'un azionista abbastanza solvibile, o anche non solvibile (per mera formalità) se chi vuole essere sovvenuto sia abbastanza solvibile per suo conto. Si danno anzi esempi persino di sovvenzioni larghissime concesse a non azionisti colla sola lor firma, e talvolta persino a commercianti od industriali di credito appariscente ed illusorio. * * * Certo si è che i due prospetti, italiano e tedesco, sono fecondi di notevoli e gravi considerazioni, sia per le affinità. che per le differenze che presentano. Circa la somiglianza, essa autorizza qualunque giudice onesto ed imparziale a concludere che fra le banche tedesche od italiane il massimo numero dei clienti azionisti appartiene alla mezzana bor 6 hesia, che vive più del capitale che del lavoro. Ben considerando essa, tutto sommato, rappresenta almeno in Italia il 70 ''/0 , e in Germania il GO °lo. sul totale dei clienti azionisti. E notisi che questi calcoli sono qui fatti grossolanamente per deficienza di dati statistici chiari e distinti, specie per quanto riguarda il prospetto italiano. Ancor meglio considerando si deduce rigorosamente dai dati del prospetto italiano, che la vera classe dei lavoratori clienti azionisti fra noi sarebbJ ridotta soltanto a 11,5 o/ 0 , ed il resto, cioè 1'88,5 °/o, dovrebbe assegnarsi alla mezzana borghesia più o meno abbiente. All'ultimo rapporto è da aggiungersi l'altr,1 clientela, di cui non è fatta parola, che sebbene non azionista è facilmente ammessa a fruire di lur 6 he sovvenzioni quando sia abbastanza solvibile nel senso capitalistico. È infine da osr.ervarsi che 1'88,5 °lo dato dalla clientela borghese, rappresenta un numero che rimane del pari abbastanza grande in confronto di tutta la classe abionte del 1·egno, che è assai limitata al cospttto dello stuolo immenso dei nulla tenenti e lavoratori. Or questi figurando come clienti azionisti solo nel rapporto dell'll,5 °/o, che diviene anco più esiguo paragonandulo col numero grandissimo della classe a cui si riferisce, ne segue che in virtù dei dati statistici tostò esaminati e discussi emerge nel modo più chiaro e palese, che specie le nostre così dette Banche popolari, non conseguono che in minima parte del tutto illusoria, il fine umanitarfo e civile, cui donebbcro essere destinate giudicandolo dalle parole: mutuo, cooperativo e popolari, che uullameno loro si affibiano. Lasciamo da pal'te il confronto, troppo ccndanncvole per le classi dirigenti del nostro paese, ma non per il nostro popolo che lavora, tanto mite e generoso r1uanto maltrattato, fra ciò che SORO i tede-
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