Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 16 - 29 febbraio 1896

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 243 adepti o lasciano che i loro adepti brighino per Tizio o per Sempronio. Così i rappresentanti della nazione, questi porta voce dei biso 6 ni, degl' interessi, delle sofferenze, delle aspirazioni del popolo, sono i primi a violentarne i diritti e ad ammiserirlo sempre JJiù; e così questi onorevoli che dovrebbero essera l'eco del paese, sono soltanto l'eco dei loro più bassi intcres:;i o di quelli del loro partito, anche quando l"attuazione di essi conculchi i sacri diritti degli altri ; e così la voce di chi chiede, di chi prega, di chi soffre o non arriva nelle aule di Montecitorio, che pur ne dovrebbero essere piene, o si attenua e si trasforma! E come nel despotismo monarchico la salvezza o la rovina delle famiglie e dei popoli dipendeva da un sorriso compiacente o dal capriccio d'una druda o d'una concubina, così ora gl' interessi vitali delle provincie e la tutela delle famiglie stanno in balia degli onorevoli che si contendono ti-a loro l'influenza; e che cercano di guadagnare o di non pe-rdere il favore dell'uno o dell'altro deputato principe o dei capi elettori - s·emidei dell'Olimpo politico-; e che sono costretti a transazioni e a metamorfosi indecorose per serbare o conquistare l'appoggio compiacente dei ministri, tanto necessario per beneficare i propri elettori per vendicarsi degli avversari per conservare con maggior lustro la medaglina. Ed i poveri illusi che credevano, deponendo nell'urna il loro voto indipendente e coscienzioso, di nominare gli alti rappresentanti della nazione, vedono da questi stessi contaminato il tempio della giustizia, dove si briga come in una Borsa, vedono le libertà più sante violentate e conculcate, le diso nestà più immonde ricoperte d'un velo pudico, vedono fare strazio d'ogni p;ù pura e più santa aspirazione. Ed i soliti Amleti da strapazzo ponzano, ponzano susurrando che vi è del putrido a Montecitorio ... salvo poi nelle nuove elezioni a rimandare o a lasciar rimanda1•e in Parlamento, favorendoli, quelli stessi che essi dicono di disprezzare. SERGIO DE PILATO. /"-./~'-./~ Modificazioni lllaeggdeeCl atasto <1 ) La propo3ta stata fatta dal Governo di modificare la legge 1 Marzo 1886 fu nei giorni scorsi oggetto d'i nfiniti biasimi. Tale provvedimento sembrami non da lodare perchè incompleto, non da biasimare perché mirante a correggere uno dei difetti principali di tale legge. Questa mirava a due scopi: a) dare l'accertamento catastale della proprietà e tenerne in evidenza le mutazioni; b) perequare l'imposta fondiaria. Però le disposizioni, che seguirono l'articolo primo, i>llontanarono la possibilità di raggiungere questi fini. Ciò fu previsto prima ancora che il disegno di legge legge divantasse nel bellissimo studio:llCatasto in Italia, (l) Pubblichiamo oggi sulla impcrtante questione del catasto questo articolo dell"avv. Sacerdoti che la conosce a fondo e ci riserbiamo di ritornare sull'argomento per dimostral'e qunnto ing·ustificabili sicno i lamenti e le proteste di alcune provincie, relativamente alla spere• quazione. pubblicato nel '84 dall' Ing. Gar!>arino, e fu dimostrato sgraziatamente dai risultati dei lavori del catasto iniziati nel '88, i quali non potevano presentare insuccesso pit1 clamoroso. Furono errori del legislat'ore volere un catasto stabile particellara, stabilirJ l'imposta in base al reddito, a cui inoltre si. aggiunse anche quello di aggiornare mappe vecchie per lasciare intravvedere inrealizzabili spJranze, di ridurre l'aliquota d'imposta fondiaria al 7 °lo- E quasi non bastassero queste gravi mende della legge se ne aggiunsero altre nel regolamento; il quale arrivò finanche ad ammettere che in alcuni luoghi fosse lecito di omettere le operazioni di terminazione e di delimitazione, con che resta va escluso perfino la possibilità di arrivare ad avere l'accertamento della proprietà. La formazione di un catasto, come fu stabilito nella legge del '86, richiede una somma ingente, chi dice 300 chi 600 milioni, ed un tempo lunghissimo. Quanto accadde nei lavori di ricensimento della bassa Lombardia, iniziati nel '77, e che dovevano essere finiti nel quadriennio successivo, ed in quelli del compartimento Modenese, incominciati nel '80 e che dovevano compirsi nel '85, i quali lavori tutti oggidì sono ben lontani dall'essere attivati, dovrebbe servire d'ammaestramento. Che più ? dopo la promulgazione della legge del '86, i lavori catastali cominciati nel '88 nelle provincie, che chiesero subito l'aggiornamento, dovevano esser finiti dopo un settennio e per contro non ebbero fine in alcuna provincia. E pur lrvppo oggidì si è nella dolorosa condizione, dopo che dal solo Stato s'è speso parecchie diecine di milioni, di rion aver neppure una mappa ultimata da mostr.ire. Il Ministero col progetto presentato sembra abbia voluto i,rovvede,re alla deficienza della legge nella parte riflettente l'estimo; ma senza contestare come in questa parte la legge sia realmente deficiente, ritengo il difetto principale della medesima consistere nel catasto particellare : cioè un catasto per cultura, per il che richiedesi somma enorme e tempo così lungo da non potere a meno che compromettere tutto il risultato finale dell'operazione. Non è fuori di luogo ricordare quanto scrisse un eminente catastologo. Mi preoccupo di più delle difficoltà di conservare in ordine i passaggi del catasto, che di quelle, che si presentano per formare un buon catasto. Ed in Italia, se si segue nel sistema odierno, si impiegheranno nell'operazione dai 30· ai 60 anni senza per questo lungo lasso di tempo darsi alcun pensiero di tenerne in evidenza le mutazioni. 'f- * * Il principale motivo dei clamori contro il provvedimento governativo originò da questo che vuolsi esista una sperequazione d'imposta fondiaria fra compartimento e compartimento catastale e temesi che, ritoccando la legge del '86, siasi per rimandare indefinitivamente il rimedio a questo male. Conviene avere presente che a questa, lamentata sperequazione fra compartimento e compartimento

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