RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 255 zione, la generazione di certe forme sensibili, nella materia degli elementi plastici. Negli animali e fra gli esseri umani, dappertutto dove la. creatura è incapace di realizzare l'amore perfetto che potrebbe veramente far d'essa un essere divino, la natura, per gl' istinti puramente fisici va in fretta, cioè a dire, essa provoca un'unione corporale creando così un'altro individuo. Quest'ultimo venuto, per l'ordine stesso della sua generazione, sara più vicino a partecipare dell'anima universale e attendere la sua fine. Nondimeno, dacchè l'altro amore è apparso con tutto ciò che vi si riferisce, l'amore sessuale deve passare in seconda linea, se no ne risulfano le più terribili confusioni, i più spaventosi tormenti. Riassumendo si può dire, mi sembra, che l'oggetto principale del sesso è l'unione, l'unione fisica come simbolo ed espressione dell'unione reale, che la generazione non è che un oggetto secondario, o meglio un semplice risultato di questa unione: se noi consideriamo gli organismi nei quali il sesso è rappresentato nella maniera più rudimentale, troviamo che, per esempio, le cellule primitive si uniscono due in una, e che, in seguito alla nutrizione che ne risulta, la cellula aggiunta, dopo un certo tempo, ma non sempre, si fraziona in un certo numero di nuove cellule che sono come il suo prodotto. Se, per converso, ci eleviamo alla più alta espressione del sesso, al sentimento dell'amore, troviamo che quest'ultimo prende sempre, e prima di tutto la forma di un desiderio d'unione, ed anche, ma in minor grado, quello d'un desiderio di propagazione della specie. Io non parlo di queste cose che perchè il nostro sentimento sul sesso differisce molto secondo che l'uno o l'altro scopo sarà considerato come il principale. Vi ha fo1•se una leggera tendenza, fra le nostre autorità mediche, a 'trascurare la questione delle importanti azioni e reazioni fisiche, come pure le modificazioni corporali che possono risultare dai rapporti sessuali tra due esseri e accordare un'attenzione troppo esclusiva alla funzione di riproduzione. Mi sembra probabile, in seguito a osservazioni diverse che lo spermatozoario passi a traverso i tes· suti e ne renda affetto il corpo intero della femmina come il maschio assorbe le cellule più tenui della femmina, e che - anche al di fuori dell'atto sessuale - vi sia uno scambio di elementi vitali cosicché una specie di generazione si compie in ciascuno di loro, tanto reale e più, forse, di quella generazione· speciale che consiste nella propagazione della razza. Insomma, e per dir tutto, noi ci abbattiamo, quando si tratta dell'amore, nelle stesse difficoltà che incontriamo in ciascun momento della vita moderna, e che derivano dalla mostruosa scissura che si pretende imporre alla nostl'a natura. li fatto del dualismo che noi stabiliamo nel nostro essere, tagliandoci in due, per così dire, ci conduce a questa antitesi del « bene » e del « male, » del « cielo » e « dell'inferno, » dello « spirito » e della « materia, » e ad ogni sorta di classificazioni violente. Abbiamo gustato il frutto dell'albero della scienza del bene e del male, e ne siamo stati puniti. 11 Signore ci ha veramente scacciati dal Paradiso, e ci ha abbandonati al potere del magnano olimpico, che ha la missione di distrune in noi - a colpi di martello - la scienza del bene e del male. Sento che devo delle scuse al Dio sì bello pel' avere osato, non fosse che per un istante, distinguere in lui un'anima e un corpo, spezzando così la sua u11itù, e por aver parlato come se queste distinzioni pm•amente a1·tificiali avessero una realtà ete1•na. Non comparirà dunque giammai l'uomo o la donna, o la razza d'uomini e di donne pei quali l'amore nelle sue manifestazioni diverse sarà dal suo incomincial'e un tutto perfetto, naturale e puro, libero e sano ? F. EDWARD 0ARPENTER CARLO MARX: Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850. Con prefazione di Feder;co Engels. Milano. Uffici della Critica sociale 1896. L. 1,50. Questo opuscolo è la traduzione delle rassegne pubblicate da Marx nella Die Neue Rheinische Zeitung sugli avvenimenti francesi dal 1848 al 1850. L' importante periodo non poteva trovare un critico più potente. Non nascondiamo che i giudizi talvolta ci sembrano paradossali e tal'altra troppo appassionati, per non dire malevoli, contro i radicali e contro la repubblica del 1848, ed espressi in forme, che in cuti momenti ricorJano la dialettica di Proudhon. Per poter spiegare tutto col suo concetto materialistico della storia, a noi pare che talora contorca gli avvenimenti, oppure abihnentc scivoli su taluni, che lo contraddicono e che nei punti scabrosi anzichè una analisi convincente si affidi allo scintillio delle frasi. Molte contraddizioni e in p:i.rte la relativa impotenza della repubblica francese del 1848 e il facile trionfo del bonapartismo senz' altro si I otrebbero spiegare col contra~to esistente tu lo spirito puùblico di Parigi e quello delle provincie; Parigi era repubblicana, le !Jl'ùVincie era.no monarchiche; Parigi impose la repubblica e le provincie mandarono rappresentanti ad essa a vve1si. Si comprende perciò che la Repubblica non poteva essere vitale e doveva soccombere. In tutto ciò il materialismo storico non ci aveva molto da vedere. La prefazione di Engels è importantissima. Egli confessa che nel 1848 s'ingannò nelle sue previsioni e che la storia allora gli dette torto. Meritano la massima attenzione le sue giuste considerazioni sulla tattica che deve seguire il partito socialista mondiale e sulla necessità, di fronte agli eserciti moderni colla loro disciplina., di e vitare le sommosse, che sarebbero sempre vittorie della reazione. Il grande rivoluzionario saviamente conclude: « L'i- « ronia della storia mondiale capovolge ogni cosa. « Noi i rivoluzionari, i sovversivi, noi ca viamo ben « maggior profitto dai mezzi legali che dagli illegali « e dalle vie di fatto. I partiti dell'ordine, com'essi « si chiamano, trovano il loro abisso in quello stesso
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