Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 16 - 29 febbraio 1896

252 RIVISTA DI POLITICAE SCIENZESOCIALI nione personale non sono in realtà e in essenza che una sola e medesima cosa sotto diverse figure. Ad ogni modo è evidentissimo che vi ha tra queste cose qualche relazione intima. E' un fatto di esperienza comune che lo straripamento senza controllo del solo desiderio fisico eleva a uno stato onnipotente superiore di Amore; mentre, dall' altra parte se la soddisfazione fisica gli è rifiutata, il corpo è invaso dalle ·emozioni in modo spesso morboso ed anche pericoloso. Quest'amore emozionale può frattanto, allorchè non gli è possibile di tradursi o di svolgersi, trasformarsi tal volta in amore spirituale penetrante e sottile. Marco Aurelio cita un punto d'Eraclito per provare che la terra, morendo, deve cangiarsi in acqua (liquefazione) l'acqua in aria (evaporazione) l'aria in fuoco (combustione) : in simil guisa vi hanno nel corpo degli elementi sensuali, spirituali, emozionali di cui si può dire ch'essi non muoiono in un ordine inferiore ohe per trasformarsi e rinascere in condizioni più elevate Io non pretendo qui, ed è facile vederlo, che si debbano annichilire le manifestazioni inferiori e fi siche dell'amore per farne sbocciare le forme spirituali e meno efimcre; poichè la natura - in q_ueste lente evoluzioni - non impiega ordinariamente dei processi così energici. Io esprimo semplicemente l'idea che vi hanno delle ragioni di credere alla trasmutabilità delle forme diverse della passione, che il sacrifizio d'una fase inferiore può essere qualche volta il solo mezzo d'entrare in una fase superiore e più durevole, e che per conseguenza ogni rinunzia assolutamente necessaria in certi casi, è compensata. Chi ha compreso qual cosa gloriosa è l'amore nella sua essenza e quanto indistruttiblile, penserà a chiamar sagrifizio ciò che vi conduce? Colui che, accettando tali e quali i desiderii più grossolani, sa trasformarli a volontà in fiori d'emozione umane della specie più rara e più squisita è veramente maestro della vita. Insino a tanto che questi soggetti non saranno stati strattati davanti i fanciulli e i giovani con franchezza e intelligenza, difficilmente si potrà aspettar altro che la più perfetta confusione nello spirito e nella morale riguardo alle questioni di sesso. Il fatto che noi lasciamo i nostri figli raccattar nel rigagnolo le loro informazioni su la più sacra, la più seria e la più vitale delle funzioni umane, e che vi sono iniziati dall'ignoranza o dal vizio, sembra quasi incredibile e dimostra certamente quanto grandi sieno il nostro scetticismo e la depravazione dei nostri pensieri. Un fanciullo, all'epoca della pubertà, qmwdo si sviluppa la sua natura profondamente emozionale e sensuale, è eminentemente capace di comprendere nella maniera più calma e pii1 serena ciò che s'intende per sesso. Di più, nelle condizioni attuali della vita, egli lo può meglio, ordinariamente, che non i suoi genitori o i suoi direttori mondani. Egli può profittare di tutte le esplicazioni se gli son date con tatto e senza niente che possa tnrbare o offendet·c il suo pudore, quel sentimento ch'è una salvaguardia naturale e di cosi grande valore nella prima giovinezza. Bisognerebbe anzitutto parlar senz'ambagi al fanciullo delle sue relazioni fisiche con sua madre, del suo lungo soggiorno nel corpo di lei, e, per conseguenza del legame di tenerezza forte e sacro che l'unisce con lei. Poi - più tardi - gli si dovrebbe spiegare il lavoro della paternità e come l'amore reciproco dei genitori sia stato la causa della sua nascita. Queste cose son naturali - a.Imeno lo sono per una giovane mente - e non eccitano in lui alcuna sorpresa, nè alcun sentimento equivoco, ma solo della gratitudine e una sorta di tenerezza ammirativa. Più tardi ancora - quando si svilupperanno i bisogni e i desideri più specialmente fisici - bisognerebbe dare alla fanciulla o al giovane dei dettagli più precisi, dirgli quale condotta dovra tenere e quale prudenza usare in dò che rigurda le funzioni sessuali: il senso e i pericoli delle pratiche solitarie, se l'abitudine n'è è stata contratta, la necessità di esercitare la pa dronanza su sè stessi, di conservare dei sentimenti affettuosi in tutte le relazioni, e indicargli, senz'andare sino all'ascetismo, la possibilità di trasformare - con maggiore o minore vantaggio - i desideri fisici in amicizia e in emozioni. Un giovane essere normale, dell'uno o dell'altro sesso, comprendera questi consigli e ne profitteni,: gli possono essere ù'una utilita inestimabile e risparmiargli degli anni ch'egli passerebbe a dibattersi nel fango a sprecare una forza vitale preziosa. Infine, quando la sua natura mot·ale fosse formata, si dovrebbe insegnargli la superiorità dell'unione veramente umana, di cui lo scopo non è solo la estinzione del desiderio, ma la manifestazione di ciò che v'ha di meglio in lui, vale a dire la devozione al benessere altrui, o in alt1·i termini, l'evoluzione dell'elemento umano nell'uomo facente equilibrio all'elemento naturale. E così bene che il fatto di strappare un piacere senza riguardo per riuella a cui esso è strappato, o l'abbandono del proprio corpo per tutt'altro motivo che l'amorn di viene una cosa impossibile. È da raccomandarsi fortemente agli amanti una specie di coraggiosa moderazione per ogni sorta di '- ragioni, ma principalmente perch'essa colloca la loro soddisfazione e la loro felicità scambievole al di fuori della regione delle cose effimere, pronte a degenerare in sazietà, e le. eleva a quella delle cose più durevoli, avvicinandosi cosi alla perfezione. Ed invero, quanto inebbriante, quanto penetrativo - come un vino assai generoso - è questo amore scssua,Je che si trasforma per la magia della volontà in amore emozionale, in amore spirituale ! E quale · perdita non è per la saggia economia del pi,,ce1·c questo sciupio senza freno delle sensazioni fisiche! Così niente è piil forse a temere dagli amanti che il volgare abuso dell'amorn: esso è lo scoglio ove viene così spesso ad infrangersi il matrimonio ! V'ha nel desiderio fisico una sorta d'illusione simile a quella che fa soffrire un fanciullo, allorchè, veùendo un bel fiore, lo afferra per distruggerne in nn i~tantc la forma, e il pr0f11mo.

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