Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 15 - 15 febbraio 1896

236 RIVISTA DI POLITICAE SCIENZE SOCIALI dai detentori delle ricchezze, che essa proclama gli eletti ed i degni vincitori nelle ardue battaglie per l'esistenza. Ed è appunto perchè soltanto insegue le ombre e non colpisce i fatti, perchè non indaga e cerca di comporre le antinomie che dilaniano la presente società, eh' essa a larga mano raccolse ed ancor raccoglie tanti allori· sui campi accidentati della scienza sociale. * * * Anche più breve sarà. la nostra peregrinazione attraverso i territorii della sociologia etnografica, giacchè in questa ancor più evidente e palmare è il carattere descrittivo : la descrizione dei costumi, delle credenze, delle istituzioni dei popoli in rapporto alla loro razza, è l'oggetto precipuo di questa scuola. Chi intatti abbia famigliarità colle opere del Letourneau, del Bordier, del Lacombe, del Thaliè, ecc. saprà indubbiamente come queste sieno empori ricchissimi e riboccanti di dormmenti, miniere inesauribili di notizie utilissime e di non piccolo momento. Uscita questa scuola dai fianchi poderosi dell' antropologia porta con sè un peccato di nascita, una stimmata ereditaria: l'importanza esclusiva ed unilatere data alle energie etniche, nella spiegazione dei fenomeni sociali. Ma ciò noi non riguarda, ep-'· perciò rientriamo nella nostra tenda, senza però far notare come questo indirizzo sociologico riconnettendo la civiltà alle varie razze, abbia I!lirato solo a descrivere, a comparare questi due prodotti, l'uno come causa e l'altro come effetto, passando sopra a tutte le difficoltà che attraversavano il cammino e non occupandosi punto in modo speciale della società presente, in cui l'azione delle forze etniche è neutralizzata e paralizzata quasi totalmente da altri fattori di maggiore efficacia. Ma se la sociologia etnografica perduta nel caos dei popoli selvaggi, in cui stava a suo agio per il quasi illimitato impero che la razza esercita sulla struttura di quegli embrioni di società, ci ha fatto luce sui nostri precedenti, da quel caos desolato non raggia però un'idea, non parte nessun fascio luminoso che illumini e districhi l'aggrovigliato sviluppo della società moderna. * * * Assodato così come le due interpretazioni scientifiche _della società, generalmente accettate, siano ancor lontane dal porgere una chiave sicura e rivelatrice e come esse, ancora incerte, camminino sulla falsariga del metodo descrittivo, veniamo ora a vedere se da nessun'altra parte si procedette più innanzi con maggior alacrità e sicurezza. L' idea di Carlo Marx che « il modo di produzioni della vita materiale domina, in generale, lo sviluppo della vita sociale, politica ed intellettuale » perduta o, per dir meglio, sepolta nella selva selvaggia delle teoriche ortodosse, mandò di repente in questi ultimi anni un nuovo e maggior scintillio per opera di Achille Loria, che da quella inestinguibile favilla trasse una gran fiamma. Mai apprezzata a sufficienza sarà l'importanza di questa nuova e positiva teoria della storia ne' rispetti della sociologia. Per essa oltre che aprirsi e distendersi dinanzi agli occhi del sociologo un nuovo ed intentato orizzonte 1 si venne a dare alla filosofia della storia una idea direttiva, un nuovo principio ordinatore. Dimostrandosi come il sostrato economico sia la condizione e il presupposto di ogni altra superstruttura sociale, si porse l'asse ed il fulcro ai nuovi sistemi, si diede inizio a quella classificazione subordinata e gerarchica, che riuscì tanto feconda di buoni risultati nelle altre scienze. Infatti, fissato come un ordine di fenomeni più generali esercitino un' influenza direttrice sopra un'altro ordine meno complicato e come questo alla sua volta, per continuità di causa e di effetti tramandi la sua azione ad altri fenomeni ancor meno complessi, si ebbe modo di poter risalire la lunga catena delle cause e di poter così colpire nel cuore il primo motore. Se non che in Marx, e più ancora in Loria, la struttura economica, il « modo di produzione » resta va disgiunto dalla tela dei fenomeni naturali, non trovava la sua integrazione in elementi anteriori ed assolutamente primordiali; insomma restava ancora aperto l'abisso per la economia dei popoli le loro attitudini economiche e l'ambiente fisico-tellurio. Ben presto però si colmò anche questo abisso, si gettò il ponte fra l'uno elemento e l'altro ed allora, illuminato completamente il sottosuolo economico, della stessa luce s'irradiò la lussureggiante flora dei vari fenomeni sociali che sovra esso sboccia e fiorisce. E in tal modo la classificazione gerarchica, rispecchiante nel suo ordine l'ordine naturale dei fenomeni, toccò il compimento in grazia di questa nuova dimostrazione che avanzata alcuni anni fa dal De Greef (1) fu recentemente ripresa e corredata da un maggio1• numero di provP- storiche dal Ferri (2) e se ·non prendiamo un'abbaglio dal Labriola, il quale a p. 122 del suo bellissimo libro « In memoria del Manifesto dei Comunisti » (3) esce in queste precise parole ~ non si tratta di estendere il così detto fattore economico, astrattamente isolato, a tutto il resto, come favoleggiano gli obbiettatori, ma si tratta innanzi ·tutto di concepire storicamente la Economia e di spiegare il resto delle mutazioni per le mutazioni sue ». Giunto a questo punto, come è naturale, non restava altro che disporre secondo un ordine di complessità crescente e di generalità descrescente le varie categorie sociali, le quali secondo il De Greef (4) si possono dividere in sette ordini; fatti economici, genesici, estetici, morali, religiosi e scientifici, giuridici, politici oppure accettando le critiche attenuate del W ormus (5) semplicemente in fatti economici, genesici, intellettuali e politici. Da quanto siamo venuti fin qui dicendo appare chiaro come il socialismo, gettando a picco tutta la avariata zavorra delle leggi naturali e biologiche, e studiando nella sua realità i fenomeni sociali, sia arrivato, bctttendo un altro sentiero più sassoso ma più diritto, alla sommità del monte d'onda si scorge nella sua distesa tutto quanto il cosmorama sociale. (I) Introduct.ion à. la Sociologie. Partie I. eh. 3. Paris 1886. (21 Socialismo e scienza positiva e nello stesso senso nella prefazione al libro del Meliusi. La funzione economica nella vita politica. Roma 1895. (3) Roma 189.5. (4) Op cit. eh. VII. - Lois sociologiques eh. IV. Paris 1893. (5) Revue international de sociologie. 1893.Pag. 437, 1894, Pag. 641.

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