Rivista di politica e sccienze sociali - anno I - n. 14 - 30 gennaio 1896

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI che là domanda da rivolgere al critico debba esser la seguente: e arte pol teatro o pel salottino da studio? Nessuno indugicrebbe certamente a rispondere so i concilii terroni fossero tali quali il Campanella li descrivo nella Città del sole o come i poeti li vagheggiano nella generosa e stravagante fantasia. Ma, chi vive abbarbicato al suolo e pratica coi simili e ciba il pano della comunità, conosce bene di quali specie animali si componga la maggior parte del pubblico, che deve assistere alla rappresentazione del San Paolo. E però costui, ammiratore entusiasta dell'ingegno del Bovio, plauditore frenetico del duello filosofico fra Paolo e Seneca, non senza esitazione, sar'~bbe costretto a rispondere che la materia della Trilogia e trasformata bene in arte, ma <'he forse non è arte pel teatro. Cercqiamo di studiarla più da vicino. * * Che cosa significa il ricomparire di Cristo in pieno naturalismo? In tempi così scettici, in cui la viltà scende dall'alto e il cinismo reazionario e regola dei governanti, in cui l'apostolato ideale è condannato come delitto e la mancanza di fede trascina il popolo alla ribellione, evocare la universale figura di Gesù Uomo, e additarla. in tutta. la sua grandezza ai potenti che incatenano le Idee e alle plebi che allo Ideo non credono, è certamente virtù somma di artista e di filosofo. Poichè al prete, che men crode in Gesù quanto pii1 lo difende, al ministro ohe mercanteggia Iddio e non rispetta un solo dei comandamenti di Cristo, al disfatto borghese che, dopo aver dis5anguato gli umili faticanti, si prostra dinanzi al crocifisso, suonerà terribile, come un tempo agli scribi o ai farisei, la parola del Gesù della Storia, iniquamente falsata dalla leggenda. Il Bovio senza annebbiarti l'intelletto con citazioni e comenti, ma scrupolosamente attenendosi a quanto di positivo ci ha fornito la critica, ti. traspo1 ta nell'ambiente, in cui si compì la più grande delle rivoluzioni morali ; e lumeggiando con lo splendore dell'arte le causo principali che la originarono, ti mostra come in un quadro la splendida figura di Gesù. Con pochi tratti magistrali egli delinea le varie tendenze politiche e religioso di quei tempi, che maggio1·mente eran d'ostacolo all'opera rinnovatrice del Messia:' gli scribi, i sadducei e i farisei da una parte, che provengono dal giudaismo ortodosso, e dall'altra Giuda, che rappresenta i cospiratori per la redenzione ebraica dal dominio romano, e il Centurione personificante Roma. E in poche apostrofi brevi, concitate, varie doscrirn mirabilmente l'ambiento morale e filosofico, in mozzo a cui crebbe e cadde il Rabbi di Nazaret, il quale viveva quasi straniero a quel regno così piccolo e in quel 'mondo così vile. Ma la parte principale del dramma, in cui è profuso un tesoro di poetici sentimenti o di pensieri sublimi è il dialogo tra Maria e Giuda. E. a chi obbiettasse che nè la peccatrice di Magda.la nè il discepolo traditore son riprodotti secondo la storia, farei modestamente osservare che nel lavoro del Bovio. tanto l'una che l'altro assumono un rilievo, che si stacca· non pure dallo sfondo comune ma anche dalle proprie pe~sonalità tradizionali, perché nè · l'una ne l'altro rappresentano sè stessi ; ma in quella è artisticamente personificato l'Ideale di Gesù, in questo il vecchio partito giudaico, che della morte di Gesù fu il vero autore. E però tanto in Maria che in Giuda non devi cercare la schietta riproduzione dei tipi leggendari, ci).e rasentano la volgarità ; ma devi ammirare la creazione di due tipi artistici simboleggianti due grandi Idee. E co~i nella disputa vedrai chiaramente esposta la lotta politica, morale e religiosa tra il Giudaismo, adoratore del Decalogo, fanatico, intransigente, superstizioso, che vive ab.barbicato alla terra, che mira soltanto alla redenzione degli ebrei, che non intende la parola umanitaria del Messia, e Gesù, d'indole mite e dì anima universale, il quale proviene dal giudaismo come Socrate dalla scuola dei sofisti, come Lutero dai tempi di mezzo e come Lamennais dal cattolicismo. Sicché dal cozzo delle due Idee emerge limpido, come un raggio di sole, il .sublime sogno del Messia e divinamente umana la sua figura. Emerge che Gesù non vede Dio ma lo sente in se stesso, senza aver bisogno di tuono o di rovo ardente come Mosé, di tempesta rivelatrice come Giobbe, d'oracolo come gli antichi sapienti greci, di genio familiare come Socr.ite, di Angelo Gabriele come ~faometto ; emerge che Gesù non e nè ebreo ne romano, proclama i diritti dell'uomo non i diritti dell'ebreo, 1~ religione dell'uomo non quella dell'ebreo, -la redenzione dell'uomo non quella · dell'ebreo. Emerge che l'Ideale di Gesù non era Già Dio e la chiesa, comme fanno credere i preti, ma un'immensa rivoluzione sociale, in cui sarebbero stati interverti ti i gradi ed umiliato tutto ciò che il mondo suole esaltare; emerge che l'amore, la carità, il vicendevole perdono furon tutta la sua legge e che invano si cercherebbe nell' Evangelio una pratica religiosa raccomandata da Lui ; emerge che da tutti i suoi insegnamenti traboccava l'Ideale della fratellanza umana il più largamente compresa, e che quando la religione dell'umanità, stabilita, non sul sangue o su vane credenze, ma sullo leggi del cuore, fu fondata, Mosè era stato oltrepassato, il tempio non avea più ragione di essere cd era però inesorabilmente condannato. Il dialogo e tutto di una fattura squisita: la filosofia o l'arte son fuso insieme come corpo e anima. * * * Piu filosofico e meno artistico del Cristo a me sembra il San Paolo, nella prefazione dd quale il Bovio

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