Rivista di politica e sccienze sociali - anno I - n. 14 - 30 gennaio 1896

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 211 fosse messa la museruola quando pit1 urgente era la indicazione di farlo parlare ? L'assenza di motivi ragionevoli, plausibili, per ispiegare la proroga induce a credere davvero che il rimorso, la paura dello spettro della quistione morale abbia conturbato la mente dell'on. Crispi, come il rimorso e la paura di qualche ombra la conturbarono ad un eroe del dramma Shakspeeriano. Verun'altra spiegazione è possibile. * Il ministro paranoico che ha avuto rimorso delle colpe sue, intanto ha punito il Parlamento e. il paese. Non bastò al primo l'essersi ridotto all'umile e servile officiodella registrazione dei Decreti-legge, ma ha dovuto subire ancora maggiori umiliazioni. Nel suo seno solo repubblicani e socialisti ed estrema sinist1·a tutta hanno coscienza dei propri diritti e dei propri doveri e tentano di protestare e di agitarsi ; ma la loro agitazione, la loro protesta devono riuscire fiacche ed inani perchè si sYolgono nel vuoto che fa loro attorno il paese. E il paese ha il governo e il parlamento che davvero si merita ed esso si contenterà di brontolare quando verrà il momento di pagare il conto delle spese delle follie dell'uno e del servilismo dell'altro. LA RIVISTA. PRIVILEGI O PRAVELEGGI? Nessuno ha sostenuto mai, eh' io mi sappia, che la parola privilegio derivasse da prava lex, che il privilegio si potesse considerare, cioè, una depravazione della legge, una corruzione sua, a beneficio di particolari. Il privilegio fu reputato a lungo « legge dannosa a qualcuno )) come spesso Cicerone afferma di alcuni dei tempi suoi, (e come a lungo pensarono gli Inglesi del loro bill of attainder. Ma adesso, nel pensiero di tutti, privilegio è grazia, esenzione, favore più o meno distinto, che si usa ad una persona morale, ma per lo più fisica, per cui questa persona non è in tutto od in parte soggetta alla legge comune. Libertà, democrazia e legge comune sono risultati di uno stesso movimento di pensiero e di azione e perciò si comprende che i privilegi siano venuti scomparendo ad uno ad uno e tra essi specialmente il più odioso ed iniquo, quello del foro. Il Judicium parium suorum è una grande conquista liberale, allorchè si afferma in principio del medio evo contro le prepotenze della Corona; si giustifica nell'età feudale, ha ragione di durare a lungo, ma cessa quando tutti siamo Pari, e non v'è chierica, per grande che sia, sangue per quanto azzurro " lo dimostrino le nozze», dignità importante, che dia propriamente ragione di qualsiasi immunità o privilegio di fronte alla legge comune. Indi questo alto e vivo prorompere anche confro i privilegi dei senatori e dei deputati. La discussione si é fatta più viva nel 1895, a cagione di certe sentenze giudiziarie e di certe discussioni parlamentari davvero memorabili, per quanto riuscite a conclusione diversa da quella che pareva la sola legittima ed onesta. Parecchi procuratori del Re, regis ad exemplum, cioè sedotti dagli insegnamenti, a dir poco, strani, che scendono dal loro capo, censurarono sentenze, discussioni, e si associarono ai più sviscerati amici della libertà e dell'uguaglianza per dar addosso al privilegio parlamentare, e si unirono ai già molti scrittori che ne invocavano l'abolizione, ed alle voci che si erano levate nello stesso parlamento per invocarne l'abolizione. L'on. Ambrosoli chiedendo a se medesimo, nell'opuscolo di risposta al Sighele « Perchè il deputato è antipatico 1 ~ risponde così « Perchè è un privilegiato quando viaggia, - un privilegiato quando entra negli uffici, quando difende una causa in appello; - privilegiato come industriale, perchè potrà meglio ottenere un dazio protettore od una tariffa ferroviaria; - privilegiato come membro del Consiglio d'Amministrazione d'una banca, come giornalista, o proprietario di giornali, come professore, persino come scienziato; - insomma privilegiato in tutte le forme dell'attività moderna ed in tutte le posizioni sociali :.. E siccome il privilegio conduce alla prepotenza, l' A.mbrosoli propone anche lui, di lasciar cad@re ogni immunità personale dei legislatori. Cotesta quasi unanimità di voci, che vuole i deputati - spero bene, anche i senatori - in tutto e per tutto eguali agli altri cittadini, mi seduce a spezzare una lancia in favore d'alcuni privilegi, perchè mi sembrano necessarissimi, salutari, altamente liberali, e perchè - se non altro - prima di gridare la croce addosso ai rappresentanti della nazione così si pensi un poco alle conseguenze cui si riuscirebbe. Non occorre ragionare alla maniera di Tolstoi, di Hartmann e di Max Nordau, per essere convinti che tutto, a cotesto mondo, è un 1nenopeggio. Brutta e cattirn cosa, senza dubbio i privilegi dei legislatori: ma se essi non fossero ? Alcuni privilegi sono, anzitutto, il corrispettivo di particolari oneri che s'addossano al deputato. E vero, deputati e senatori viaggiano a ufo l'Italia, fanno tuttociò che possono, talvolta anche quello che non possono, per viaggiare comodamente, non intendono di chiedere udienza e far anticamera presso ministri e funzionarf, e da tutto ciò deriYano talora prepotenze belle e buone. Non lo nego: ma rispondo che non sono pagati, e non dico adesso il pagarli sia necessario ed utile, ma credo neanche nessuno potrà negare, che chi rende al

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