RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 199 tal guisa esso potrebbe contribuire efficacemente a migliorare la condizione economica delle classi non abbienti e a provvedere alla sussistenza degli inabili al lavoro. • * Pongo termine con una speranza, che è un augur:o Un monumento di legislazione ci lasciò l'antica Roma e questo monumento si formò gradatamente, senza scosse, senza moti inconsulti, per coscienza di popolo e volontà di legislatori. L'umanità è oggi ben più progr..ldita, perJhè ha in suo potere un fattore nuovo: la scienza. Il fattore scientifico, vivificherà la compagine del dir;tto privato. li legislatore, guidato dalla scienza, si renderà sempre più cosciente della sua missione, e, rJovando sempre meglio, e traducendo in fatto il carattere sociale del diritto privato darà un efficace impulso alla soluzione pacifica del problema .sociale. G. D'AGUANNO. LA SARDEGNA Il chiarissimo Prof. Giuseppe Todde, ha stampato testè nell'Economista di Firenze, una serie di articoli riguardanti la Sardegna, nei quali studia la sua isola natia economicamente inferma; e da vero medico economista ne fa un'accurata diagnosi rilevandone i mali che l'a(!Hggono, e proponendone i rimedi. Crediamo fare opera giovevole ai lettori della Rivista riassumendoli per far loro conoscere quali sono le condizioni della povera Sardegna. Comincia il chiaro pl'ofessore col dire che se un tempo le condizioni di sicurezza pubbica nell'isola di Sardegna eran tristi, oggi sono tristissime. Un tempo il ricatto era una specie di reato sconosciuto nell'isola, oggi invece si è infiltrata 4uesta lue, la quale perturba gli industriali che portavano capitali nell'isola. Un tempo la Sardegna avea solo il bandito, il quale quantunque non risparmiasse il nemico suo, pure mostra.vasi generoso verso il forestiere, rispettava il debole, era innocuo a chi non l 'avea offeso, non rubava. Il bandito di un tempo oggi s'è trasformato in l,rigante, che uccide anche senza causa o per solo scopo di rapina, vecchi donne e fanciulli. Sotto questo punto quindi si sta pessimamente. Il governo spese oHre 30 milioni per costrurre un' immensa corazzata che chiama « Sardegna ». Ma la gratitudine dei Sardi sarebbe stata maggiore, se invece di spendere quei milioni in una nave da guerra fossero stati impiegati ad inalveare fiumi e torrenti devastatori, a rendere più produttive le campagne che sono aride sei mesi all'anno. Lamenta il prof. Toddo che nessun ministro, ad eccezione del compianto Baccarini, abbia mai posto piede in Sardegna, e solo un sotto-segretario di Stato fece una rapida escur3ione che si cominciò e finì banchettando. E così avendo i ministri il comodo pretesto di non conoscere nè il paese nè i suoi bisogni possono esimer.;i dal provvedere. I danari si sprecano nel creare un nuovo impero eritreo, e noi Sardi si continua a vivere una vita grama, abbandonati da tutti sa! vo che dal fisco. ~Di recente il Governo mandò un Sardo, come novello Missus Dominicus a fare qui un'inchiesta ministeriale. Questi venne, parti, ritornò, e volle farci supporre di aver creduta seria ed efficace la sua missione, col fare delle proposte per venire in sollievo dell' isola. In seguito alle sofferte delusioni i Sardi s'.Jno diventati scettici. Nulla perciò sperano dall'opera sua. Fra i mali della Sard_egna, nota il prof. Todde, precipuo è la mancanza di sicurezza, la quale costituisce per se stessa un supremo bene indispensabile ad ogni civile convivenza. Dalle statistiche risulta che la Sardegna, nel commettere reati ha un doloroso primato su ogni altra regione d'Italia. Ne segue qnindi: 1 ° Che oggidì sarebbe impossibile discorrere sul serio di miglioramento intensivo di coltura e di costruzione di case coloniche sparse, essendo mezzo indispensabile a questo scopo la sicurezza; 2.° Che non avendo la delinquenza in Sardegna, c~gioni politiche, ne segue che debba essere effetto di malessere morale in seguito al pessimo organismo economico. « Il Governo, scrive il prof. Todde, ha qui tosato senza misura tutte le classi sociali, e le più basse so ne sono r;sentite 1,iù di tutte: il delitto ha ingigantito,.come ha dilagato la miseria». Larapina viene dai grassatori riguardata come un' induStl'ia, come può esserlo l'esercizio del contrabbando. La povertà delle masse offre facile all'intrapresa le braccia, di cui la miseria rende il mercato ricchissimo. Un tempo questa turba miserabile trovava pane nei lavori pubblici e nelle imi,r,se minerarie; oggidì non opere pubbliche e, poche eccettuate, miniere chiuse e da chiuder3i; per cui rimangono molte braccia da commettere misfatti. Dalle statistiche giudiziarie risulta ohe mentre dal 1880 al 1887 declinava qna la curva dei reati, poi risalì anno per anno con progNssionc spaventevole; ciò si deve in gran parte alla crisi bancaria che nel febbr.iio 1887 disperse il risparmio aci:umulato, cd insieme lo deviò da quella str.,da m Ila quale si era timidamente posto. - Passa quindi ad esaminare la produzione agraria. Questa industria è pr.ivalentc ed estensiva, però senza capitali materiali e con pochi d'intelligenza, per cui essa è poco rimuner.ttrice. La coltura del frumento, principale proJotto agrar:o, non supera la media dalle 7 alle 10 sementi negli anni più fortunati; cd il prezzo ne è così vile che i proprietari hanno imporato a dolersi della concorrenza straniera, giacchè chiesero
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==