Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 12 - 30 dicembre 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI · 179 La politica sleale, e spavalda e imprudente ciel governo italiano confermò il Negus nei suoi sospetti e forse gli fece intravedere la possibilità cli una riscossa che potesse terminare col ricacciarci verso il mare. Il generale Ganclolfi conchiudendo il suo studio giustamente osserva che la politica sudanese nata nel 1890 e ripresa con Crispi « mise contro di noi ad un tempo i dervisci e gli abissini e ci gett6, contro Yoler nostro, nella politica di vendetta e di conquista a qualunque costo. « Incominciata questa politica nell'ottobre, ci « troviamo già sul terreno delle soste e delle in- « certezze; squilibrati prima per l'eccentricità di « Cassala, ci troviamo ora piì1 squilibrati che mai " dalla eccentricità ancor maggiore ·di Antalo, per « cui si pensa, se attaccati, di ridu1·ci ad Acli- « grat, come dopo la presa di Cassala si pensò di « raderla al suolo per ridursi a Cheren. (p. 41). Edoardo Scarfoglio, ardente e logico africanista, che nella nostra politica coloniale non aveva visto che assurdita, incoerenze e villa alla sua volta dopo aver fatto una critica acuta e serrata della nostra azione dimostra che le vittorie di Coatit e Senafè aumentarono, non diminuirono i nostri pericoli e alla fine di Ottobre scriveva: « noi non « abbiamo fatto che accostarci di cencinquanta: « chilometri al nemico. La maggiore vicinanza ag- « grava il pericolo e c'impone imperiosamente la « scelta fra l'attaccarlo subito e sgominarlo o au- « mentare i nostri mezzi di difesa in proporzione « dell'accresciuto territorio per fronteggiarlo. » (Le nostre cose in Afr·ica) (1). Le previsioni e gli avvertimenti alla vigilia di Amba Alagi non furono meno chiari e ripetuti. Che dopo Debra Ailat fosse previsto l'attacco degli Scioani risulta dalle stesse disposizioni prese da Barattieri nell'occupare Makallè e dalle considerazioni fatte dalla Tribuna (8 novembre) alle lettere mandate da Mercatelli e nelle quali si esponeva il programma concordato tra il generale e il Governo: cioè di abbanclonai·e - dopo aver distrutto incendiato tutto - il paese occupato cli fronte a forze sove1·chianti per andare ad aspettare il nemico tra Adigrat e Adaga-Amus. Dunque in Ottobre era previsto, dai Comando Militare in Africa e dai più solerti e autorevoli cor- (I) Lo Scarfoglio pubblicò nel ltfattino di Napoli una ser·e di articoli notevoli ~ulla politica africana. In uno recentissimo (N. 357) asrnda rigorosamente la grande responsabilità del Generale Barattieri. Lo stesso Scarfoglio cli'è un fi'ancofobo ben noto, nel citato opuscolo dà addosso a quelli italiani cue guaiscono pt>rcbè :\lenelib è armato di buoni fucili e ciel fotto ne fanno la colpa ai francesi, dimostrando che il vero colpevole in quanto all'armamento degli abissini è il governo italiano (p. 47 e 53) rispondenti dei giornali, il caso dell'attacco scioano con forze soverchianti. Lo stesso Mercatelli, non ostante il suo ottimismo e i calcoli sbagliati sulla defezione e sulla rivolta di vai ii ras contro il Negus Neghesti, nei primi di Ottobre scriveva: « tuttavia il Negus può sempre portare in Tigrè « dai trenta ai quamntamila ·buoni fucili e le « sue avanguanlie non clistano più cli una set- « timana da Ras Mangascia . .... » E in data del 27 Novembre tornava a scrivere allarmatissimo: « Noi non dovremmo trascurare la nostra preparazione, sempre lenta per poca larghezza di mezzi. « A questa lentezza ed insufficienrn ho piìt volte accennato nelle mie lettere. E se il pericolo è quale veramente si annunzia, la posizione nostra può divenire non lieta. Mancano uomini e perfino fucili; mancano vive1·i ed approvvigionam,enti cli ogni maniera. « Non bisogna prendere le cose con troppa leggerezza. Ricordiamoci che a Coatit solo un vero miracolo ci pote salva1°e. Pensiamo che una avanzata del Negus può operarsi con forze considerevoli, e che queste forze saranno anche più da temersi se è vero che al campo di Menelih (come ormai non pare dubbio) è arrivato come v'ho detto Maconnen dall'Harrar, con non meno di dodici mila fucili. « In tale situazione, e con queste probabilità una seria minaccia sul nostro fianco destro operata dalle truppe dell'Amhara, del Goggiam e del Semien sarebbe di una gravità straordinaria. » ;I/on è evidente, dunque, che si contava sui miracoli per la difesa della nostra bandiera in Africa? Che cosa si voleva di piì1 per mettere in sull' avviso e costringere ai procedimenti rapidi ed efficaci qualunque governo che non fosse stato quello cieli'on. Crispi, che si è chiarito, come disse un giornale di Roma, ubbriaco o delinquente ? Dove erano i pronti battaglioni le veloci navi clonchisciottescamente strombazzati dal ministro alcoolizzato? Eppure c' è dell'altro a carico del1' uomo, nelle cui mani il voto del Parlamento ha lasciato le sorti della cosa pubblica; senza ricordare che la stampa inglese e francese parlò sin dal mese di ottobre dello avanzarsi minaccioso del Re dello Scioa e dei suoi Ras, e pur mettendo in dubbio lo avvertimento che a qualche membro del governo sia venuto in tempo da parte di un rappresentante di nazione estera, noi possiamo assicurare che un generale che è stato in Africa ha eletto, molto tempo prima di Amba Alagi, ali' on. Crispi : vi chieda o non 1:i chieda r-infor-::;i l generale Ba1Yttlieri voi clovele mandarglieli!

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