RIVISTA DI PÒLITICA È SCIENZE SÒCIALt 163 - Ah, questo poi non ci riguarda - rispose con noncuranza la glaciale bellezza pura e severa al pari d'un'antica matrona romana. - Ahimè ! Quale vergogna per noi di interessarci di quel fango, per noi stelle serene. Il compito nostro è di nuotare calme nel puro etere ... Ascoltate piuttosto la nostra Lira e la Vergine delle Stelle. . - Siamo afflitte ... - Afflitte! - disse la Bellezza Polare. - E perchè, care piccine ? Guardate, intorno a noi regna unicamente J,1 gioia; noi non conosciamo la tristezza. Le stelle lucenti tremarono, arrossirono pudicamente. - Si, siamo tristi, dissero sospirando profondamente, la festa non è festa per noi ! Quei lamenti i quali giungono dal basso ci commuovono, essi ci impediscono di sentire la musica o il canto, - causa loro, sentiamo tanto la tristezza; è per cagfon loro, che non possiamo godere e navigare tranquille nel silenzioso etere. Ci sentiamo trasportate... vogliamo sapere tutto, tutto quel che succede nel mondo. Abbiamo tanta compassione per la povera terra I .La Stella Polare si coprì di una bianc<nu voletta, per non sentire simili discorsi insensati e si sollevò intorno ad essa un ·certo mormorio: - Si... E come sono ridicole queste piccine, ridevano le stelle della Grande Orsa, sentite a che cosa mai pensano! E che cosa vorreste farne di quella peccaminosa terra, a che serve, quando abbiamo il puro, il libero cielo? Ah! fanciulle, fanciulle, navigate pacifiche e calme al pari di noi. Oh, senti Arcturio, che strani desideri. Il giovane Arcturio rispose: - Ascolto e mi mera viglio! Sono tempi meravigliosi! Costumi strani! Secondo me, signore mie, (si rivolse alle lucenti stelle) il vostro compito è di abbellire il cielo azzurro; e poi sinceramente parlando, ogni dottrina, ogni sapienza, ogni contatto colla lurida . terra non potrà che nuocervi. - Essa, senza dubbio, distinguerà in voi - come dire? ... quella poesia dell'Ignoto quella grazia, quella ingenuità - si quella simpatica ingenuità ... Non è vero? - E il severo Orione disse subito: Appunto, non è permesso di avere delle idee liberali. Voi lo sapete, Arcturio, quale è la mia opinione; anzi tutto l'ordine ... Altrimenti questo sarebbe l'Anarchia. Che cosa ne pensate, Monna Vega? .. - si rivolse a lei, sperando in una risposta adeguata ulla sua. Essa rispose : - Credo, credo bene, che non sia altro che una posa, poichè nella terra non può esservi nulla d'interessante. Pianti e lamenti, mentre che noi abbiamo questa stupenda musica e meniamo le ridde eterne. Le stelle lucenli tremarono d'ira... si velarono i loro chiari rnlti, e con debole speranza si rivolsero ad Aldebarano, il sapiente, - Voi solo forse ci sosterrete, chiesero timidamente, peritandosi di disturbarlo nelle sue ricerche scientifiche. Aldebarano sollevò ardito le ciglia, sorrise maestoso, girò gli occhi con una mossa canzonatoria. - S'intende - rispose, in modo metodico, soffermandosi e trascinando le parole - la sapienza, è luce; l'ignoranza, tenebre; e di questo nessuno dubita. Ma non è da tutti. E di ciò bisogna ben ricordarsi : per la sapienza vi sono gli eletti, appunto quegli eletti a cui destino è il sapere, come il destino della maggioranza per esempio, è di menar danze! - Questa è la parola! Ecco la vera, sapiente, autorevole parola - disse la Vega. Le lucenti stelle divamparono: tutto era loro avverso. La risposta ironica di Aldebarano, sulla quale esse avevano fatto tanto assegnamento, pareva, che le avesse sconfitte d'un colpo. Ma il coraggio giovanile valse a sostenerle, non si dettero per vinte e cominciarono a difendersi. - Comunque sia - dicevano l'una dopo l'altra - noi siamo sincere, quando diciamo che siamo tristi, che ci dispiace per la povera terra, che ci annoiamo di navigare soltanto nell'azzurro etere e sentire le gentilezze d'Arcturio. Vega sorrise, maliziosamente. Arcturio si risentì, ma le piccole stelle continuarono. - Si, si, ci annoiamo, e ci dispiace per coloro, che gemono e sospirano, là, nelle profonde tenebre; crediamo che scendendo nella terra verremmo a conoscere il perchè di questi gemiti e forse potremmo recare ivi con noi l'Amore e la Luce. Pensiamo ... Ma tutto d'intorno ad esse mormor·ava. Le tonde figlie della Grande Orsa scoppiavano dalle risa. - Ah ! ah! ah! stolte ! che cosa ve ne importa della terra? Voi siete solo obbligate a risplendere! - Questa è una ribellione! brontolava Orione adirato - È civetteria, malizia va la bella Vega. - No l disse con condiscenza Arcturio, no, non è altro che trasporto giovanile, generosità di giovani! Questo passerà col tempo, non temete - ma ... ma ... come dire? È magnifico! Quasi piccante. - E l'abile Arcturio strizzò l'occhio dalla parte delle stelle lucenti. Ma io sono quasi d'accordo collo stimatissimo Orione l Prese la parola, senza esserne richiesto Aldebarano impazientito. - Ma questo è davvero un delitto. Ma vi pare ! il mondo ha le sue leggi in virtù delle quali scorre la sua vita, e il volersi immischiare in questo andamento non va, ed è colpevole. Ogni generosità turba l'ordine e non è altro che indizio d'immaturità di spirito. Così la penso iò... - E io - e io - disse soffocando dalle risa la Luna. Ah! io so una sola cosa. Balliamo, danziamo, giochiamo... tra la la la ...
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==