Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 11 - 15 dicembre 1895

174 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI non differisco gran che da quella preconizzata e sostenuta con calore da )Iazzini o dai suoi discepoli: « la dottrina economica di Giuseppe :Mazzini, dico il « Calamandroi concorda nella parte critica dell'attuale « 01·dinamento capitalistico, colla dottrina di Cal'lo « Marx, eh' è base fondamentale al socialismo scion- « tifico :noderno. Anche per ~Cazzini, l'origino doll'ac- « cumulazione capitalistica sta generalmente nella « conquista, nella violenza colla quale, in tempi !on- « tani da noi, certi popoli e certe classi invadenti « s'impossessarono della terra e dei frutti di un la- « voro non compiuto da essi». E poi aggiunge: « In conclusione: o il socialismo « militante accetta un programma di riforme graduali « od è radicalismo; o vuole l'attuazione immediata « del regime collettivista, e si estingue in un dottri- « narismo infecondo, quando non precipiti nel rivo- « luzionarismo il più pauroso» (p. 45 e 901). In quest'ultimo caso, come in Francia e in Italia, suscita la reazione e il colpo di Stato più o meno larvato. Kel secondo brano riportato dal libro del Calamandroi non si parla J_Jiù di mazzinianismo, ma la dott1·ina marxista viene messa in confronto col radicalismo. Ciò precisamente perché l'aziono e la dottrina di Mazzini connetto coll'aziono e colla dottl'ina del partito radicalo italiano, che ha la sua sistemazione teorica nel Patto di Roma che ha avuto un apostolo in Bertani e che si è esplicato variamente in Parlamento e fuori. Il nostro A., dunque non difende soltanto il mazzinianismo, ma anche il partito radicale italiano, che può e dove essere il futuro partito di governo, con o senza la monarchia. Con la monarchia se questa saprà ritrarsi in tempo dalla brutta Yia in cui si è messa; senza la monarchia se que ·ta continuerà ad essere complico o autrice principale della più sfrenata reazione. E alla monarchia dà un avvertimento colle seguenti parole del Palma, che, se non erriamo è stato maestro di diritto costituzionale al Principe e1·oditario: « il diritto è il do- « vero del Re, nei cangiameuti di ministero, lungi di « essere passivo ed automatico, è un uffici o attivo e « diciamolo pure, diflicilissimo; tanto che, come ogni « gran diritto del resto, malamente usato, e nessun « Re come nessun' assemblea può avere il dono di- « vino della infallibilità, può divenir fonte di gravi « contrasti e danni » (p. 130). Su questo terreno il ~formina differisce dal Calamandrei; egli non si cura del radicalismo come derivazione del mazzinianismo; né crede che la dottrina del Maestro sia eccellente pel momento in cui venne formulato e che possa essere sorpassata e perfezionata; ma nella sua intransigenza ritiene che essa sia perfetta, insuperata e insuperabile. rella prefazione, }lOi, facendosi forte della parola del collettivismo agrario - cd a noi pare che non sia collettivista la teoria cui egli si riferisce - conchiude con Goorgc: « Come dice Mazzini, gli uomini devono raccorglicrsi « intorno al vessillo del dovere piuttosto che intorno « ai simboli del proprio interesse, se vogliono godere « il trionfo dei diritti dell'uomo :». Con ciò il ì\Iormina por respingere la esagerazione o la unilateralità del marxismo colla sua rigi<la cd esclusi va interpretazione materialista. della. storia cadrebbe in un'altra esagerazione accordando la massima prcYalcnza al fattore morale, che non è mai campaw in aria, ma è connesso e derivato da altri fattori. Fortunatamente che questa unilateralità della prefazione non c'è nel resto dell'opuscolo, nel quale alla quistionc economica, anche in conformità degli insegnamenti di ~fazzini, ".iene accordato il posto, che le è dovuto. Noi non esitiamo a dichiarare che tra i due scrittori che mirano a rivendicare il mazzinianismo dallo ingiuste accuse alle quali è _fatto segno,'.ci accostiamo maggiormente al Calamandrei, pur ammirando la fede, il calore, la conoscenza profonda delle dottrine del grande, che riposa a Staglicno, che sono doti innegabili del Mormina. c. AMILCARELAURJA: I Quattro del Molo - Romanzetto per ragazzi. Enrico Voghera, Editore. Come vi ha un periodo ontogenetico nel quale le pil1 grandi classi animali non si sono ancora ditforcnziate, tanto che l'embrione di un mammifero non differisce da quel di un rettile; come vi ha un pc· ·· riodo pi(1 inoltrato ancora in cui gli embrioni di diverse specie si mostrano in tutto simili, in età diversa, e che in certe specie, persino, gli animali giovani differiscono dagli adulti perché non anco hanno perduto le qualità originarie del progenitore antico dal guaio provennero per p1·ogrossivo differenziamento; come fra i neonati non si possono neppure ancora distinguere nettamente i caratteri propri dello diverse razzo umane, tanto che il colorito dei negri è pienamente raggiunto in un anno nel Sudan, e nell'Egitto in ti-o; così pure gli individui, così gli uomini, di poco diffel'iscono fra loro nella infanzia; e molto, solamente poi, in età adulta, quando i varii temperamenti sviluppano le diverse potenzialità individuali, e quando poi finalmente dalla base del temperamento sorge il carattere, nel quale si comprendono e si fondono i varii elementi della discendenza, e quelli svariatissimi dell'adattamento, secondo che opera l'ambiente sull'individuo, e secondo che nella razza ha già largamente operato. Tanto che i bimbi, anche dalle loro mammine, non sono caratterizzati d'ordinario che in modo assai generico piuttosto classificativo che determinativo. - Bimbi buoni, cattivi, quieti, irrequieti, docili, ostinati, svolti ecc., - qualità fondamentali del temperamento tutte, e però puramente fisiologiche; e la caratteristica individuale, in quanto già si pronunzia e in quanto appena si è potuta sbozzare, non la scoprono (sempre in seguito) se non gli educatori, che vendendone molti e molti essendo abitanti ad osservare, meglio ne possono notare le dilleronze poco palesi. Da cìò risulta la difficoltà artistica, non lieve, di conc.epiro un personaggio fanciullo, e quella tante volte maggiore, di concepirne diversi, e pili ancora quando si abbiano a trovare in una medesima sorta di gente, e quando e dove, perciò, le differenze in-

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