Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 10 - 30 novembre 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 153 dostorebl,o lo spirito di emulazione e di gara. La tendenza ad eccellere sugli altri por onori e por ricchezza, il desiderio di riposo negli anni più inoltrati la speranza di lasciare alcunché ai figli, l'interesse individuale, in una parola, più o meno egoistico, potrebbero giuocare nella vita sociale, come impulsi specifici di attività economica, un'influenza non meno importante di quella che spiegano nell'attuale regime capitalistico, ali' incremento della cui ricchezza soltanto una _piccola frazione della società oggi è veramente interessata. 2.0 La libertà, piacere che si deve cercare di ottenere nella misura più larga ai cittadini, utilità, esigenza di alto grado di evoluzione sonaorganica, potrebbe avere un contenuto più vasto e più definito che non ha oggi (1). Anzi tutto non è equo derivare il socialismo dalla teorica dello accentramento funzionale statale. Vero è bene che molti, e così i socialisti di stato, da una _pretesa leg~e di statificazione progressiva ricavano un regime che, per un lato, corrisponderebbe a quello dei socialbti. E gli statolatri - e fra costoro normalmente chi sta al governo della cosa pubblica - pretendono di avvicinarsi ~l socialismo tutte le volte che speculano nuove inframmettenze dello Stato nella vita sociale, nuove limitazioni alla liue1·tà individuale, nuovi vam1,irismi. Ma tutto questo non è necessario, nè sostanziale nel programma degl' innovatori, nel quale, anzi, il maximum di libertà possibile, dato quello elemento essenziale e minimo della nazionalizzazione ecc. potrebbe e dovrebbe essere consentito. La libertà politica, che si traduce in indipendenza o autonomia dei corpi locali, in partecipazione dei cittadini aila legislazione e agli affari pubblici, in facoltà di scelta e di modificazione della costituzione politica, e, sovra tutto, in garanzia giurisdizionale della libertà medesima di fronte allo Stato, non pure esecutore ma eziandio legislatore, non sembra che dovrebbe necessariamente subire minorazioni in uno Stato socialista. Neanche nfl dovrebbe subire necessariamente la libe1·tas 11ossidencli, benché es1,licabile in campo più ristretto. E neanche, infine, la generica libertas agendi, la quale, in sostanza, non è che possibilità economica, nella sfera giuridica., di soddisfare i propri bisogni e appagare i propri desideri. Infatti se il capitalista, coll'espropl'iazione socialista., si vedesse minorata essa libertà, se la vedrebbe accresciuta il proletario. Ora, appunto, è la libertà meclia individuale ciò che si deve confrontare, e non la libertà di taluni. Questo concetto della media non pare sia stato tenuto in calcolo dai socialisti e dai {l) Io mi r:v0lgo qui precisamente agli amici dell'Idea Llberale organo one ·to e simpatico cli 1111 partito non ahbastanza app1'C7ZatÒ in ltalia, le cui idee io raccomanclcl'ei ai socialisti di ttnerc, più che noi facciano, noi conto dovuto. loro avversari, e, combinato con il principio della decrescenza dei godimenti aggiunti, può portare a un confronto eJ.onimetrico tra il regime attuale e quello ipotetico dei socialisti tutto a favore di quest'ultimo. Imperocchè, anche a parità di media di libertà individuale, un regime in cui le variazioni da questa media siano minori, porta, per la legge di decrescenza dei godimenti aggiunti, un risultato collettivo edonologico superiore. Il che è importante (1). Le libertà concrete politiche di coscienza, di opinione, di domicilio, di associazione, di pubblicità, di comunicazione, di emigrazione, di vocazione sociale non si vede per qual ragione essenziale dovrebbero venire necessariamente mi no rate. I falansteri del Fourier, i sogni autoritari del Cabet e del Leroux, la organizzazione militaresca del Colins non sono essenziali nel socialismo, dove un solo potrebbe essere il servizio pubblico: produrre il necessario con mezzi cli stato. La libe1·tà contrattuale potrebbe non subire quelle diminuzioni che Yves Guyot pretende necessarie; e il contrattualismo crescente potrebbe ancor essere _portato di evoluzione sociale. I beni di proprietà privata, infatti, sarebbero oggetto di obbligazioni, come di disposizioni testamentarie; e la incommerciabilità della proprietà terriera e di determinati capitali, nello accertato accrescersi continuo di importanza economica della proprietà mobiliare di fronte alla immobiliare, non negherebbe la possibilità di un contrattualismo crescente. Sarebbe davYero imprescindibile l'ordinamento comunistico della famiglia? Sarebbero necessariamente eliminate le gioje del domestico focolare? Predeterminati i bisogni inJ.iviJ.uali? Inceppata la libera produzione artistica? Impossibilitata la libertà professionale o ristretta nel sno campo di projezione? Obbligati i cittadini a ing-ojare le minestre gratuite in un'ora determinata e a dormire nell'ora. del silenzio? Ma tali esagerazioni non sono niente affatto necessarie nella concezione socialista, anzi la più lata possibilità di determinazione dei rapporti familiari, la più grande concorrenza p1•0fessionale, ·causata dalla piu facile istruzione, il lusso minore, h, certezza del necessario, le libertà anzidette piil larghe e definite potrebbero essere altrettante cagioni di mag;;iore libertà, di più spiccato individualismo. ENRICO LA LOGGIA. (I) E portn, per avventura, a 'luest'altro paradosso: • il sl")cialismo è il regime del maggiore medio i11diviJualismo. Gli abbonati sono vivamente pregati a mettersi in regola con l'amministrazione. 11 miglior modo è quello di inviare una cartolina-vaglia di L 5 al seguente indirizzo: Dr Napoleone Colajanni. Roma.

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