Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 10 - 30 novembre 1895

RÌVIS'Ì'A DI POLITibA E SCÌENÌE S6CIALI 157 di Montesquieu, di Herdcr, di Buckle il clima diventò una specie di chiave falsa per a.prire tutti i problemi che presenta la storia. viltà umana, rimano sempre rinserrata entro il pugno degli A1·:·as, i nobili popoli della luce. li metodo pel' la sua sempliciti non poteva esser migliore e pit1 facile per cavarsi d'impaccio. Basterebbe in tal modo una sfera ed un compasso per risolvere in un momento a colpo d'occhio i più difficili problemi d~ll'eYoluzione storica dell'umanità. A questa specie di fatalismo mesologico, che sospende al clima, all'aspetto generale della natura, all'ambiente, tutto il destino umano, si è sostituito un'altra specie di fatalismo: quello antropologico, secondo il quale la storia del mondo è il prodotto della lotta delle razze. La libertà, la ci viltà, il progresso non sono più il prodotto del maggiore o minor calore, ma piuttosto sono il prodotto della fisiolo..,ia e della costituzione delle razze umane. Così « Ì'Ìoi viviamo di luce, scrive poeticamente Michelet, e il nosl ro JegiUimo antenato è il popolo della luce, quello degli Ar,vas, che, da un lato, verso l'Italia, dall'altro, verso la Persia, la Grecia e Roma, nelle idee, nelle lingue, nell'arte, negli dei ha scgnat1 la sua traccia sfavillante come una lunga serie di stelle. Felice genio, fecondo, che nulla ha fatto impallidire. Guida ancorn il mondo al chiarore della sua via lat tea ». o per esempio il De Gobineau scrive che il centro della ~toria risiede colà dove abita, in un dato momento, il gruppo bianco più puro, pit1 intelligente e pit1 forte. « Se questo gruppo risiedesse, a causa di un concorso di circostanze politiche invincibili, in fondo ai ghiacci polari e sotto i ra,;gi di fuoco dell'equatore, il mondo intellettuale inclinerebbe da quello parte »! ( Essai sur l' inégalité des Races hwnaines). Persino al Gumplowicz, che pure assegna una larga parte alla razza nello sviluppo della civiltà, parve esagerata questa concezione antropologica della storia. Nel campo di questo antisemitismo scientifico che combatte gli Ebrei come un popolo appartenente ad una razza inferiore alla nostra i pii1 conseguenti o i pili radicali sono quelli che corno il Tri<lon ( Le l\1olochisme jnif) e il Dr Albert Regnarci ( .11 rye11set Semites) ponendosi da un punto di vista apertamente anticristiano combattono il semitismo por aver dato al mondo il cristianesimo. Generalmente gli antropologi dell'antisemitismo oppongono allo virtù doli' Aryano i vizi del Semita, 1·apprescntando il primo come gcnc1·0s0, fiero, cavalleresco, disinteressato, delicat.o, pieno di nobiltà; il secondo come asp1·0, cupido, volgare, (l.Stuto, servile vendicativo, pieno di viltà. e di falsità, usuraio, e chi ne ha pit1 ne metta. « Il carattere semitico, ha eletto il maestro delle scienze filologiche, E. Renan, è in generale duro, angusto, egoistico ... Io sono il primo a riconoscere che la razza semitica pat'agonata alla razza indo-europea, rappresenta realmente una combinazione inferiore della natura umana ». Il giudeo, si dice, appartiene ad una razza inferiore intellettualmente e moralmente alla nostra, ad una razza che nella storia generale della civiltà apparisce chiusa e refrattaria agli interessi nobili e generosi delle razze civilizzatrici, eppure questa razza tende a stabilire la sua egemonia sulla razza indoeuropea. Sono due osservazioni false, perché otto o nove milioni di giudei disseminati a gruppi entro le numerose popolazioni aryane dell'Europa e dell'America, non potranno giammai pur giungere a padroneggiarle; perché io credo corra oggi maggior differenza fra l'Europeo a1•yano e l'Indiano aryano, che fra l'Europeo aryano e il giudeo semita, perché i caratteri originari della razza semitica, non sono più i caratteri sociali del Giudeo del secolo xix, essendosi essi modificati sotto l'azione dell'ambiente sociale e storico dei popoli in mezzo a' quali vivono trapiantati e dispersi i figli d'Israele. E la prova di questa progressiva trasfo1•mazione giudaica, la prova di questo continuo adaitamento dogli Ebrei all'a.mbiente europeo e moderno noi lo abbiamo in ciò che il popolo giudaico, un tempo csclusi vamente pastore ed agricolo avverso al commercio, si è trasformato di punto in bianco in un popolo commerciante e mercantile. Non è certo l'.Aryano che potrà giammai rimproverare al Semita di avergli trasformato le tendenze, i costumi, le istituzioni, ma tocca ad Israele il diritto di ripctel'C ai popoli indo-eu,·opei, come dico il Hcine nelle sue Confessioai: voi mi avete escluso da ogni possesso fondiario, da ogni guadagno di professione, non lasciandomi altra via che il commercio e gli affari di cambio, vietati dalla Chiesa agli ortodossi, e m'avete condannato legalmente ad essere ricco, odiato ed ammazzato. FRAXCESCO MomuNA. Opere del Dr. Napoleone Colajanni. La sto1·ia dell'umanitll. si riduce in questa concezione puramente antropologica ad un oterno duello fra Annibale e Scipione, fra AIJderaman e Carlo Martello, fra Saladino e Riccardo Cuor di Leone, ad una lotta cioè fr.1 Aryani e Semiti per l'egemonia del mondo, la quale, fortunatamente poi destini della ciL'alcoolismo: Sue conseguenze morali e sue cause. L. 3. La Sociolo_r;iaCriminale: Due volumi di 1300 pagine con una grande tavola. L. 13,50. La politica coloniale: Un volume di 320 pagine L. 1,50. Gli abbonati della Rivista godranno dello sconto del 25 010.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==