156 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI non poteva perdonare ai Giudei il famoso deicidio -- le parole: « Popolo mostruoso che non ha nè fuoco nè luogo, senza paese e di tutti i paesi, una volta il più ,felice del mondo, oggi la favola e l'odio di tutti; miserabile senza esser compianto da nessuno; diventato nella sua miseria, a causa di una certa maledizione, il riso dei più moderati >>; e l'antisemitismo filosofico intollerante dettava a Voltaire - che non poteva perdonare agli Ebrei di aver dato al mondo il cristianesimo tradizionale - le parole: « I · Giudei sono un popolo di briganti. Gli Uroni, gli Irochesi, i Canadiani sono stati filosofi pieni di umanità al paragone dei figli d' Jsraele »; nel campo della realtà politica i governi perseguitavano gli Ebrei per ragioni tutt'altro che religiose. ln quasi tutte le pe1•- secuzioni ordinat~ dai principi cristiani contro gli Eb1·ei si vede che l'appetito regale per l'oro giudaico, l'auri sacra fames, ne era la causa principale e deerm inante. Se nell'antisemitismo religioso delle masse ignoranti, intessuto di pregiudizi medioevali,· campeggia ancora l'accusa contro gli Ebrei d'involare i farciulli cdstiani per immolarli nella loro pasqua - accusa lanciata durante la lenta, decomposizione della società pagana contro i primitivi cristiani dagli scritto1·i pagani, secondo ci ricordano gli apologisti Tertulliano, Minuccio Fdix eco. -, nel campo doll'antisemitismo religioso dell'intelligenza campeggia l'accusa noÌl meno strana, dal punto di vista dell'evoluzione del pensiero moderno, che gli Ebrei vogliono a qualunque costo scristiani::::are la civiltà moderna. Nei libri del Drumont l'accusa è formulata coi termini chiari. Nè meno chiaramente è formulata nelle colonne del giornale tedesco La Germania, organo del centro ultramontano, che nel suo n.0 del 1 ° settembre 1879, gettando la parola d'ordine: Fronte contro la nuova Gerusalemme, seri veva: << Il popolo tedesco ha infine aperto gli occhi: vede che il vero lmltnrkamvf, la vera lotta per la civiltà è quella contro il dominio dello spirito. e del danaro giudaico. In tutti i movimenti politici i giudei vi rappresentano la parte più radicale e più rivoluzionaria, facendo una guerr.a ad oltranza contro tutto ciò che rimano ancora di legittimo, di storico e di cristano nella vita nazionale dei popoli». 01· a me pare che, gettando magari un raJ_Jido sguardo sull'evoluzione sociale del mondo moderno, ci è da convincere il più ostinato antisemita sulla inanità e sulla falsità di questa accusa. La trasformazione delle società europee non è solo il prodotto del!' infiltramento delle idee giuda,iche nel nostro occidente, ma piuttosto è il prodotto di tutti i fattori, di tutte le forze generatrici della nostra civiltà: della Rina,scenza come della Riforma, della libera filosofia anticdsti:Lrrn del secolo xvur, come della Rivoluziono del' 89. E se la civiltà moderna incomincia a muoversi rn opposizione al cristianesimo non è certo l'opera de pensatori giu~aici, ma l'opera della nostra critica religiosa, che sotto il suo poderoso martello ha spezzato per sempre la dommatica cristiana sia cattolica sia protestante, ma, l'opera di una nuova evoluzione naturale, organica in cui i nuovi orizzonti morali, intravisti appena attraverso l'alba di un lontano avvenire, oltrepassano il cielo cristiano troppo angusto per contenere le nuove aspirazioni, i nuovi bisogni intellettuali e morali sentiti largamente dalla coscienza della modernità. Israele era ancora rinserrato entro il ghetto, senza nessuna comunicazione reale e ideale col mondo sociale della storia, quando le istituzioni fondamentali delle così dette società cristiane cominciarono a sfaldarsi sotto il martello del libero esame non costruito nella forgia della· sinagoga giudaica e maneggiato da demolitori audaci non educati al certo dai rabbini. E questo spirito di esame, questo libero pensiero, questo spirito scientifico, critico, che ha scaliato dalle fondamenta le vecchie credenze religiose non ci viene dalla Giudea, ma dall' Ellade, dalla terra santa della civiltà e della libertà. La Giuàea ha ben il diritto di reclamare la sua parte nelle semenze gettate nel mondo della storia, dalle quali è germinata la civiltà moderna; essa ha ben il diritto di reclamare la maternità di certe idee sociali, che hanno influito e continueranno ad influire sulla evoluzione dello spirito moderno; può reclamare l'alto onore, come dice il Renan, d'aver dato la voce al povero, d'aver espresso con tutta la sua energia la protesta sociale conto le profonde e stl'identi ineguaglianze economiche; perché la civiltà moderna nella sua struttura e nella sua essenza è il prodotto di una collaborazione alternati va della Grecia, di Roma e della Giudea; ma d~ tutto ciò alla pretesa scristianizzazione della società moderna per opera dei Giudei ci col'l'e un abisso, che l'intolleranza ar- %ica degli antisemiti della politica e della scienza non potrà giammai colmare. ì'i è si regge neppure con maggior fortuna l'accusa fatta agli Ebrei di proseguire ostinatamente l'asservimento della raz;,;a, aryana, accusa che forma la base ideale dell'antisemitismo antropologico, che sogna ad occhi aperti in mezzo ai continui incrociamenti delle razze e dei popoli, di ridonare, mediante una buona ed accurata selezione antigiudaica, la primitiva purezza alla nostra nobile razza degli Aryas. A fondamento di questa manifestazione antisemitica moderna si pongono le scienze filologiche, ant1·opologiche e storiche, mediante l'aiuto delle quali si cerca di provare non solo l'opposizione fra Aryani e Semiti, ma anche la inferiorità di questi di fronte a ,111elli. Un tempo fu di moda nella filosofai della storia la too1·ia del clima. Sotto l' infiuenz.a cli Bodin,
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