Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 9 - 15 novembre 1895

136 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI « Lanza la smentiva, con una lettera dirotta da Casale il 26 Marzo 1880 all'01Jinio,ie, nella quale fra altro si leggeva questo: « 1~bene si sappia che << se io non risposi a quella enorme fola ~i è per- « chè in mozzo al frastuono causato dalle incessanti » e calcolate interruzioni di una parte della Sinistra, « e alle scampanellate del Presidente io non potei « punto udire quella strana allegazione del Crispi e « suppongo che non l'abbia udita neppure il Sella, « che mi stava vicino poichè avrebbe dovuto ancora « premere più a lui che a me di smentirla: sia per- « chè a lui n'era attribuita l'origine, sia perché egli « ben sa, come sia assolutamente inventata. » « Ed il Sella sullo stesso argomento dirigeva una lettera ali' Opinione il 4 Aprile 1880 in cui si legge: « Per conto mio avrei creduto mancare all'on. Lanza « ed a me se mi fossi fermato anche un solo mo- « mento sull'assurdo pensiero che !'on. Lanza po- « tesse avet' pianto per la nostra venuta a Roma.» « Sembrami che di fronte a dichiarazioni così recise di due galantuomini, la cui parola valeva tanto di più di quella dell'on. Crispi, la fola avrebbe dovuto essere sepolta per sempre; invece di quando in quando ripullula e perciò ho creduto con,·oniento smentirla avendola vista riprodotta nelle colonne della pregiata Rivista di Politica e Scienze Sociali ». D. S. LE INNOVAZIONIELLALETTERATURA E LA ~UESTIONE SOCfALE ·..J Nel Saggio sullo stato della letteratura italiana nel pri?no ventennio del secolo decimonono il Foscolo nota che, oltre quello che il progressJ del tempo naturalmente produce, le f1·equenti 1·ivoluzioni intestine, le ripetute nemiche invasioni, la influenza elette armi e delle arti straniere, e l' istituzioni cli nuove leggi e di nuovi costumi hanno cagionato con incredibile rapidità nella nostra letteratiwa maggiori e più memorabili innovazioni che non in quella di qualsiasi diffe1·ente regione. Ed aggiunge che dal tredicesimo secolo, da quando cioè, la nostra letteraturn fece mostra di sè, fino al principio del secolo decimonono, i nostri critici poterono stabilire almeno dieci di(!'ennti epoche, in cui il genio lettemrio assunse una caratteristica, o, per meglio clire, una fisonom,ia affatto dissimile tanto dal p1·ecedente, qi,anto del si,ccessivo pe1·iodo. La durala di ciascheduna dz queste epoche venne con gii,sto calcolo (issata per ogni me~zo secolo, tempo il più lungo che si conosca in cui l'istesso ,r;usloe la medesima moda nello scrivere a1Jbiano in Italia giammai continuato. Più frequenti innoyazioni, in pel'iodi di tempo, cioè, pitt brevi, sono avvenute dal principio del nostro secolo ad oggi. Gli straordinarii cambiamenti politici e sociali successi in que to secolo, gli urti impetuosi e i terribili colpi che dapprima scossero le monarchie d'Europa, la reazione che indi ne seguì, lo sYiluppodel sentimento nazionale, il consecutivo progresso della democrazia, il lavorio nel ricostituire la nazione, il risorgere di questa, e i più rapidi e continui scambi e commerci delle produzioni lett~rarie fra i rnrii popoli hanno modificato più spesso il nostro modo d'esprimere e di rappresentare le cose, ed anche il gusto artistico. Il quale come si sa, subisce le influenze dell'educazione e dell'ambiente sociale. Inoltre la letteratura che è un fenomeno sociale, una continua ed eccelsa manifestazione della vita e del pensiero d'un popolo, cangia e s'innova coi mutamenti che avvengono nel campo delle idee. Le quali ora sbocciano e si maturano e trasformansi in più breve tempo che per il passato. Gl' ideali d'oggi della religione e della morale, della vita politica e sociale non sono quelli di ieri. Le istituzioni che pit1 parean salde, più sono combattute; e sono invece propugnate e difese altre credule utopistiche o dannose. Senonchè gioYa avvertire che in tante Yicessitudini d'uomini e di cose, in tanti varii mutamenti lieti o funesti, poco è cangiato il carattere dei popoli; irnperocchè e so ha profonde radici nell'organismo, e manifestasi secondo il vario temperamento individuale, che in gran parte dipende dalla nosLra organica costituzione, la quale modificasi assai lentamente. Ed infatti malgrado le molte variazioni politiche e sociali fra noi avrnnute in questo secolo, p~1re assai poco o nulla è mutato il carattere del nostro popolo, quantunque si manifesti in nuoYe foggie e maniere conforme alle nuove idee. i\la la struttura della mente, le inclinazioni dell'animo, e quindi le buone e cattive qualità del popolo italiano, quali Yennero formandosi, a strati a strati, lungo la sua storia sì travagliata e varia, non appaiono mutate. Da cio consegue che pure modificandosi il gusto letterario, e mutando, come dice il Foscolo, la moda dello scrive1·e, non però si perde il culto alle Yetuste tradizioni, e permangono invariate alcune note fondamentali del genio letterario della nazione. E questo genio, nostro nume tutelare, inspira e protegge le migliori e pit1 durature opere degl' ingegni, o le ronde accette e gradite all'uni\'Crsale. E però le innornzioni che ad esso non si confanno, o che di un tratto, o, dirni qua i, bl'utalmente so ne distaccano, hanno Yita efnmcra. i\la d'altro canto non sono neppure Yilali quelle p1·oduzioni letterarie che Yeslono forme slan1ìe o già. oltrepassate; ed alle quali non alita dentro lo spirito della nostra età. ;\'ella continua eYoluzione e scelta delle va1·ie

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