Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 9 - 15 novembre 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 133 culaziono generò grandi disastri economici, elette luogo allo scandaloso salrntaggio politico della Tiberina, cn.gionò lo spostamunto o la miseria di parecchio migliaia di lavorato1•i e la conseguente rivolta dclii 8 Febbraio 1888. Poche cifre meglio che ogni frase altisonante serviranno a dare una idea della entità dell'aggiotaggio e delle sue conseguenze: Duchcno calcola, che sopra alcuni titoli francesi e stranieri dal 1852 al 1860 vi fu una perdita di sette miliardi e me::zo. Ohirac calcola, che in dieci anni diverse Banche e società fondiarie immobiliari e di credito presero dal pubblico in Francia (sino al 1871) 900 milioni sotto il pretesto di costruire delle abitazioni. Col krack del 1873 in Italia soltanto 26 Banche perdettero 380 milioni. La mania edificatrice, dice il Pantaleoni, ad occhio e croce costò circa un miliardo. (1). Questi pochi dati e queste poche cifre non rappresentano nemmeno la centesima parte d .lla storia dell'aggiotaggio; a metterne in. rilievo la importanza malefica, economico-sociale basterà in ultimo ricordare che aggiotaggio, crisi e crach sono termini indissolubilmente legati tra loro e che produssero sempre immani disastri in Europa, in America e in Australia. D1• NAPOLEONE O0LAIANKI LACOLLABORAZIONE POSTUMDIAR. BONGHI Il dovere clel Re e i pericoli della Jlonarcliia La Rivista, rifuggente da ogni menzogna o da ogni ipocl'isia, non ha fatto l'apologia di Ruggero 13onghi morto, perché sente che non avrclJbe potuto farla quando era vivente. Pur ammirandone l'ingegno versatile, la vasta coltura, la prodigiosa at,ti vità la Rivista non può tessere le lodi di ·Ruggero Bonghi perchè - per tacere di altro dinanzi ad un feretro - troppo trovava o trova da biasimare in lui la completa mancanza di carattere, che in politica equi vale a cento altri difetti e da sola basta a neutralizzare la efficienza di tante altre doti. Ci piace, però, constatare la unanimitù. dei partiti monarchici nel decantare - a noi poco importa se rebbe che i nostri giudiz, sarebbero suggeriti dalla passione politica ed anche dalla bieca ira di parte, pc1· quanto confortati da fatti più che da argomentazioni. I giudizi del Bonghi, che riproduciamo si riferiscono all'ufficio o al clirilto del 1Jri,icipe in uno stato libero, ai pericoli che corrono le monarchie quando il principe vien meno all'ufficio e al diritto suo. Riprodurremo le sue parole quasi sempre testualmente e le faremo seguire da commenti nostri prudenti e sobr1. Ruggero Bonghi nel!' Ufficio del Principe in uno Stato libero (Nuova Antologia 15 Gennaio 1893) sostiene che il principe ha il dovere di opporsi, nello inte1·esse sociale, a chi in nome del popolo voglia proclamare la repubblica. Però pensava che per opporsi efficacemente occorrerebbe questo presupposto: che nella monctl"chia il capo serbasse maggiore dignità e potere che in una repubblica ». (p. 341). Si sa che l'on. Bonghi scrisse questo articolo e l'altro, da, cui spigoleremo più tardi, in odio all'on. Giolitti, che a lui sembrava togliesse alla monarchia clig,iità e potere. Ora a che cosa sono ridotti la dignità o il potere del Principe dinanzi al fenomeno Orispi ? ~fanca l'una o l'altra? Entrambe forse. « Lo costituzioni sono state fatte sopratutto contro il pote,·e ministeriale: cioè contro gli abusi, le viola1.ioni di logge e gli arbiti'1 che i ministri persuadevano il Principe a commettere o commettevano di por sò ... Perciò nello costituzioni è stato possibile di dichiarare responsabili i ministri e irresponsabile il Principe; due finzioni del resto così la responsabilità dei primi, come l' il'responsabilità del secondo ; giacchè come si sperimenta in pratica la prima e come si difende in pratica la seconda? Due dinastie in Francia so,io state sbalzate cli seggio dai cattivi consigli e dalla condotta dei loro ministri. » (p. 341 e 312). In Italia le leggi e lo statuto furono violati; i ministri hanno commesso ogni sorta di arbitri... e il Principe ha lasciato fare. Ohe cosa potrebbe e docon maggiore o minoro sincerità - le eminenti qua- uebbe seguirne? lità del Bonghi, e da questa unanimità ci sentiamo incoraggiati a riprodurre alcuni brani notevoli di due articoli pubblicati da lui nel 181):3- o che a suo lempo sollevarono grande rumore. Pubblichiamo questi brani, perché ciò che in essi è detto probabilmente non sarolJbe consentito a noi il dirlo; e se ce lo lasciassero dir-o si soggiungo- (1) Giustizia vnole che si ricol'di che la mania edificat1·ice in Tioma ebbe 1111 insperato vantaggio per operai e piceola bol'ghcsia che nei quartieri eccentrici trovano alloggi ad un relativo huon rficrcato e con un certo eonfort superiore dilc loro speranze. « Il primo ufficio ciel Principe è politicamente: di Yigilare bene che nò Camera, nè Senato esorbitino dalla cerchia dei diritti e trasandino i doveri, che lo Statuto accorda e presori ve all'una o l'altra. Questo uflicio il Principe l'adempie mediante i ministri, ma appunto sopra questi è la maggiore vigilanza sua ». (p. 311). Ohi ò tanto brarn da saperci dire se, come e riuando venne osorcitaU:t questa vigilanza dal Principe tra noi?

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