l r RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 119 Tutto ciò che si pot1·à fare nell'ordinamento del servizio della Pubblica Sicurezza nel senso suesposto sarà un bene; non c' è dubbio. Ma sarà ben poca cosa se non se ne riforma radicalmente lo spirito; se non si provrnde contemporaneamente e alla parte tecnica e alla politico-morale, eh' è quella che ha bisogno di più urgenti e radicali trasformazioni. Un fatto é innegabile: la Polizia, per quanto !'on. Galli si scalmani in tuono tragico a metterne in evidenza la beneme1·enza ed anche l'eroismo, in Italia è odiata e disprezzata, spesso non ubbidita anche quando ha ragione, quasi sempre non coadiuvata dalla cittadinanza - nell'ufficio suo genuino - che se ne sta lontana e la tiene nella stessa stima o giù di lì in cui teneva la Polizia borbonica. La causa di questo non lieve inconveniente va ricercata e trovata nella educazione, o meglio nella ineducazione politica degli Italiani? In parte lo crede il Codl'onchi, che seri ve : « nel « 1868, 1500 guardie di Polizia, senza aiuto di sol- « dati, sciolsero un meeting di 200,000 persone in- « detto dalla Lega della riforma; ma quelli là sono « Anglo-Sassoni, il popolo, cioè più educato dalle sue « libertà secolari al rispetto delle leggi ». Intendiamoci sul valore di questa educazione politica degli Anglo-Sassoni da taluni malamente intesa e peggio citata. Coll'autorità grandissima del Bagehot potrei negare questa vantata educazione delle masse inglesi; ammettiamola pure, ma ricordiamo col Codronchi, ch'essa è il prodotto delle secolari libertà. Dove libertà ve1·a non c'è, è vano sperare nella educazione politica. Le cause che in Inghilterrn generano il rispetto delle leggi, stanno, adunque, nell'uso della libertà; ma l'obbedienza, che si presta quasi sempre a coloro che sono destinati a fare rispettare le leggi è g,.me· rata principalmente dalla rispettabilità del corpo della Polizia, che ha l'ottima abitudine di non far sentire la propria presenza, di non invocare obbedienza che in casi rarissimi e di chiudere quattro occhi, nondue, in tutte le occasioni nelle quali in Italia le Questure vorreLbero averne cento come Argo per tenerli tutti aperti. Lo leggi sono rispettate e la Polizia è obbedita in Inghilterra perchè essa e rispettabile o le leggi vrima che dai semplici cittadini vengono osservate dai ministri e dalle auto1·ità, alte o basse. ::ìe qualche funzionario rompe, paga dinanzi ai giudici, che non esitano a chiamare dinanzi alla loro sLarrn e ad ammonire sc1·eramonte lo stesso Principe erodi- • tario; se qualche minist1·0 1·ompe, non tarda a pagare in Parlamento, senza che neppure ricorra al ridicolo tentativo di rive1•sa1·c la responsabilità del malfatto su qualche povero Battirelli. Che dire cieli' Italia dove un C'rioliLti c un Grispi continuatamente tutte le leggi calpestarono e calpestano? doli' Italia dove la :\fagistratura condanna per resistenza alla forza pubblica - a meno che non si tratti del collega Peroni, che deve alle sue qualità di amico del ministero se non venne condannato come lo fu Costa - le Yittime, che hanno il torto di non volersi lasciare bastonare e manda impunite guardie e delegati, che commisero inaudite violenze? dell'Italia dove i Pal"lamenli servili approvano con voti espliciti, e non con semplici bills d'indennità, le infamie dei poliziotti, dei delegati e dei ministri? Oh I in Italia non è possibile il rispetto verso 1~ legge e verso la Polizia che si riscontra in Inghilterra. Illustriamo meglio la differenza tra i due paesi su questo proposito. Gl' ignoranti, che non conoscono la storia, o i birbanti che la falsano coscientemente, affermano spesso che se la Polizia si mostra rispettosa del diritto di riunione ciò dipende dalla temperanza o dallo spirito di legalità della folla, che lo esercita. Nulla di più falso. I discorsi, che si pronunziano, le bandiere rosse o nere attorno alle quali vi si riunisce, gli emblemi - berretti, frigi, forche ccc. - e i motti sui cartelloni, che precedono le processioni e presiedono, quasi, ai meelings sono tutto ciò che si può immaginare di più sovversivo e di ]Jiù rivoluzionario, secondo i criteri dei nostri miopi governanti. Ai piedi della statua di Kelson, ad Hyde-Park, centinaia di volte e da centinaia di migliaia di versono furono emesse lo grida: Abbasso la reginci o it ministl'o ! Alorte all'ai·istocrazia o alla bol'ghesia ! Viva ta repubblica o viva la rivolu;:;ionc sociale! E la polizia lasciò dire; non intervenne, non disciolse non. arrestò, non processò, non percosse. Incredibile per gl' Italiani: i policcmans talora si trova,no alla testa, nel mezzo, alla coda, di una manifestazione soYversi va ... per regolarla, per mantenere l'ordine quasi nell' intei·essc della riuscita della stessa mani• festazione. C'è dell'altro: i policcmans sono ani vati a proteggere le dimostrazioni degli odiati e perseguitati anarchici, che non nascondono la loro qualità contro il pubblico indignato per le loro stranezze e pericolose esagerazioni. Cose dell'al!ro mondo! Ke si creda che il popolo inglese si sappia sempre mantenere lontano dai fatti e che si limiti allo parole, alle chiacchiere; tutt'altro. Ì\ on è perduta la memoria dei fasti del luddismo e sono assai recenti 1,cr essere dimenticati anche da.gli srnnturati italiani le devastazioni di Londra assai pi(t grandiose e selvagge di quelle di Roma del!' 8 Febbraio 1888. :'i eppure è da pensare che i poliziotti di Londra e del resto d'Inghilterra siano stinchi di santi e che le cose procedettero sempre lisce; dove sono uomini, si 1·iscontrano birbanti o ignoranti che malfanno o sbagliano. Essi sono corn1ttibili forse di più degli italiani e se ci si mettono a percuotere in brntalità li superano, ma l:i. corrnzione, h~ brutalità, le ille-
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