Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 7 - 15 ottobre 1895

RIYIST A DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 105 La soluzione as:;oluta di questi problemi non esiste. Certamente sarebbe desiderabile che gli uomini non s'imponessero alcun freno nella soddisfazione dei bisogni sessuali, poiché questo freno rappresenta H maggiore, il più doloroso sacrifizio che all'uomo si possa imporre. E di sacrifizio alcuno non ci sarebbe necessità se la fecondità diminuisse spontaneamente in se_;nito o alla più abbondante nutrizione o al maggiore lavoro intellettuale. j\fa sino a tanto che questa ipotesi non sarà dimostrata rigorosamente vera si dovrà convenire col Dumont: che val meglio mettere meno uomini al mondo e assicurare loro una maggiore somma di godimenti, anziché procreare senza riflessione e aumentare il numero dei miserabili e dei sofferenti. Quale che sia la causa il fatto è innegabile; ma questo fenomeno è un indizio di regresso o di progresso sociale? Quando la diminuzione delle nascite era un fatto che veniva creduto esclusivo della Francia, per antipatia di razza o per odio politico venne ritenuta come un grave segno di degenerazione. Ed a qualcuno che sostenne ciò rispose vivamente nel 1889 il Dr. N. Colajanni. (Francia! La grande degenerata). Su per giù quale un indizio di degenerazione continua a giudicarla, se non erriamo, uno scrittore eminente: il Loria. A torto, a nostro avviso. Non indica degenerazione fisica perché la razza francese fisicamente é superiore all'Italiana, che di tanto é piLl feconda. In Italia è maggiore la mortalità che in Francia e vi si é dovuto diminuire il limite della statura per la idoneità al servizio militare per non vedere assottigliare di molto il contingente annuo della leva. Lo elevamento della media della durata della vita, che accompagna la diminuzione delle nascite tanto in Francia quanto in Inghilterra del resto esclude la degenerazione fisica. Non indica neppure degenerazione morale. Non discuteremo qui la moralità della prevenzione malthusiana, difesa trionfalmente dal E:autsh,r - le cui idee in proposito vennero in Italia propugnate e divulgate nelle file socialiste dal Colajanni - colla opportuna aggiunzione corrcttiYa alla formula macchiavellica del fine che giustifica i mezzi tradotta in quest'altra: il fi,ne giustifica il mezzo miglio1·e tra i possibili; ma è certo che i dati principali positi vi e negativi, che fanno ritenere maggiol'e la moralità di un popolo si accompagnano alla diminuizione delle nascite. La proporzione tra i legittimi e gl' illegittimi non é criterio sicuro, poiché essa può derivare da var'ì fattori legislativi e sociali senza che la maggiore o minore moralità vi abbia che vedere. Cosi sappiamo dal ::ifayr che in Baviera per lungo tempo fu altissima la cifra degli illegittimi per gli ostacoli legislatiYi, ch'erano stati posti al matrimonio. In Inghilterra poi colla diminuizione delle nascite si ebbe contemporaneamente quella degli illegittimi e dei delitti. La Francia col minor numero di nascite ha un una delinquenza sensibilmente minore di quella dell'Italia. È grave errore, infine, il prendere questo relativo spopolamento, che deriva dalla diminuzione delle nascite come un indice di regresso sociale. Il De Greef giustamente ha avvertito che si deve essere molto cauti nell'emettere giudiz'ì su questa quistionc: il pl'ogresso o il regresso sociale non può desumersi da un solo o da pochi dati, per quanto di ordine superiore, ma deve determina1·sene la esistenza dal complesso di numerosissimi clementi concomitanti. E l'avvertimento fece precisamente a proposito di questa diminuzione delle nascite in Francia. (Le transformisme social.) Sarebbe davvero strano che si dichiarasse in regresso un popolo che vede aumental'e la ricchezza, la coltura intellettuale e morale, i godi menti ed anche la durata della vita solo perché vi diminuiscono le nascite. Invece si sarebbe tentati a dar ragione al Leroy-Beaulieu che dal fatto che l'uomo primitivo é molto prolifico e quello incivilito lo è molto meno ritiene il fenomeno in discorso come un indizio di aumentata civiltà; mentre altri ritengono, che una moderata pressione della popolazione rappresenti un pungolo efficacissimo che sprona al progl'esso. Ciò che può essere vero. Ma chi data l'attuale organizzazione sociale e la mancanza di conoscenza nella maggioranza degli 11omini della statistica delle sussistenze potrà stabilire a priori qual' è il punto giusto della pressione utile che non può e non deve essere oltrepassato? ,,_ * * I politici, particolarmente la varietà patriottica, che comincia a divenire molestamente anacronistica, si preoccupano della diminuizione delle nascite perché riduce la nazione che la presenta. facile preda delle altre limitrofe la cui populazione aumenta in proporzioni pii1 o meno grandi. Perciò- si calcola in Francia quanti saranno tra un secolo i suoi abitanti e quanto quelli della Germania e dell'Italia e si guarda all'avvenire con un certo terrore. Al di lù, delle Alpi molti cou Bertillon angosciosamente p1·cdicono che : fra venti anni vi saranno dne soldati tedeschi per un soldato francese. ::ira giustamente si o ·servò che la forza militare di un paese non dipende esclusivamente dal numero totale dei suoi abitanti, ma anche, e forse di più, dalla composizione della sua popolm:ione - proporzione tra maschi e femmine, tra adulti e fanciulli - e della sua potenzialità economica. Per questi fattori la Francia si tl'ova in migliori condizioni della Germania. Data la esattezza di quanto fu esposto sulla tendenza generale alla diminuizione delle nascite si può

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