Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 7 - 15 ottobre 1895

104 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI già a 30,5. Una bella discesa, che in un solo decennio non si era mai verificata. in Francia. In lscozia le cifre sono presso a poco uguali e in Irlanda la discesa è ancora più rapida. Diminuisce pure la natalità negli Stati Uniti del Nord-America, dove esistono tuttavia tutte le condizioni per lo incremento continuo e rapido della popolazione; e per questo contrade s'intende che non ci riferiamo allo aumento dovuto . alla immigrazione Enl'opea. La stessa tendenza si potrebbe constatare altrove. Se la comparazione internazionale è una doccia fredda poi nemici della Fr.incia il confronto della natalitil. tra le varie cla.:::.sidi uno stesso JJaosc ribadisce o illustra meglio i ri:sultati della prima. :Molti anni orsono il Quetelet aveva osservato che precisamente le classi pili povere e meno istruite erano quelle che procreavano di più: la fecondità. umana veniva indicata come la dote dei miseri che perpetuavano la propria miseria. A questi miseri non rimaneva che il conforto di essere i soli a praticare l'evangelic.o precetto del: crescete e moltiplicatevi. Le ulteriori e più esatte osservazioni statis.~iche confermarono le conclusioni del grande scienziato belga. Per l'Italia il Prof. Del Vecchio complessivamente per le regioni - salvo poche eccezioni - dimostrò che le nascite erano e sono in ragione inversa della ricchezza e in ragione diretta dell'analfabetismo. In Francia i dipartimenti J_Jiit ricchi e nei quali ò rueglio divisa la pt·oprietà sono i meno feconùi. Pel' l' In;;hilterra il Dumont osservò : che le ricche famiglie aristocrD.tichc, se si fossero moltiplicate secondo la formula malthusiana, dall'anno 1000 in JJOia quest'ora dovrebbero avere 17 milia.rdi di discendenti. In vece sopra 372 pari0 ereditarie solo 24 rimontano al secolo XV! Il Macfarlawe dopo avere studiato il problema della popolazione negli Stati dell'Unione Americana in rappo!'to alla razza, alla densità degli abitanti, alla produzione agl'icola e industriale e alla distribuzione della ricchezza, concluse che la popolazione tonde per sè stessa a limitarsi appunto là dove la civiltà è più diffusa e la produzione è più intensa. Accanto a questa constatata tendenza generale alla diminuzione delle nascite, che può inspirare a qualcuno delle melanconiche riflessioni ci sta un altro fatto assai confortante: da per tutto, quando aumenta la ricchezza e la coltura, si eleva la durn.ta della vita media. Se ne può dunque concludere che se nascono meno uomini essi, però, YiYono di più. Alla ricel'ca tielle cause della diminuzione delle nascite. La circostanza che nel J3elgio gli clementi più vicini ai francesi sono quelli che presentano l'u:;ualc fenomeno farebbe sospettare che la t·azza possa eserBibiioteC8 Gino Bianco citarvi una influenza; ma la fecondità della razza francese nel Canadà esclude tale ipotesi. La costanza del fenomeno nella stessa Francia. sotto il primo impero, la restaurazione borbonica, la monarchia costituzionale degli Orléans, la seconda repubblica, il secondo impero e la terza repubblica basta da sò sola ad escludere che le forme politiche possono ese,·citare una qualsiasi azione sulla natalità di un popolo. Nè ci sembra che si possa seriamente discutere se il fenomeno possa attribuirsi alla graduale realizzazione del desiderio pessimista di vedere spegnere l'umanità formulato da Schopenhauer, da Hartmann e da. tanti altri e da Olindo Guerrini ultimamente in Italia. La diminuizione delle nascite non può essere l'effetto di quelli che Malthus chiamò f,·eni positivi: miseria, guerra, epidemie ecc. Invece si potrebbe bene ammettere che essa sia la conseguenza voluta dei r,·eni JJJ·evenlivi. Per la Francia, infatti, il Leroy-Beaulieu ritiene che il fenomeno si verifichi: l · perché i genitori considerano che i figli non sono più rimuneratori cç,me una volta e non arrecano piil alla famiglia il contributo che un tempo si ritraeva dallo occupazioni agricole e industriali dei fanciulli e degli aclnlescenti; 2· perché il progresso dell' istruzione, dell'ambizione personale e domestica, delle idee democratiche, il crescere della concorrenza nelle diverse carriere, il gusto del lusso, del viver libero, l'eccesso della previdenza da una parte ritardano i matrimoni e dall'altra fanno guai·darc con apprensione alla possibilità d'una numerosa figliuolanza. Questa spiegazione raccoglie i maggiori suffragi; e i fatti constatati se si devono ricondurre a tale causa non farebbero che confermare pienamente l'ipotesi malthusiana e la efficacia del freno preventivo. Spiegazioni diverse, che eliminano l'azione della ,•olontà, suno quelle biologiche secondo le quali: da un lato la buona nutrizione diminuisce la fecondità e dall'altro vi sia inver•sione tra la funzione del cervello e quella degli organi generativi. Col crescere della civiltà e della prosperità aumentando il consumo di fo1•za nervosa destinai.~ alla funzione intellettuale diminuirebbe in cornpenso quella occorrente alle funzioni genetiche. Il Doubleday e lo Spencer e parecchi altri, fisiologi e demografi, hanno dato autorità a questa ipotesi biologica suffragata anche da argomenti tratti dalla fisiologia comparata. Fourie1• addirittura stava coi primi: che credono che i cibi abbondanti diminuiscano la feconditi. l~ difficile stabilire con precisione da qua.le parte sia la vcriti~ perchè la spiega.1.ione malthusiana non esclude la biologica; e viceversa. Una causa potrebbe rinforzare l'altra. Ma questa diminuzione delle nascite è un bene o è un malo?

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