RIVISTA DI POLITI ;A E SCIENZE SOCIALI 103 portate a 645 milioni nel 1891 (comprese le partite di giro e le contabilità speciali). Il sistema rappresentativo applicato anche alle amministrazioni locoli ha certo la sua parte di merito, ma ancora di colpa, in questo ingrossamento dei bilanci passivi; la partecipazione diretta dei contribuenti al voto delle spese e delle imposte comunali, il 1·eferendum, come si dice, conosciuto ovunque in Italia nella seconda metà del secolo scor o e rispettato in Lombardia col sistema dei con·vocati fino al 1859, avrebbe forse fatt0 prevalere una piì1 prudente condotta, sopratutto una condotta poco favo1•eyole all'ingombrante funzionarismo. » Qui ci permettiamo qualche breve os ernzione. 11 chiaro professore della Scuola di Commercio di Bari ci sembra benevolo verso la burocrazia di Stato e seYero verso quella delle ProYincie e dei Comuni. Il vero è che l'una e l'altra si sono forse SYiluppate piì1 del don1to ed è certo del pari, che lo sviluppo rappresenta, come dice l' A., imprescindibili necessità create clai nuovi bisogni della :società a1nminist1 ·ata. Che nella burocrazia di Stato lo sviluppo sia stato soverchio si può dimostrarlo colle ultime riduzioni, che potranno es ere e saranno maggiori nello avvenire per le esigenze inesorabili della finanza e per la impossibilità di avere nuove imposte o di aggravare le antiche. La colpa delle amministrazioni comunali e provinciali parra minore, quando si rifletterà che lo Stato da parecchi anni in quà ha adottato il comodo sistema di riversare sugli enti locali molti senizì pubblici e che i comuni da recente sono stati costretti dalle leggi a spe e enormi per la istruzione pubblica obbligatoria, per la igiene ecc. ecc., spese utilissime, che non si possono deplorare e che rappresentano un impiego di capitali al 100 010. Il regime rappresentativo ha i suoi inconvenienti; ma l'assolutismo dell'ancien regime ebbe il suo dispendiosissimo funzionarismo per capriccio e comodo della sola Corte senza che il pubblico ne ricevesse vantaggio alcuno; mentre altri Stati nei quali vige e funziona correttamente il regime rappresentativo la burocrazia non ebbe l' incremento che ha avuto tra noi; per es. m Inghilterra e in !svizzera. Non c'è dubbio, che allo . tato attuale delle esigenze dei pubblici servizì in Italia sono possibili e s' impogono ulteriori riduzioni nella burocrazia, piì1 in quella dello Stato che nell'altra degli enti locali, la guida migliore per- praticai•le è quella che ci offre il paragone colle nazioni meglio amministrate - ad esempio l'Austria e la Germania. Da questo paragone emerge che un serrizio che in Italia è disimpegnato da 10 funzionarì presso le due cennate nazioni ne esige un numero minore e le cose vanno molto meglio. La Rivista ritornerà su questo importante argomento; intanto constata con piacere che l'idea del referendum si fa strilda anche tra le persone, che non la pretendono a democratici, qual' è il Benini. Il refei·endum è il freno migliore alle spese pazze o disoneste e allo sviluppo, sproporzionato: ai bisogni, della burocrazia. N. C. I PROBLEMI DELLA POPOLAZIONE Economisti, demografi e politici discutono da molti anni in Francia sulla diminuzione della popolazione. 11 fatto ben constatato é stato variamente interpl'etato e gli sono state assegnat.e cause e significati 111olteplicie contl'additori. La discussione é stata ripresa in seguito alla pubblicazione che ha fatto da recente l' Economiste francais delle cifre dell'ultimo censimento, che dimostrano la diminuzione costante delle nascite nella misura indicata dalla seguente tabella: dal 1806 al 1815 di 31,21 pe1· 1000 ab. » 18Hl » 1830 » 31,25 » » » » 1831 » 1810 » 20,01 » » » » 1841 » 1851 » 1861 » 1871 » 1881 » 1850 » 27,44 » 1860 » 26,33 » 1870 » 26,80 » 1880 » 25,42 » 1890 » 23,87 » » » » » » » » » » » » » » » » 1891 » 1893 » 23,57 » » » Queste cifre hanno allarmato molti patl'ioti francesi ed hanno fatto gongolare di gioia non pochi nemici della repubblica di oltralpi; ma per ridurre alle giuste proporzioni l'allarme degli uni e la gioia degli altri, per valutare il fenomeno esattamente e non trarne erronea conclusione è necessario metterlo in relazione con altri fatti d'indole analoga. Il primo fatto da constatare é che la tendenza alla diminuzione delle nascite si può dire oramai generale o non propria, non caratteristica della Francia dove é soltanto più accentuata. Nel Belgio la media annua delle nascite é discesa dal 1881 al 1892 da 31,78 a 28,92 per mille; la diminuzione, però, tra i due clementi etnici diversi, che compongono il Belgio, è avvenuta trn i valloni, che parlano francese e più si avvicinano al tipo francese e non tra i fiamminghi. Ì\ ell' Inghilterra, ha notato il direttore generale della statistica sii· Bridges P. Henniker, dal 1837 al 1878 aumentarono le nascite; e raggiunsero la forte proporzione del :15,5 per 1000 dal 1870 al 1879. La diminuzione comincia dopo il 1879; nel 1889 siamo
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==