100 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI per ora da.re frutti modesti. Infatti per quanto sia bella la proposta. di porre le federazioni cooperative e le stesse singole cooperative dei vari paesi in rap1>orti commerciali fra di loro, in modo che possano scambiarsi fra loro quelle merci che ciascuna possa produrre od acquistare alle condizioni migliori ; pure dubitiamo che nello stato attuale delle cose essa si-a suscettiva di larga applicazione. Sebbene già - col loro spirito pratico - i cooperatori inglesi si siano mossi ali 'opera, e l'ufficio commercialo interna,zionale sia.si diret~o alle cooperative di tutti i paesi domandando i listini delle lot>o merci noi riteniamo cho, por del tornpo almeno, questa. iniziativa rcstel'à, entro un campo molto ristrctt.0 1 e limitato a qualche grande cooperativa (l'Unione coope1•ativa. di Mila.no acquista da molti anni merci dalla TVholesale inglese), ed a gruppi di cooperative associate per l'acquisto - organizzazione che da. noi non riuscì ad attecchire. Ad ogni modo questi tentativi, di cui altro volte si parlò, e che sono ripresi, e l'affermazione .. che esce vigorosa dal congresso di Londra della solidarietà dogli sforz.i cooperativi dei vari paesi, hanno un significato di alta idealità. Per non illudersi troppo giova a questo proposito osservare che il congresso di Londra era stato promosso dalla parto pili liberale dei cooperatori inglesi, dal Greenia[J, dal 1Volff, etc.; e che l'altra corrente per dir così egoistica o commerciale, non vi era che scaL·samentc rappresentata, o, trattandosi di un congresso internazionale che doveva limitarsi a dei voti astratti o non vincolanti, credette opportuno di non farsi viva, cosicché discussione. vera non ci fu. La discussione c'era. stata. invece poco prima al congresso nazionale di Jluddersfield; e, sebbene fosse meno vivace degli anni passati, i fatti che ne risultarono sono significanti, e tali da attenuare non di poco il valore delle deliberazioni unanimi di Londra. Ho sotto gli occhi il bel volume dei rendiconti del congresso di Huddersfield, pieno di notizie e di dati interessantissimi. Il movimento cooperativo inglese, dai da.ti forniti dal « centra.I boa.rd », appare sempre vigoroso, sebbene in questi ultimi anni, invece dei rapidi progressi precedenti, si noti una certa stazionarieta. 1 cd in alcune cifre, qualche decremento. Riassumo i dati pilt importanti. Nume1·0 Anni delle SoeietA 1892 JG6S 1893 IG35 1S9◄ IG7 ◄ Numero dei Soci I Ca.pitale I Vendite I Profìtti {in lit-ester.) finlireste1•.) (in lirester.) 1,219,336 1;1,047,332 ◄ 9,~,58,184 4,668,988 1,29$,.)37 14,5:)6,960 50,~3 ◄ ,303 4,6:"8,004 l,3~3.318 13,006,662 49,98.3,065 4,911.299 Biblioteca G no B anco Anche i dati relativi alle due 1Vholesales (inglese e scozzese), mentre indicano un continuo progresso nel capitale e negli utili, presentano qualche diminuzione nelle cifre delle vendite. Interessanti sono pure le notiz.io che t1•oviamo sulle società. cooperative di produzione inglesi. Nel 1894, (escluse le fabbriche delle Wholesales, le latterie ed i mulini da grano), ve ne erano 1201 con un capitale di lire ster. 537,859, ed un complesso di vendite nell'anno di lire ster. 976,880, con lii•o ster. 50,080 di profitti. Comprendendo le improse escluse si andava alla cifra di 186, ·e ad un complesso di vendite (risultanti dalla. produzione della società sia di produzione sia di consumo) di lire ster. 3,173,705. Il De Boyve, che assisteva. al congresso, dotte interessanti notizie sulle società parigine di produzione: a Parigi questo movimento, a quanto pa.re, ha ripreso vigore, é vi si conta.no circa 130 società di pro· duzione, che fanno, annualmente per circa 20 milioni di franchi d'affari. Per farsi però un'idea sufficiente del valore socia.le di queste cooperative di produzione, inglesi e francesi, occorrerebbe una seri oJ di dati e di investigazioni complesse; nè da queste poche cifre è possibile indurre grr..n che. l1 l)e lJuyve accenna.va pure ai progressi continui del Familistéro di Guisa, la famosa istituz.ione creata. dal Godie::J, e trasformatasi a poco a. poco in una completa e grandiosa società. coopo1•ativa di produz.ione. Questa maravigliosa creazione, nonostante la morte del suo fondatore, ha. continuato sempre beni~ ssiruo: ed ora. 2000 operai vi posseggono un capitale di oltre undici milioni, e rea.lizzarono nel 189-l per 262,000 franchi di utile. Molte altre interessanti notizie potremmo indugir..rci a. spigolare nel bel volume che ci sta dinanzi, edito dal ndente segretario della Cooperativo Union, Mr. Gray . .Ma ci tarda di venire alle quistioni fondamentali, dalle quali abbiamo preso le mosse. Il congresso - importantissimo (vi assistevano 900 delegati) cominciò sotto i migliori aus1Jici, colla presidenza d'onore di G. Thomson il pili eminente fautore della partecipazione al profitto in Inghilterra. Nella sua grande fabbrica di panni il 1'homson non solo ha ammessi i suoi operai a partecipare ai profitti, ma. ha rese loro accessibili le azioni dell'impresa, cosicché essi posseggono ora la quinta. parte del capitale; ed ha accordato loro otto giorni di vacanza all'anno, senza riduzione di salario. Il discorso inaugurale del Thom,.. son però, per quanto inspirato a concetti molto larghi, toccò appena di sfuggita la quistione della partecipazione al profitto; ed il congresso che pure approvò ad unanimità. un:- proposta di invitare le SO• ciotà cooperative a fondare una cassa. destinata. a dare impulso alle società di produzione, non volle entrare nella quistione spinosa della 1nutecipazione,
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