Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 7 - 15 ottobre 1895

106 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI essere tranquilli sul preteso pericolo, che desta le apprens.ioni p·atri0ttiche; poichè sarebbe sicuro che anche in Germania e in Italia tra un secolo sarebbe tanto diffuso od inteso il benessere economico ed intellet-- tuale che lo incremento della popolazione vi troverebbe lo stesso freno. I francesi del resto potrebbero trovare conforto nella profezia, che fa un illustre tedesco, il Gumplowicz; il quale prevede che il giorno in cui la Francia dovesse scomparire come nazione; per le stesse ragioni di ordine cronologico la Germania sarebbe soggiogata dalla Russia. Bisogna contare inoltre sul progresso morale, che muterà in meglio i 1•apporti internazionali e renderà sempre più inverosimili le invasioni violenti morebarbarico. Questo pericolo potrebbe spostarsi: scomparendo per la Francia rispetto alla Germania e ali' Italia sorgerebbe per la razza ariana complessivamente considerata di fronte alla turanica tanto più numerosa e più feconda. Sarebbe il momento tragico dello scop11io del conflitto tt-a le due gl·andi razze umane, previsto dal Marselli e da tanti altfì. Ora come ora, anche questo timore non ha ragione di essere, poiché la superiorità intellettuale degli ariani è tale e tanta che essi sapendo mettere a. profitto tutte le scoperte e le applicazioni della scienza per la offesa e per la difesa militare possono tenere in rispetto, sebbene in numero minore, le orde asiatiche. Ciò è tanto vero che scarsi manipoli di europei s'impongono colla politica coloniale alle moltitudini innumerevoli turaniche. Non si esclude la imprudenza e la impreveggenza nella condotta degli europei, che vanno ad educare e a provocare questi possibili loro nemici; i quali quanto rapidamente possano progredire dal lato guerresco lo ha dimostrato da recente il Giappone. Gli ariani colla politica coloniale che praticano disonestamente verso le razze gialle e nere insegnano a questo l'arte ·della guerra, additano la via della invasione e somministrano loro il giusto motivo per una rivincita. Agli europei contemporanei potrebbe accadere ciò che avvenne ai Romani antichi, che colle loro conquiste prepararono la invasione dei barbari. Mettendo da parte il pauroso problema della lotta possibile in un avvenire forse non molto remoto tra ariani e turanici e tornando ai rapporti ed ai pericoli, che sorgono tra popoli europei con diverso quoziente di natalità si osservi che se la invasione violenta non è probabile, invece è un fatto bene avverato l'emigrazione continua e pacifica dalle nazioni nelle quali l'incremento della popolazione Ò forte verso quelle nelle quali è più lento o che già cominciano a subire un vero spopolamento. La Francia è quotidianamente invasa da italiani, da tedeschi, da spagnuoli, da belgi, da svizzeri, che vanno a cercarvi Biblioteca Gino Bianco lavoro e benessere e che spesso finiscono col fissarvi la. loro dimora. Questo graduale e pacifico infiltramento di elementi stranieri nella vicina repubblica non costituisce un pericolo etnico o politico; esso non altera la struttura e la compagine del popolo. Italiani e tedeschi se prendono domicilio stabile in Francia si trasformano, si fondono e si assimilano con l'elemento indigeno: i Kellermann, i Klebe1•,i Denfert di origine tedesco., i Bonaperte, i Gambetta, i Zola di origine italiana si sono rivelati patrioti francesi altrettanto, se non più ardenti di quelll di antica origine celto-franca. Nè il fenomeno è esclusivo della Francia. Gli Harcourt e i Labouchère di origine frances.e in Inghil,. terra non la cedono in patriottismo agli Hartington ed ai Gladstone; i Belgrano e molti altri italiani il ioro patriottismo hanno esplicato in senso sud-americano. Nell'Istria e nel 'l'l·entino molti, che anelano ardentemente all'unione coll'Italia sono di 01•igine slava o tedesca; e slavo per il cognome si rivela l'ultimo martire dell'irredentismo italico: Guglielmo Oberdank. In generale gli elementi a civiltà inferiore se numericamente non troppo preponderanti, quando vengono in contatto con elementi a civilti superiore assumono il carattere e la nazionalità dei secondi. Perciò l'Alsazia, la Lorena, Nizza, la Corsica, sono francesi nell'animo sebbene per lingua, per religione. ed anche per caratteri antropologici siano tedesche o italiane, mentre le popolazioni della valle di Aosta, che parlano francese sono non meno italia,ne di quelle che dimorano in Toscana. I fatti nel loro svariato aspetto, adunque danno ragione ai socialisti ed a tutti quegli ottimisti, che non si preoccupano della sproporzion~ tra gli uomini e le suss1stenze che dovrebbe sorgere dalle due progressioni malthusiane, opportunamente corrette da. Messedaglia, e che potrebbe condannare l'umanità. alla spietata darwiniana lotta per la esistenza. Gli avvenimenti compiuti e le tendenze constatate chiariscono davvero insussistente il pericolo della così detta sopra.popolazione assoluta; sebbene non siu. provato che ad eliminare il pericolo non contribuisèa la previdenza malthusiana. Ed hanno ragione da vendere gli stessi socialisti quando deplorano vivamente le sinistre conseguenze economiche e morali di quella. soprapopolazione relativa, la quale è prodotta dalla cattiva organizzazione sociale presente. In ogni mod0, e comunque agiscano i diversi fattori, la sperimentazione sociale dimostra che le nascite non si proporzionano alle sussistenze o ai mezzi di esistenza. se non quando il benessere materiale e l'istruzione sono sufficientemente sviluppati; e rimane quindi giustificato il desideratmn socialista, che mira al con-

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