RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 87 risultato del processo e per le testimonianze in suo favore. A parte la grandissima diversità della condizione giuridica degli accusati e del loro valore personale, si deve ricordare che anche Tanlongo e Lazzaroni vennero assolti, sebbene non fossero negati i rea.ti pei quali vennero condotti in Corte di Assise; e si videro magistrati eminenti ed uomini preclari fare l'epologia di Cuciniello e stringergli calo1·osamente le mani attraverso ai cancelli di ferro. Qual meraviglia. se deputati, senatori, ex ministri, banchieri andarono a deporre tanto favorevolmente al Frascara, che di. tanto moralmente ò e rimane superiore al Cuciniello? Depone di viù in favore del Frascara questa circostanza: molti hanno rovinato le Banche e gl'Istituti a loro affidati e si sono arricchitì su tali rovine ; il direttore del Mobiliare era 1-icco e ci ha rimesso del suo molte centinaia di migliaia di lire. ''Ciò' clni gli costituisce una posizione eècezionale e lo mantiene rispettabile. Non rendono un bel servizio, però, alla magistratura coloro che le suppongono la decisa intenzione di avere svinto il processo sino al pubblico dibattimento per dare agio ali' accusato di potere dimostrare luminosamente la propria innocenza e di farsi · fare l'apologia dai testimoni illustri. I servizio resogli sarebbe molto discutibile; e se è un servizio reale, la magistratura rendendolo avrebbe mostrato una partigiana compiacenza. Nè desta ammirazione il pubblico Ministero, che fa una elo<Jttente perorazione in favore del Frascara, senza avere il dovere di farne l'apologia, come esso stesso confessava. Il rappresentante della legge che sul processo contro il direttore del Mobiliare si rallegra della rara fortuna di ritirare • l'accusa dopo che il pubblico dibattimento aveva dileguate le ragioni di dubitare sulla innocenza dell'accusato, potrebbe essere degno di lode se tanta premura, se tanta rettorica, se tanto entusiasmo riponesse anche nel proclamare la innocenza dei poverelli, che per motivi ben !Jiù piccoli vengono trascinati sullo sgabello degli accusati dopo mesi ed anni di carcere prevonti vo, che ha ridotto alla miseria la disgraziata famiglia e che innocenti risultano Oh! ben altro è il contegno ùei magistrati quando capitano sotto le 101•0 ugne alcuni che per fame anche commisero atti che la legge qualifica come criminosi! Certe assoluzioni per reati dalle vrove impalpabili e che provocano gli sdilinquimenti dei 1•appresentanti della legge fanno un doloroso contrasto, acl esempio, colla condanna a tre mesi cli reclusione cliquei disgraziato Osella di Carmagnola reo di essersi aJ)- propriata la immondezza depositata dagli spazzini comunali in un angolo della strada pubblica e ritenuto reo convinto del reato di furto aggravato dalla qualifica, perchè si trattava di furto di cosa esposta alla fede pubblica !I (Messaggero, Anno 1894, N.0 125). La giustizia è rigorosa e inesorabile contro i poveri che per fame commettono un atto, anche innocuo, ma che si presta ad essere qualificato criminoso; le maglie delle sue reti non hanno forza per trattenere i pesci grossi della delinquenza. · Dr. N. CoLAJAN~I. IL NOVELLO "IPSE DIXIT,, Sono due o tre anni che, presentatomi dal professor Schiattarella, venne a me il dottore Eduardo W estermarck professore di Sociologia nella Università di Helsingfors in Finlandia e autore, fra le altre cose, di un'opera sociologica sul matrimonio tradotta anche in Italiano. Il prof. V-1estermarck risiede parte dell'anno in Londra e viaggia spesso. Dopo di aver insieme parlato degli studii filosofici e scientifici in Italia, egli mi disse queste cose: Io mi meraviglio della grande popol(lrità che fra gli studiosi ha in Italia Erbérto Spencer. Nelle altre nazioni non é cosi, e specialm,ente in Inghilteri-a. Qui non si comincia bene se non da Spencer. Tutto è Spence1· e sempre. Risposi essere esagerato il giudizio; ma quelle parole mi sono ritornate assai spesso alla mente a proposito di certa scuola e, non è molto, in occasione della lettera dello Spencer riguardante i socialisti italiani e in particolar modo il mio amico Ferri, alla quale risposero il Ferri stesso e il mio amico Colajanni in questa sua rivista. È da un po' di tempo per altro che il grande argomento in Italia dei liberisti contro i socialisti è l'autorità dello Spencer. Noi ci troviamo innanzi al fenomeno di un novello ipse dixit. Dall'ipse dixit aristotelico nelle scuole e da quello petrarchesco nell'arte assai fatti simili si ebbero e si hanno fra noi. Dà importanza maggiore al fatto la ignoranza di alcuni, che giudicano spenceriano qualunque seguace della filosofia positiva. Dove essi incontrano uno studioso che segua il sapere sperimentale lo additano come ripetitore dello Spence1'. Non vengo qui a negare il valore grande di questa mente superiore; ma rilevo il fatto notevole che in Italia tutto un partito, tutta una scuola hanno da poco tempo creato il fatto dell'autorità indiscutibile di E. Spencer. ~ei tempi in cui al soggettivismo filosofico va succedendo il sapere obiettivo e sperimentale, certa gente crede ancora che un solo intelletto Yalga ad interpretare lo spirito dei tempi come avvenne in epoche passate. Oggi in cui la esperienza e la ricerca positiva mirano a scoprire ogni pitL piccolo fenomeno della reaWt e in cui la coscienza nuova non è senonchè il reale che si srela a sè stesso, vi sono ancora studiosi che fanno i commenti ad un pet'iodo di un contemporaneo come gli scolastici a un versetto biblico o ad una pagina aristotelica. A me è avvenuto spesso di uclire pitL o meno queste parole: avete contro di voi l'autor·ità di Spencer. Voi positivista avete un avversario del sociali:snio nel piu grande positivista. Quando a qualcuno in risposta ho detto di pat·-
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