Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 6 - 30 settembre 1895

00 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI avendo bisogno di sedi, di un personale di segreteria. che è quanto dire di un fonio di bilancio per far fronte a tutti questi bisogni, 11011 potendolo avere dalle scarselle dei soci, l'hanno cercato ... agli altri, che si sono affrettati a concederlo. Fino a tanto che gli altri erano il Comune e la Provincia, passi! Aspettando il conflitto, la navigazione avveniva su di un mare di olio. Ma si dette del capo fino al rappresentante del Gornrno il Pre- . fetto, il quale non cercò di meglio, fregandosi le mam. Le Camere di lavoro, questi arbitrati per la difesa degli interessi degli operai, tutelatrici di diritti, scuole pel rispetto dei medesimi, poteYano metter su eserciti di operai coscienti, leve forti in vista di qualunque quistione, ed agitazione del lavoro. Ma l'elemento principale, per ciò; doveva essere l' indipendenza. con mezzi propri. Invece, il governo, per la difesa - un suo diritto - sparli a mitraglia: le Camere di lavoro diventarono spegnitori, con l' intromissione nel loro seno di individui, che dovevano lavorarle, incanalarle nell'ordine. • * * Io non calunnio le Camere del lavoro: non ci mancherebbe altro ! Io ho il diritto di spiegare il fenomeno, alla stregua dei fatti; perchè un fatto è avvenuto, dando ragione alla scuola pedestre, che vede calare la bilancia maledettamente dalla sua parte. A 1apoli la Camera del lavoro nacque, come doveva, con impronta socialista: gli interessi operai sono quelli del partito del proletariato. Ma non aveva fondi, e si dette alla ricerca. Glie li accordò il Consiglio ProYinciale, glie li negò il Comune. I fondi del Con:;iglio Provinciale bastarono appena per gli impiegati della Segreteria. La Prefettura, la Questura cominciarono ad occhieggiare a sorvegliare l'organizzazione. Prima la persecuzione, poi le ali protettrici stese, per i maggiorenti. Venne il gloria, del salmo, con l'indicazione dell'uomo, che doveYa entrare nella Camera del lavoro per dirigerla, salvo sussidi in vista! Al gloria, perchè in musica, non si resistette. Il Don Ma1·zio ha annunziato ufficialmenie che il Prefetto aYeva largito 2000 lire alla Camera del lavoro. Perdio, ono dai fondi speciali, cioè dai fondi di ufficio, cioè - diciamolo - dai fondi politici ! P. GUARINO. Dr. Yapoleone Colajanni - CO:\SULE CRlSPI - Auto Difesa (fu sequestrato durante il periodo elettorale). L. 1,25. LA PSICOLOGIA MELLA RISOLUZIONE DELLEQUESTIOIU SOCIALI Si è scritto molto intorno ai rapporti tra la vsicologia e la sociologia, ma tali rapporti, a nostro avviso, si sono studiati da un punto di vista troppo generale, sicchè si è riusciti a dimostrare forse la importanza scientifica d'essi, ma non mai, o almeno non chiaramente, la importanza vratica. D'altra parte bisogna notare, che anche coloro che hanno cercato mostrare la importanza pratica degli studi di psicologia individuale e collettiva per la risoluzione di alcune questioni sociali, non sono giunti sempre a conseguenze esatte, perchè i loro studi non sono stati fatti col metodo positivo; onde si sono attribuiti all'uomo sentimenti o idee o tendenze çhe non hanno il carattere di generalità. Ciò ha prodotto come conseguenza l'errore nella. risoluzione di talune questioni gravi di sociologia economica. Or noi riteniamo, ed altrove noi abbiamo ciò sostenuto nel campo giuridico che uno studio positivo dei fenomeni psichici, che si esplica.no nei fenomeni più importanti della vita sociale, può dare risultati importantissimi per togliere dubbi non pochi per la risoluzione di gravi problemi sociali. Ed ora ci proponiamo di mostrare ciò in modo più chiaro. Dapprima notiamo, che ci sembra in gran parte erronea la dottrina, sostenuta strenuamente in questi ultimi tempi da Durkheim, che l'evoluzione sociale non abbia la sua origine nella costituzione psichica dell'uomo, e che « la causa determinante di un fatto sociale debba essere cercata fra i faUi sociali ante_ cedenti, e non fra gli stati delh, coscienza individuale». L'errore del Durkheim ci sembra che consista nel ritene1·0 che le 1·app1·esentazioni le emozioni, ed in generale i fenomeni psichici enti-ano nel lavoro di elaborazione d'onde risulta la vita sociale, ma non danno ad osso la loro f!)rma spo~ial~; solp l,o rendono possibile. D'onde l'erronea conseguenza che deriva da tale falsa premessa, che una spiegazione JJUramente psicologica dei fatti sociali lascia sfuggire tutto ciò che essi hanno di specifico, cioè di sociale (1). E la premessa è erronea, perchè i fenomeni della vita sociale consistono in azioni umane ed in effetti materiali ed immateriali da esse prodotto, e le azioni sono la estrinsecazione di stati di coscienza (rappresentazioni, idee, emozioni ecc. ecc.); sicché non sembra potersi affermare che i fenomeni sociali non abbiano rapporto coi fenomeni psichici e che essi non abbiano impressa una forma speciale che proviene dalla natura particolare dei fenomeni psichici che li hanno determinato. O) Ourkheim Dioi,ion du traoail soeial, lib. li, e l'altro Les regles de la métode ,oeioloatque, pag. 130, e seg.

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