Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 5 - 15 settembre 1895

78 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI Per virtù dell'Amore, non colla forza·della spada o del dogma, Roma rinascerà. Voi, giovinetti, fidate il casto animo a un Ideale sì bello, e al nuovo Dio, al nuovo secolo cantate un novello inno. « Rinnovellata dal pensier fecondo Sorgi all'opera, o madrn; ergi l' indoma Cervice al polo, apri le braccia al mond,o, Trionfa, o Roma ! Deh, più non veda il ciel, qui dove impresse L'uman. genio ogni tempo orme sì piene, Plebi ignare di sè, fronti dimesse, Braccia in catene ! Dhe più non veda Amor, dove che il raggio Del sol conceda al mondo anime e fiori, Schiatte ignave a cui sien gloria e vantaggio Gli altrui dolori ! Scossi i fantasmi del venal mistei;o Poggino al Ver con franca ala gl' ingegni ; Qui, dove già regnò Cesare e Piero L'uomo alfin regni ! » L'alta serenità che traspira da tutta l'ode, la squisitezza dei pensieri e dei sentimenti, 'la forbitezza e la soavità del verso, l'efficacia scultoria delle immagini, e sopratutto l'ispirazione sempre elevata e degna del soggetto son pregi inarrivabili del nuovo inno rapisardiano. Esso non è solamente un lavoro d'arte, non è soltanto l'affermazione solenne di Roma intangibile, ma è altresi l'affermazione del Pensiero nuovo che, trionferà ben presto sulle tenebre, che offuscano ancora lo splendore e ronore di Roma. A. CAMPANOZZI. RECENSIONI Prof. IGNAZIO SCARABELLI: Il socialismo e la lotta di classe. Ferrara 1894. Un volume di p. 425. L. 3. Il libro è vecchio di un anno, ma è libro utile e vogliamo farlo conoscere ai lettori della Rivista. Fu scritto e pubblicato mentre follemente infieriva la reazione, quando il dirsi socialista conduceva al dqmicilio coatto; deve quindi lodarsi anzitutto l'autore pel coraggio addimostrato nell'affermarsi socialista e partigiano della lotta di classe. La quale lotta di classe, del resto, non è stata inventata nè dall'autore, nè dagli altri socialisti : basti dire eh' è stata constatata da Bonghi, da Villari, da Leone XIII l Agli· uomini della reazione che colle· leggi inique, colle persecuzioni e colla violenza credono di potere avere ragione dèl socialismo , lo Scarabelli giustamente ricorda che ·parecchie altre volte il grande nemico della borghesia fu giudicato morto, e che invece esso è tanto· vivo· da ·costringere il Leroy-Beaulieu a confessare che il socialismo è un pericolo definito, prossimo, che si fa sempre più vivo. Per Bismark è nemico più pericoloso della stessa Francia. Il socialismo è vivo e pericoloso, e progredisce tanto che se ne allarma l'organo più autorevole della economia ortodossa : Le Journal des Economistes. Le ragioni per cui il socialismo progredisce sono numerose ed evidenti; i fatti confermano tutti i suoi postulati. Va scomparendo la piccola industria e il piccolo commercio; scompare la piccola proprietà, che non può resistere alla concorrenza estera e a quella interna, della grande proprietà, che rende possibile la grande coltura. L'aumento del valore della proprietà senza alcun merito del proprietario ma pe1· dato e fatto dei governi, dei municipi, delle società, dimostrabile sopratutto negli Stati Uniti, e in Inghilterra sfata la leggenda che alla ricchezza assegna la genesi del lavoro. Viceversa viene ognora più provato che i lavoratori , i produttori della ricchezza sono nella più squallida miseria e che i ricchi arricchiscono sempre di più, mentre i poveri divengono sempre più poveri; sicchè ne risulta come legge fatale, inesorabile la disoccupazione. Onde in Inghilterra a chi domandava: cos'è una grancle industria? si rispose : é una grande fabbrica di prodotti e di pove1·i. Dolenti di non poterci dilungare sulle numerose osservazioni dello Scarabelli, che in grandissima parte accettiamo, segnaliamo quella sulla difficoltà della colonizzazione interna; sulla decadenza della mezzadria; sull'imposta progressivn,; sul protezionismo; sulla necessità d'interessarsi alla politica, e di evitare i tumulti e le sommosse, di promuovere la diffusione dell'istruzione, che dà la coscienza della forza e conduce alla organizzazione ec. ec. L' A. vede non lontana la rivoluzione nel suo senso giusto e tiene un gran conto dei segni precursori della medesima, come sono stati riassunti da Cheney. Secondo questo scrittore per una rivoluzione occorrono: 1. Un fatto importantissimo che muti l'ambiente sociale: per la Rifo1·ma, l'invenzione della stampa ; per il 1789 lo sfacelo fisico e morale della nobiltà del sangue; per la terza grande rivoluzione, la macchina a vapore. 2. Un grande malcontento contro il sistema stabilito : alla vigilia della Rifo1·ma, gran malcontento contro la Chiesa ; alla vigilia dell'89 contro il governo monarchico feudale; oggi contro l'ordine economicosociale. 3. Una serie di movimenti radicali, esagerati certi punti del nuovo ideale: per la prima rivoluzione, il movimento comunistico degli anabattisti; per la seconda, gli eccessi del terrore; per la terza l'anarchismo e i suoi attentati. · ··

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