Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 5 - 15 settembre 1895

76 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE ·SOCIALI allora politicamente misere e socialmente, ossia eco nomicamente, solo per alcuni primi inizii, e solo in ce1·ti punti del territorio, confrontabili a quelle che già in Francia ed in Inghilterra apparivano moderne. \'i portarono invece il pensiero filosofico,per cui solo la patria loro s'era messa e mantenuta all'altezza della storia contemporanea ; di quel pensiero filosofico, che, appunto nelle persone loro, assumeva a quel tempo la notevole trasformazione per la quale il materialismo, già rinnovato da Fueerbach, combinandosi con la dialettica, diveniva capace di com prendere e di abbracciare il moto della storia nelle sue cause piìt intime e fino allora inesplorate, perchè latenti e non facili a districare. » (In memoria clel manifesto clei comunisti, pag. 19-20). Qui non c'è luogo a pensare che innanzi o contemporaneamente, Marx ed Engels trovassero scrittori di cui seguire le tracce o ai quali associarsi nel lavorio di ricostruzione della nuova dottrina, poichè il loro materialismo storico era precisamente il prodotto di cause che solo nei loro tempi erano presenti e che solo in cervelli preparati come i loro potevano offrir materia a concepire la novelfa teoria della storia. E del resto nulla di piit assurdo cho confondere la teoria materialistica con la interpretazione economica della storia come è proposta da alcuni scrittori. Questi assumono i fatti economici come rigidi e fissi, come obbiettivamente esistenti per forza di natura, come il prodotto di cause esterne all'uomo: possono perciò essere teorie apologetiche del presente, immobilistiche, pessi1JJ.istiche,giammai teorie rivoluzionarie, cioè contemplanti la società nel flusso di venti sempre diversi e mutevoli. ,1\,fa, questa erronea posizione logica di fronte alla teoria del manifesto comunista, cioè alla teoria materialistica, •non è soltanto professata da scrittori di parte borghese e spesso ne sono le vittime persino chiari scrittori del socialismo per lo men o riconosciuti per tali. Il letterato J aurès nella sua ben nota polemica col Lafargue, si domanda va come mai è possibile spiegare con questa teoria il progresso sociale, cioè il passaggio di · una forma economica e sociale all'altra, e come è possibile spiegare la direzione in cui un tal progresso si compie· Per ultimo, avrà voluto egli dire, se le cause economiche sono i fattori determinanti della vita sociale, come va che esse stesse si modificano, come avviene' questa trasformazione, se non pensando al l'esistenza di cause istrinseche ai fatti economici istessi? E per lui queste cause sono a ricercasi nel sentimento di giustizia innato nell'uomo e che lo pone continuamente in conflitto con la forma sociale di giustizia dominante. Eppure la risposta c'era già in Marx: « I rapporti sociali sono strettamente annodati alle forze produttive. A misura che gli uom1111acquistano nuove forze produttive , essi cambiano il loro modo di produzione, e con il mutamento di produzione, della guisa di guadagnare il loro sosten. tamento, mutano tutti i rapporti sociali. Il mulino a mano presenta una società di signori feudali, il mulino a vapore una società di capitalisti industriali-», (Das Elencl de,· Philosophie, Stuttagart, 1832 pag. 91), L'elemento attivo e mobile della società è lo svi. luppo della forza produttiva e questo elemento è riposto appunto nell'uomo. È l'uomo che crea i rap. porti sociali e non viceversa, e questi rapporti sociali obbiettivati, formano il contesto dei fatti economici, Il valore e la moneta sembrano fatti esteriori a determinate forme della società ma non sono che il derivato della produzione in vista dello scambio e degli scambii reali fra gli uomini. li fenomeno del valore, per esempio, indica semplicemente il fatto che essendo cresciuta la forza produttiva, dopo· la soddisfazione dei bisogni immediati dell'individuo o della comunità, avanza una parte delle cose pro. dotte dal lavoro che viene utilizzato con lo scambio. In ultimo tutti i fatti economici è a quesio elemento vivo e mobile che continuamente si riportano, Ma è inutile deturpare, solo accennandovi, una teoria tanto vasta e così luminosa che ha rivolu. zionato tutto il senso della. scienza e della storia, Le chiare pagine che il Labriola vi ha scritto in. torno sono un commento solènne che sta· da sè, senza bisogno di esagerate apologie. E noi solo ab, biamo voluto soffe1·marci su questo opuscolo per poter dire: l'Italia socialista comincia ad avere una. letteratura socialistica I L. A. XX: SETTEMBRE (l) Mario Rapisardi, le di cui opere rappresentano una continua e terribile crociata contro il Vaticano e contro il Dogma e un continuo e benefico apostolato in favore della Libertà del Pensiero, ha ben il diritto, più di qualsiasi patrocinatore ufficiale, d'inneggiare alla solennità del 20 Settembre. ,.Anzi a lui, e a nessun altro, inco~heva l'obbligo d mnalzare un canto alla Città eterna ; poichè chi parla di Roma deve esserne degno. Non profanate il sepolcro degli antichi romani, o retori ; lasciate dormire in pace il Venosino ! Chi inneggia alla nuova Roma dev'essere un uomo nuovo, e non un vecchio cortigiano di 2000 anni ! Ma· voi, furbi, non cercate il Poeta ; voi cercate il versajuolo che magnifichi le gesta della (IJ XX Set:embre - Ode di M.Rapisai·di. Ed. N:b;à'ni1°otiii'ca1ania.

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