RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 55 al popolo, che appunto in lui trorò sempre rispecchiato sè stesso: come il popolo non aYern bisogno di libri pee darsi una fede. e come il popolo questa chiudera 01I csprimera in una parola, in un simbolo nudo e n1dimentale. Ma che perciò? Anche nella ~ua ~emplicità e incertezza di dottrina Garibaldi fu grande. Egli che mislicamcnte credeva l'anima sua un atomo dell'anima dell'universo (] ), ebbe l'intuizione di cio che in seno alla società nostra fatalmente si srolge e prepara. « L'Intei·nazionale è un fatto a dispetto di chi lo nega», « oggi sorge un quarto stato», egli andava ripetendo davanti ai timidi erl agli scettici con la fede, con l'ostinazione serena di chi sente, intuisce il vero. E quanti mai sono oggi i cultori delle scienze sociali i quali oseranno negare che a lui non sia perrnnuta realmente la voce delle cose, la voce divin_a, misteriosa che solo al genio è dato ascoltare? Prof. FRANCESCO COLETTI Lafunziosonceiadle ldiritctoivile Nel momento storico che traversiamo, in cui pili viva e più ardente si manifesta la quistione sociale, che commuove oramai ogni ordine di persone, investe tutte le manifestazioni della vita privata e pubblica _e batte alle porte dei Parlamenti, spetta ai cultori della scienza di studiare spassionatamente il problema e di additarne le possibili soluzioni, all'infuori di ogni interesse di classe e di ogni preconcetto di partito politico. Molti scrittori, tra cui basti citare il Loria e il De Greef, ritengono che la quistione sociale sia nient'altro che una quistione economica; mentre altri, come lo Ziegler e il Desjardin, dicono che sia semplicemente una quistione morale. Secondo gli uni, i mali che affliggono l'attuale società provengono dalla costituzione economica di essa, che dovrà mutarsi radicalmente, se si vuole un mutamento radicale in ogni ordine della vita sociale: secondo gli altri, provengono invece dalle tendenze dissolventi dell' individualismo, per cui bisognerebbe cementare nelle masse (con mezzi puramente morali) lo spirito di fratellanza e di solidarietà. (I) Guerzoni. Op, e voi. citati: pag· U53(brano dell'Autobiografia di Garibaldi). ::\'oi ci·ediamo doversi ritenere che diversi fattori della vita sociale non siano una derivazione l'uno dcll'a,ltro, almeno nelle società progredite ed esercitino nn'influenia mutua fra loro; e non dubitiamo che se le riforme legislative (la cui efficacia è negata o messa in dubbio) sono l'espressione dei nuovi bisogni, spesso economici, esse alla lor volta reagiscono sulle condizioni economiche e morali della società e le modificano. D'altro canto, il volere supporre che tutto si riduca ad un problema morale, implica misconoscere che la possibilità di svolgere i sentimenti altruistici dipende dalle condizioni speciali (economiche, giuridiche, etc.) della vita sociale; ed ove queste sono viziate o anomale, quelli non hanno agio di potersi manifestare o si manifestano imperfettamente. Il problema sociale, che sempre può dirsi in qualche modo essel'e esistito, si presenta oggi estremamente complesso e vario, appunto pcrchè complessa e varia è l'attività della società moderna. Tuttavia bisogna ricordarsi che esso implica, qualunque possa esserne la soluzione, il riconoscimento delle conquiste della civiltà, che sono state il frutto degli sforzi di tanti secoli. Se oggi il principio del- !' individualismo nel campo economico e sociale s'è riconosciuto insufficiente, e come tale da solo può riuscire pregiudizievole, non bisogna dimenticare né i benefici effetti da esso prodotti per avere reagito al sistema assorbente del potere sociale, né l'elemento perenne di civiltà che esso contiene, cioè il rispetto alla libertà e alla iniziativa individuale. Se la grande industria, soppiantando la piccola ha spostato le condizioni del lavoro ed ha aumentato il numero dei salariati, è stata però il prodotto delle grandi invenzioni e scoperte, che hanno mutato la faccia del mondo ed ha migliorato le condizioni materiali d'esistenza di ogni classe di persone, compresa quella dei lavoratori. D'altro canto non bisogna dimenticare che la società _è un organismo naturale, soggetto a certe leggi, ciò che importa l' impossibililà di cangiare da un giorno all'altro tutto l'ordinamento sociale secondo un disegno prestabilito e tanto meno potersi sperare che, distruggendo l'attualè organamento, se ne formi naturalmente uno migliore. La quistione sociale adunque, lungi dal richiedere lo sconvolgimento dell'antico, richiede il p1·ogressivo migliora,mento di esso; e questo mi;,lioramento può esser dovuto in parte all'azione individuale e colletti va, in parte all'opera delle leggi, le quali, mentre debbono provvedere. alle esigenze attuali della società, debbono ancora ispirarsi alle idealità etico-sociali suffragate dalla scienza, in modo da potere influire validamente sul progresso sociale. In questi ultimi tempi, mentre individualisti e socialisti discutono pel migliore organamento giuridico della società e sulla missione dello Stato, le can-
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